Dolmen distrutto. Caroppo replica al sindaco

IL REPORTAGE. Giurdignano. Chiamato in causa dalle dichiarazioni del sindaco Fanciullo, il portavoce del Forum Ambiente&Salute lo accusa di “induzione all’omertà intellettuale”

GIURDIGNANO – La questione del dolmen Santa Barbara distrutto a Giurdignano continua a suscitare polemica ed a saldare gli animi. Ieri sulla nostra testata il sindaco Donato Fanciullo ha ribattuto a quanti lo hanno accusato di scarso interesse nei confronti del patrimonio archeologico presente sul territorio comunale e, chiamando in causa gli ambientalisti ed Oreste Caroppo in particolare, ha dichiarato che la notizia della sparizione del dolmen era priva di fondamento e frutta delle fantasia visionaria di qualcuno. Quel dolmen, ha detto in breve il sindaco, non era un dolmen. Dichiarazioni che non potevano non suscitare a loro volta una reazione. Caroppo infatti replica a Fanciullo incolpandolo di “minacciosa induzione all’omertà intellettuale”. Ecco la nota di Caroppo: IL “GIARDINO DEI MEGALITI DI GIURDIGNANO”, AD OGGI PURTROPPO, SOLO UNA DANNOSA PRESA IN GIRO! “QUEL SINDACO DOVREBBE DIMETTERSI” INACCETTABILE QUESTA SORTA DI MINACCIOSA INDUZIONE ALL'OMERTÀ INTELLETTUALE E SCIENTIFICA, DA STIGMATIZZARE! Oreste Caroppo del “Forum Ambiente e Salute” interviene dopo le “inaspettate” accesissime accuse rivolte dal Sindaco di Giurdignano a quanti hanno segnalato la scomparsa-distruzione di una interessante struttura megalitica, nel feudo del Comune, dalle palesi caratteristiche dolmeniche, alcune settimane or sono, e che lo stesso Caroppo per primo aveva segnalato all’ attenzione pubblica nel 1999, affinché potesse essere tutelata e meglio studiata, ed anche addirittura per questa segnalazione oggi è stato duramente attaccato dal Sindaco. In tempi di maggiore civiltà e onore, per un comportamento simile tanto gratuitamente offensivo e protervo di insulti diffamatori da parte di un sindaco, nei confronti di un libero cittadino che si è semplicemente prodigato per la conoscenza e tutela del territorio, tale sindaco avrebbe dovuto chiedere pubblicamente scusa e rassegnare urgentemente le sue dimissioni da quella carica democraticamente conseguita! Ma probabilmente oggi “mala tempora currunt”! Sarebbero anche capaci di dire, a questo punto, in quest’ assurda polemica inscenata, che suona tanto da “excusatio non petita, accusatio manifesta” e che induce e stimola ad altri approfondimenti, che l’hanno costruita gli “ambientalisti”, di notte, per avere visibilità, quella povera suggestiva ed antica struttura dolmenica! Una visibilità di cui non hanno certo bisogno, anzi avrebbero bisogno di pace, che vorrebbe dire assenza di problemi ai danni del territorio, causati dal vandalismo, dall’ inciviltà, dall’ignoranza ed insensibilità e dalla mala politica. O anche, magari, che quel dolmen è stato costruito da parte di qualche nonno contadino, morto, guarda caso, purtroppo, e che non può più parlare, come ricovero contro la pioggia, alcuni decenni or sono, e che dunque ci possiamo mettere l'anima in pace, poiché non era a! Neppure un dolmen, sebbene poi quello stesso territorio ne è quasi la culla dei dolmen salentini! Ma sarebbe il caso anche di ricordare a qualcuno il significato della parola “dolmen”. Il termine “dolmen” coniato a partire da due parole bretoni, “t(d)aol” (forse apparentato con il latino “tabula”) tavolo, e “men” pietra, significa proprio “tavola di pietra”. Come definire pertanto, anche solo dal punto di vista classificatorio architettonico, quella struttura coperta da un' unica lastra monolitica di calcarenite locale, presente e censita proprio nell'elenco ufficiale sul sito internet del Comune di Giurdignano nella pagina sul cosiddetto “Giardino Megalitico” del paese, e ubicata in contrada Santa Barbara, dov'era fino a poche settimane or sono!!?? Il Santa Barbara, dunque, non era più, ormai da molti anni, un monumento ignoto agli uffici comunali che gestiscono poi anche il sito internet ufficiale del Comune, tanto che era stato annoverato, appunto, tra i dolmen del “Giardino dei Megaliti” di Giurdignano sul sito internet ufficiale del Comune; come anche su Wikipedia, la più grande e consultata enciclopedia online, nella pagina alla voce “Giurdignano”, dove persino comparivano le sue foto tra i monumenti della città. Estraggo dal link seguente http://www.facebook.com/l/qAQG3_IFYAQG2redrYx1OHiJPKK_3z1q78NOEYB6VpKrVDg/www.comune.giurdignano.le.it/turismo-e-cultura/da-visitare/il-giardino-megalitico-oltre-25-megaliti-0312.html , relativo alla pagina internet dal titolo “Il Giardino Megalitico: oltre 25 Megaliti”, nel sito ufficiale del Comune di Giurdignano, il seguente passo: “Diciotto menhir e sette dolmen, resti di costruzioni megalitiche, siti da indagare e segnalazioni di nuovi monumenti (come il Dolmen di Santabarbara).” Più eloquente di così! Questo ovviamente ci aveva fatto tutti sperare che finalmente, con l’autorità del Comune, si stesse provvedendo alla sua totale tutela e vincolo. Non fosse altro per i finanziamenti giunti in merito al cosiddetto progetto del “Giardino dei Megaliti”, sulla carta orientato alla loro valorizzazione. Ciò nonostante, invece, non se ne era richiesto il vincolo, come oggi amaramente e sconcertati scopriamo, e qualcuno persino dice “non ne sapevamo a”, o meglio cerca di dire! … insomma finché fanno comodo li annoverano, e arrivano i finanziamenti pubblici magari anche per il “Giardino dei Megaliti”, quando spariscono, poiché non tutelati davvero, e nemmeno indicati da cartellonistica sui luoghi, ecco che nessuno sapeva a e delle strutture se ne cerca pure di sminuire l’importanza con ogni possibile disgustosa arrampicata sugli specchi, magari per non dar fastidio, viene da pensare, ai proprietari terrieri votanti con l’ impiccio dei vincoli, o per chissà quali altre psicologiche motivazioni, che alla fine poco interessano a noi tutti, preoccupati solo della sorte di un suggestivo bene architettonico, singolare, che è bene culturale di tutti, e che per questo va assolutamente ripristinato! E non è la prima volta, negli ultimi anni e decenni, che assistiamo a sfregi di questo tipo, purtroppo, nel feudo di Giurdignano. Sfregi mai risanati con restauri e ricostruzioni. E con i megaliti non risollevati, al suolo precipita, come si evince, la civiltà ed il rispetto per il territorio e per il prossimo! Il più clamoroso di questi sfregi, tristi per chi il Salento lo Ama davvero, e non a parole retoriche: la scomparsa e distruzione del grande “Dolmen Sferracavalli”, ormai diversi anni or sono, e che era stato scoperto dallo studioso P. Maggiulli nel 1892, e poi censito dallo studioso ottocentesco Cosimo De Giorgi. ( http://www.facebook.com/l/gAQHN-9sdAQFE1VqHhCn1eeQmKX-dLi3whWNcwXWjyj_lUQ/www.pinodenuzzo.com/pietre/sferracavallo.jpg Vedi questa foto, Vochieri 1899, del Dolmen Sferracavalli, tratta da: Gelli “Dolmen e Menhir di Terra d'Otranto”, Congedo ed.) E inoltre la scomparsa dell’arcaica statua-stele antropomorfa di Vicinanze a Giurdignano alcuni anni fa, prima del maggio 2006, quando me ne accorsi. Sparita, trafugata o forse distrutta a seguito proprio del rifacimento di un muretto a secco vicino al Menhir Vicinanze II di Giurdignano per rifare il make-up al “Giardino dei Megaliti di Giurdignano”! Tale stele era stata riconosciuta e censita da diversi studiosi locali e anche fatta oggetto di segnalazioni e approfondimenti da parte dell’Archeologa Maria Laura Leone. (Foto della statua-stele antropomorfa di Vicinanze: http://www.facebook.com/l/wAQEiPfAgAQGwozKFRgTk5o8ZjRKQygl5yymec00PhzEFGA/www.pinodenuzzo.com/pietre/image007.jpg ) E dal 2006 nessuno si è prodigato per ritrovarla o farla ricostruire esattamente! Ecco dove ne trattò l'Archeologa e studiosa Maria Laura Leone della statua-stele: http://www.facebook.com/l/JAQEwpc1dAQEugPqWvm-y6b0PCJzQKyI80v2bDYLvJH52WA/www.artepreistorica.com/2009/12/megalitismo-dolmenico-del-sud-est-italia-nell%25C2%25B4eta%25C2%25B4-del-bronzo/ Vedi anche approfondimento in: http://www.facebook.com/l/YAQHL0ZQ5AQFkPsK2diyubuJvG69C_aOZnPSFEuc4AP1-gg/www.pinodenuzzo.com/pietre/Segnalazioni.htm . Eppure son tutti siti internet pubblici, scritti in italiano, molto noti ai cultori e ai tantissimi studiosi locali, invece… possibile che non si facciano neppure delle ricerche online e bibliografiche, neppure una consultazione degli appassionati, di più studiosi, di più archeologi, per sentire più pareri e accumular più dati!? Pare domini talvolta la presunzione dell’onniscienza, che rinnega a non conoscenza tutto il grandissimo scibile che ignora e che cresce di giorno in giorno. Il grande Dolmen Chiancuse di Giurdignano con la sua enorme lastra a terra ormai da tropo troppo tempo, almeno dal 1957! (Vedi scheda in http://www.facebook.com/l/xAQHgVE6nAQGUFXjxztDsMgmwNGraXEh9P5zcW_8o7WZHdQ/www.pinodenuzzo.com/pietre/Giurdignano.htm) Il Chiancuse era questo splendore: http://www.facebook.com/l/MAQFdfE3hAQHu0Ypnx6bl84br-ojdidmrVSnA_EsJDkwO0w/www.pinodenuzzo.com/pietre/chiancuse1.jpg Oggi invece è in questo stato penoso: http://www.facebook.com/l/mAQG6AQ-iAQFuBs7wDyze6jsBcFw-ZabR97qy2HeM2V9Q2g/www.pinodenuzzo.com/pietre/chiancuse.jpg E non sono migliori le condizioni del grande Dolmen Orfine che era questa magnificenza: http://www.facebook.com/l/uAQG02rojAQHLGNL1ePiV9Cv72EG86m1Ad3uwEaWxCFSDpw/www.pinodenuzzo.com/pietre/orfine1.jpg Mentre oggi è in questo stato, abbattuto o semi-abbattuto, che si vede qui in foto: http://www.facebook.com/l/LAQHxxrlxAQE-wFYf5yPL_8-p29d29XYRzxu6YFDAsTKOPA/www.pinodenuzzo.com/pietre/orfine.jpg Ecc. ecc. per tanti altri megaliti sempre di Giurdignano! Meno cemento e meno luci dunque, (con le lampadine e cavi elettrici ubicati persino, che sfregio, nei banchi di roccia ricchi di antiche coppelle, fori, bacinelle e canalette ai piedi dei menhir e dolmen!), per il “Giardino dei Megaliti di Giurdignano”, e più restauri e Amore vero e rispettoso per il territorio. Dunque, il “Giardino dei Megaliti di Giurdignano”, ad oggi purtroppo, ahinoi, solo una dannosa presa in giro! E inoltre, adesso, in tutto questo sfacelo di un simile patrimonio, si cerca di far passare anche dalla parte del torto, anziché insignirli di gratitudine e riconoscenza, -siamo al paradosso più assurdo-, coloro che, con umiltà ed amore per il territorio e la ricerca scientifica, hanno indicato, senza fini di lucro, qualcosa che arricchiva l'importanza paesaggistica ed archeologica del paese, bisognosa di tutela e da offrire alla fruizione di studiosi e cittadini, come giusto per ogni testimonianza architettonica antica della nostra ruralità, e tanto più per quelle strutture avvolte da maggiore mistero, e implicanti ulteriori studi, come quelle appunto che hanno natura morfologica di dolmen e menhir nella nostra terra, che è terra di dolmen e di menhir! Cultori salentini del territorio che, da decenni, da secoli, con umiltà certosina censiscono, registrano, raccolgono, disegnano, fotografano, catturandone quante più informazioni possibili, ogni particolare e dato storico e naturale del territorio, raccogliendo banche dati preziosissime che fanno la ricchezza culturale vera di questa terra, e permettono di sconfiggere la barbarie, la componente distruttiva e di Morte, di Thanatos, che cerca invece di cancellare e devastare ogni cosa. Cultori e studiosi, che danno il contributo del loro tempo, gratuitamente e con generosità, delle loro diverse predisposizioni, passioni molteplici e professionalità, cultori che non salgono sulle cattedre, se non per divulgare meglio, quando serve, i fatti stessi e le cose, prima ancora di divulgare la loro eventuale interpretazione di questi. Cultori che più che i discorsi “degni delle cattedre”, amano i discorsi “Degni dei Platani”, come si diceva un tempo nella nostra Magna Grecia, dagli alberi sotto la cui chioma ombrosa insegnavano e indagavano razionalmente il creato gli antichi filosofi della nostra terra, senza a disdegnare e sminuire! E oggi dobbiamo assistere ad una sorta di minacciosa induzione all'omertà intellettuale e scientifica, di chi aziona persino, contro questi operosi cittadini, la macchina del fango, e dell’attacco più violento e maleducato volto al tentativo di distruzione gravemente offensiva della persona!? Qualcosa di così sproporzionato e spropositato, di incivile ed irrispettoso della dignità della persona attaccata, indipendentemente dal fatto che possa essere io o meno oggi vittima di tanta inciviltà, che lascia esterrefatti, che offende il nostro Salento, e che deve essere pubblicamente stigmatizzata! E tutto questo sforzo immane, ciclopicamente grottesco, ci si chiede: perché??? Perché con mero esercizio dialettico becero, indegno della peggiore sofistica, per tentare di ribaltare la realtà, imbastire un teatro processuale dove gettando fumo sui fatti, si cerca di fare divenire i benefattori dei carnefici, i vandali invece dei paladini del territorio, e gli studiosi appassionati volontari, che non perseguono fini di lucro, gli ignoranti maleducati impiccioni, contrapponendovi invece, che miseria, coloro che, sotto il nome dei megaliti, cercano di sbarcare il lunario facendo lavoretti di guida turistica per il comune, per portare i turisti nel percorso notturno dei soli 4 o 5 megaliti illuminati con esosi finanziamenti pubblici, mentre tutto il resto del vastissimo patrimonio muore, invece, nell’oscurità e nel degrado più totale! Illuminati poi persino ubicando, andate a vedere, le luci ai piedi dei megaliti scassando e cementificando bacinelle e canalette antiche scavate nei banchi rocciosi ai loro piedi e strettamente connesse ai monumenti stessi, che invece “coloro che ignorano” credono essere solo le pietre che vedono erette spuntare dal terreno, quando invece ogni elemento loro circostante è denso di segni e significati connessi all’antica fruizione del monumento che bisogna pertanto anche tutelare. L' Articolo 9, che è tra i principi fondamentali della Costituzione Italiana, afferma che la nostra Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, e a quanto i megaliti son fusione intrinseca di paesaggio salentino rurale e naturale e di beni culturali patrimonio storico! Ecco perché quando si parla di loro tutela questa non può tener fuori la cura del loro paesaggio circostante. La loro carica anche suggestiva, oltre che di informazione archeologica, è strettamente connessa al territorio circostante e alla loro posizione, dove anche spesso si ritrovano tanti altri segni, come coppelle, bacinelle, incisioni, canalette, solo ad esempio, sui prossimi banchi di roccia affiorante, tombe, grotte, strade, e poi manufatti coevi e successivi, come chiesette, edicole votive, ecc. ecc., importantissimi per la loro decodificazione e comprensione, come anche per leggere come nel corso del tempo son stati vissuti e riutilizzati dalle genti successive nei secoli. E allora se non ci si vuole minimamente curare persino della distruzione vandalica di una struttura dolmenica, figuriamoci quale sorte per muretti a secco, trulli e antichi abituri, grotte, tratturi, antichi pozzi e siti di valenza archeologica, che qualcuno volesse cancellare e polverizzare nel medesimo feudo?! Tutto questo gratuito attacco, tutta questa inutile e arrogante apologia del fumo, invece di prodigarsi subito per recuperare pacificamente il numero maggiore di pezzi di quel manufatto devastato, cancellato, e farlo lì in quel luogo preciso ricostruire, organizzandovi una festa di Rinascita, e riaffermazione della Civiltà, per la sua inaugurazione contro l'ignoranza più pericolosa che ci ha privato, e dobbiamo far si che ciò sia solo momentaneamente, del Dolmen di Santa Barbara e di tanti altri nostri megaliti e beni culturali e rurali della nostra Puglia Salentina! Mi chiedo soltanto, alla fine di tutto: può la nostra classe dirigente toccare abissi più infimi di questo!? 14 giugno 2012 Dolmen distrutto. Il sindaco: ‘Non è mai esistito' GIURDIGNANO – Nessun dolmen sarebbe andato distrutto a Giurdignano. E’ il sindaco Donato Fanciullo a smentire la notizia della scomparsa del dolmen “Santa Barbara” a Giurdignano. La notizia sarebbe falsa e non perché la struttura non sia mai esistita, ma perché non si sarebbe trattato di un dolmen ma di un semplice rifugio realizzato con delle pietre in campagna. Quindi, in sintesi, poco male se non c'è più. Sarebbe tutto frutto della fantasia di Oreste Caroppo, portavoce del Forum Ambiente&Salute e di chi ha diffuso tale notizia creando allarme tra i cittadini (le guide ambientali di Avanguardie). Eppure, come avevamo già sottolineato nel nostro reportage dell'11 giugno (leggete sotto) dell'esistenza del dolmen Santa Barbara si apprende proprio dal sito del Comune a questo link, dove si precisa tra l'altro che il dolmen è di recente scoperta e che non è stato ancora studiato in maniera approfondita (peccato, occasione persa). Ecco che cosa si legge sul sito del Comune:

dolmen sul sito del Comune

Insomma, il dolmen c'era o non c'era? Sì, c'era, dice il sindaco, ma non era un dolmen. Cioè: non era stato censito come dolmen. Certo, perché, come recita il sito del Comune, non era ancora stato studiato. Quindi, siccome non era stato studiato, non è mai esistito. Un po' come gli extraterresti; c'è chi li ha visti ma siccome nessuno li ha mai studiati, non esistono. Ed ecco la nota del sindaco Fanciullo: “Vorrei rassicurare tutti gli appassionati e cultori del megalitismo salentino che nei giorni scorsi hanno appreso la notizia della scomparsa di un Dolmen a Giurdignano. Si tratta di una notizia falsa, frutto di personalissime e scellerate considerazioni di tal Oreste Caroppo, portavoce di una a me sconosciuta associazione ambientalista. Sono al corrente che alcuni mesi addietro è stata denunciata la scomparsa di un dolmen nel territorio di Giurdignano ma, da accertamenti eseguiti, non risultava agli uffici del Comune che nel luogo indicato in denuncia sia mai esistito un dolmen, né risultava che tale monumento sia mai stato censito dalla Sovrintendenza. Appreso della denuncia, per mia curiosità, essendo io stesso un appassionato di megalitismo, ho aperto il sito di tal Oreste Caroppo e qui si vedono le fotografie di questo manufatto che, sia per forma che per dimensioni, è ben lungi da poter essere definito un dolmen. Lo stesso Caroppo, che si fregia di aver scoperto il dolmen e di averlo ‘battezzato’ Santa Barbara, nel commentare la ‘scoperta’ non osa definirlo dolmen ma usa il termine ‘manufatto dolmenico’. Ora, egregio sig. Caroppo, lei pensa davvero che un monumento preistorico possa essere stato scoperto per la prima volta da lei? Un monumento millenario poteva rimanere lì nascosto nei secoli aspettando che lei lo scoprisse? Si rende conto dell’assurdità dei suoi pensieri? Ciò premesso, non si comprende in che modo l'Amministrazione comunale possa essere ritenuta scarsamente attenta alla tutela di un dolmen che non esiste e che non risulta essere mai esistito. Aggiungo che se lì veramente fosse esistito un dolmen, la responsabilità della distruzione andrebbe attribuita proprio a qualche pseudo-studioso che ha l'ardire di ergersi a grande paladino e scopritore di tesori megalitici ma che poi omette di segnalare al Comune o alla sovrintendenza l'eventuale ‘scoperta’. Noi siamo fermamente orientati a preservare e valorizzare il nostro territorio, ricco di straordinarie testimonianze, lo stiamo facendo da anni soprattutto valorizzando i megaliti esistenti sul nostro territorio. Da qualche anno, ad esempio, è possibile visitare i menhir extraurbani anche in orario notturno, grazie ad una soffusa ed intima illuminazione che ne esalta ancor più la valenza. Intorno ai megaliti è stata creata una zona di rispetto, in un caso una recinzione con staccionata in legno tesa ad impedire un contatto diretto con la pietra, abbiamo creato dei punti per sostare lungo le stradine che conducono ai monumenti, abbiamo fatto tanto e tanto ancora faremo per tutelare i nostri tesori, quelli veri; delle ‘patacche’, invece, lasciamo che si occupino altri”. Interviene del dibattito anche il presidente dell’associazione culturale “Amici dei MenhirAlberto Signore, il quale, unendosi alla voce del sindaco, smentisce che in quella zona del territorio possa esserci un manufatto dolmenico poiché il parco megalitico, che il De Giorgi individuò nel territorio di Giurdignano, è orientato in tutt’altra direzione. “L’Amministrazione comunale di Giurdignano – dice il presidente Signore – ed il sindaco in particolare, hanno dimostrato negli anni un’ammirevole attenzione verso il megalitismo, basterebbe infatti visitare il percorso megalitico notturno per comprendere lo splendore di quei luoghi che non meritano di essere indebitamente screditati”. 11 giugno 2012 Santa Barbara. Del dolmen resta un gruzzolo di pietre GIURDIGNANO – E’ definito il giardino megalitico d’Italia. Un caso rarissimo sul territorio nazionale, a parte le isole della Sardegna, di persistenza tangibile del passato. Il Comune di Giurdignano è un piccolo scrigno che racchiude tesori di antiche civiltà. 25 dei 150 megaliti presenti in Puglia si trovano qui. Siti da indagare e da conoscere meglio, sui quali non è mai stato condotto uno studio sistematico che, evidentemente, sarebbe il caso di intraprendere. 13 kilometri quadrati di estensione totale, sui quali convivono a strettissima distanza l’una dall’altra, le testimonianze dell’epoca megalitica, una sorta di viaggio affascinante indietro nel tempo. Ci si aspetterebbe il massimo della sensibilità e della voglia di valorizzare tanto grande patrimonio. Ma non è così. Almeno a giudicare da ciò che è accaduto al dolmen denominato Santa Barbara, il dolmen che sorge (ma è il caso di dire sorgeva) in un uliveto alla sinistra di una via vicinale che porta dalla Statale Otranto-Maglie a Giurdignano. La scoperta è stata effettuata dalle guide ambientali escursionistiche dall’azienda di ecoturismo Avanguardie. Sono state loro, durante un sopralluogo di alcuni mesi fa, a notare il primo danneggiamento della costruzione: qualcuno aveva inclinato la pietra superiore, quella che funge da tetto al complesso megalitico, facendola indietreggiare nella cella sottostante.

dolmen danneggiato

Il dolmen danneggiato. Si nota la pietra superiore, posta a copertura della struttura, inclinata verso l'interno della cella

dolmen danneggiato 2
dolmen danneggiato 3

Non si può stabilire se sia trattato di un atto voluto o accidentale ma certo è che quella pietra non si è spostata da sola. In un successivo sopralluogo, nel marzo scorso, l’amara scoperta: di quel dolmen non restava che un gruzzolo di pietre ammassate sul terreno.

dolmen oggi

Il dolmen Santa Barbara oggi Una visione che avrebbe lasciato l’amaro in bocca a chiunque abbia a cuore il territorio ed un minimo di sensibilità per le ricchezze archeologiche. Avanguardie ha subito denunciato l’accaduto ai carabinieri e poi comunicato il fatto alla Soprintendenza. E’ delle scorse ore la notizia che del caso si sia occupando il settore archeologico dell’Ente. Ma dal Comune, dichiarano i responsabili di Avanguardie, nessun interessamento. Anzi il sindaco avrebbe minimizzato dichiarando che non si trattava di un dolmen ma solo di qualche pietra (eppure sul sito del Comune è citato proprio tra i dolmen). Al di là di questa risposta, ciò che amareggia è, ancora una volta, che in un territorio ricco di passato come quello salentino, spesso non si comprenda la portata di ciò che si ha il privilegio di vedere, ogni giorno, appena fuori dalla porta di casa.

il dolmen prima

Com'era. Ecco il dolmen nel suo aspetto originario // Gli ambientalisti: ‘Lo ricostruiscano com’era’ Il Forum Ambiente e Salute chiede che il dolmen sia ricostruito in loco esattamente com'era. “Abbiamo tutte le sue foto, le sue misure e orientamenti; conosciamo le forme, le dimensioni, le caratteristiche, i materiali componenti – dice il portavoce Oreste Caroppo -. Quel gioiello deve tornare, anche se in una sua copia perfetta e con gli stessi materiali, ad impreziosire quei luoghi. Non può il becero vandalismo privarci di un patrimonio di memoria così importante”.

il dolmen prima 2

Ancora una foto del dolmen, com'era in origine // La carta d’identità del Santa Barbara La struttura aveva altezza massima di 1,10 metri; la pianta rettangolare aveva dimensioni 1,75 metri (WSW-ENE) x 1,50 metri (NNW-SSE). L'ingresso alla cella era orientato a WSW. E' possibile che l'ingresso sia stato rimaneggiato o fosse in origine del tutto inesistente come fanno pensare alcuni ortostati che erano posti a mo' di sportello e uno riverso all'interno della “camera”. La struttura dolmenica era realizzata in roccia locale, un calcare conchiglifero, calcarenite, con la quale in zona sono anche costruiti caratteristici trulli e muretti a secco.

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