5xmille all’Università. 280mila euro a Lecce

Lecce. 7.720 famiglie salentine nel 2010 hanno scelto di destinare il contributo all’Ateneo salentino, che è 13esimo su quasi 400 enti di ricerca

LECCE – 13esima in Italia per numero di scelte sulla distribuzione del 5xmille nel 2010. Ottimo “piazzamento” dell’Università del Salento su 393 enti di ricerca ammessi; 18esimo posto per importo erogato. 7.720 famiglie salentine nel 2010 hanno scelto di devolvere il 5xmille all’Ateneo leccese, che è preceduto da sole tre Università: Campus Biomedico di Roma (12.995 preferenze), Università cattolica di Milano (8.985) e Università di Bologna (8.662). Calcolando gli importi, l’Università del Salento è settima dopo le tre università già menzionate, la “Sapienza” di Roma, l’Università di Padova e il Politecnico di Milano. La differenza è dovuta al reddito dichiarato: i contribuenti salentini hanno un reddito mediamente più basso e questo incide sulla percentuale di contributo del 5xmille. Grazie a queste donazioni, l’Università guidata dal rettore Domenico Laforgia potrà disporre di 277.170,29 euro in più rispetto a quanto previsto nel budget; il denaro sarà utilizzato a favore dei nostri studenti e dei giovani ricercatori. “Sono particolarmente contento non solo per l’oggettiva possibilità di fare qualcosa per i nostri ragazzi – ha dichiarato Laforgia – ma soprattutto perché questo dato fa capire che la gente ha scelto di ‘occuparsi’ della nostra Università, sostenendola anche economicamente per quanto può. Si sta rafforzando il senso di appartenenza e questo è un aspetto importantissimo perché l’Università, qualunque essa sia, appartiene al suo territorio, è una struttura a servizio del suo territorio e il territorio deve tutelarla e difenderla. I salentini hanno dimostrato di volerlo fare. Grazie per la fiducia e l’apprezzamento per tutto il lavoro di rinnovamento e miglioramento che stiamo portando avanti. Sento anche il bisogno di ringraziare tutti i colleghi e il personale tecnico-amministrativo che hanno contribuito a creare nell’opinione pubblica l’immagine di un Ateneo su cui vale la pena investire. Mi auguro che nel futuro questo legame si irrobustisca ancora, soprattutto in un momento storico di grande difficoltà, in cui le università giovani e periferiche come la nostra subiscono i maggiori tagli”.

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