Melissano. Il noto impernditore, titolare del calzificio Megatex rompe il silenzio: 'Prendo atto della sentenza e continuo il mio lavoro'
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE LA NOTA STAMPA DEL DOTT. ENZO BENISI Non posso non notare come l’assoluzione con formula piena “perché il fatto non sussiste”, pronunciata in primo grado circa un anno fa dal giudice del Tribunale di Casarano Sergio Tosi, non abbia avuto la stessa eco mediatica della sentenza di secondo grado. Da parte mia ho accolto la prima in mio favore così come la seconda a mio danno con il doveroso silenzio e rispetto che violo in quest’occasione al solo fine di rappresentare a me e a coloro che mi sono vicini la mia ferma volontà e altrettanto fermo intendimento di proseguire in un’attività di impresa che ha avuto unanimi e certificati riconoscimenti per il suo grado di innovatività e per gli i suoi consistenti investimenti in tecnologia e know-how. Non utilizzerò quindi quei termini che, come riportato dagli stessi organi di stampa, sono stati pronunciati dal PM nella propria requisitoria laddove ha definito, con veemenza, la sentenza di primo grado “puerile, diseducativa e presuntuosa”, mostrando così di non avere quel rispetto che è dovuto alla decisione di un giudice della Repubblica Italiana, il quale, sulla base delle risultanze processuali, ha smontato punto su punto il castello accusatorio per il quale io e la mia azienda siamo stati trascinati in Tribunale, castello di cui oggi rimangono solo le briciole. Mi attende un altro grado di giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione e lo affronterò con la fiducia e la serenità di sempre, perché credo che la giustizia verrà ripristinata. Pertanto, prendo atto della sentenza e continuo il mio lavoro. Vado avanti nell’interesse dell’azienda, dei suoi dipendenti e delle loro famiglie, e non posso che aggiungere questo increscioso accadimento alle già innumerevoli difficoltà – legate alla eccezionalità della crisi che ha colpito il nostro Paese – che un’impresa deve quotidianamente affrontare per rimanere su un mercato sempre più difficile e contratto. Con lo stesso impegno di sempre e con maggior determinazione continuerò il mio lavoro nelle Istituzioni che rappresento occupandomi delle problematiche e della tutela del tessuto economico del nostro territorio, fatto di numerosi imprenditori capaci e di imprese innovative. Un territorio oggi più che mai attanagliato da una crisi che prima di essere economica e finanziaria, è una crisi di prospettive e di speranza nel futuro: ed è questo ciò che mi spaventa di più rispetto alla riduzione delle vendite, alle sempre più esigue possibilità di accedere al credito, al sempre maggior peso della pressione fiscale sulle aziende. 29 maggio 2012 ‘Truffa aggravata’. Benisi condannato in appello LECCE – Un anno di reclusione (pena sospesa). E’ la condanna in Appello per Vincenzo Benisi e Pietro Gaetani, rispettivamente legale rappresentante e direttore amministrativo della Megatex di Melissano. L’ipotesi è di truffa aggravata per i finanziamenti ottenuti nel 2004 con i fondi Pia, il pacchetto integrato delle agevolazioni. L'accusa, all'epoca avviata dal pm Imerio Tramis (poi passato alla Procura per i minorenni), sosteneva la mancata rendicontazione di 14.000 euro a fronte di un progetto da circa 5 milioni per la realizzazione di calzini in due particolari filati: antisudore e termoisolante. La sentenza d'appello è stata emessa dopo una lunga camera di consiglio presieduta dal giudice Giacomo Conte. In primo grado Benisi e Gaetani erano stati assolti con formula piena dal giudice Sergio Tosi del Tribunale di Casarano “perché il fatto non sussiste”. 9 marzo 2011 Enzo Benisi assolto con formula piena Enzo Benisi, amministratore del calzificio Megatex di Melissano ed ex vicepresidente di Confindustria Lecce, è stato assolto con formula piena dal Giudice Sergio Tosi del Tribunale di Casarano “perché il fatto non sussiste”. Non ci fu dunque truffa nell’ambito del progetto Pia innovazione per la progettazione di due innovativi modelli di calzini: antisudore e termoisolanti. Il Pm Giovanni De Palma aveva chiesto per Benisi e per il direttore amministrativo “Megatex” Pietro Gaetani due anni di reclusione. L'accusa, all'epoca avviata dal PM Imerio Tramis successivamente passato alla Procura per i minorenni, sosteneva la mancata rendicontazione di 14.000 euro a fronte di un progetto da circa 5 milioni. L'accusa si è però rivelata infondata, oltre che di entità oggettivamente poco significativa rispetto al lavoro di ricerca portato avanti. Per la realizzazione dei prototipi di queste innovative calze, infatti, l'azienda si è avvalsa della collaborazione di affermati docenti universitari ed ha ottenuto i relativi brevetti internazionali. Oggi l'azienda torna pienamente nella disponibilità di Benisi che per questi lunghi cinque anni l'ha amministrata in regime di sequestro con facoltà d'uso. Benisi è stato difeso dagli avvocati Luigi Rella, Filippo Sgubbi e Stefania Benisi.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding