L'INCHIESTA. Cutrofiano. I cittadini si interrogano sul pericolo che corrono per la presenza di tunnel ipogei. E la Movit Srl chiede di aprire una nuova cava
CUTROFIANO – Una nuova cava nel territorio di Cutrofiano. La cosa suona quasi paradossale, dopo che l’Autorità di bacino della Regione Puglia ha messo in guardia cittadini e Comune, allargando il perimetro del territorio comunale a rischio idrogeologico in quanto compromesso dalla presenza di cave ipogee e gallerie sotterranee. Ma è così. Sul Bollettino della Regione Puglia n. 10 del 19 gennaio 2012 è stata pubblicata la richiesta di Valutazione di impatto ambientale, avanzata dalla società Movit Srl di Soleto (legale rappresentante Maurizio Fedele) per il progetto definitivo e lo studio d’impatto ambientale relativi all’apertura di una cava di calcarenite. L’intervento è previsto in località “Piglia” su una superficie complessiva di 13,5 ettari, di cui 9,5 ettari interessati dai lavori di coltivazione. Il progetto prevede l’asportazione progressiva del materiale calcarenitico mediante scavo a fossa con gradoni, per una profondità complessiva di 25 metri. La durata complessiva prevista della coltivazione (ovvero l’estrazione) è di 16 anni ed è suddivisa in varie fasi di durata inferiore a cinque anni. Dopo ogni fase sono previsti interventi di recupero naturalistico dell’area.

Cutrofiano, località Piglia

Contrada “Piglia” si trova nell’area Nord-Est del territorio di Cutrofiano; in particolare, l’area interessata dal progetto è servita da una stradina comunale molto utilizzata come percorso ciclabile e pedonale, in quanto offre panorami mediterranei di grande pregio. E’ necessario precisare che non si tratta di un sito considerato pericoloso dal punto di vista idrogeologico ed anzi non è compromesso da cave ipogee; ma, proprio per questa ragione, andrebbe tutelato nella sua integrità per non esporre il territorio ad un nuovo rischio che, oggi, si potrebbe ancora evitare.

Nelle immediate vicinanze, inoltre, sorgono strutture storiche, turistico-ricettive e agro-alimentari di pregio, come le masserie Piglia, Lame, Astore e Appidè e l’intero circondario paesaggistico verrebbe compromesso irrimediabilmente dall’attività proposta. Nel Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) della Provincia di Lecce l’area è inoltre classificata come area “di espansione della naturalità esistente, di prima fase e seconda fase”, ovvero, un’area posta a salvaguardia delle masserie, considerate “elementi della cultura materiale”, in una visione sostenibile di attività turistico e agro-alimentari.

La zona nel Ptcp della Provincia di Lecce

Posizione della cava tra le masserie L’area individuata dalla Movit Srl sorge ai confini di quello che il Putt regionale indica come Ambito Territoriale di Valore Distinguibile “C” (A.T.E. “C”), da tutelare.

E ricade nell'area prevista dal Piano faunistico venatorio, come area per addestramento cani (Z.A.C) di tipo “B”, denominato “Lupie”. In queste zone si pratica l’addestramento dei cani da caccia con uso di armi ad anima liscia in tutto l’arco dell’anno.

Piano faunistico venatorio

Il cartello indica che si tratta di una zona di addestramento cani Nell’area in questione inoltre sono presenti delle doline carsiche naturali, ovvero delle conche chiuse, assimilabili a bacini, che, data la natura carsica dei luoghi e la porosità dei materiali presenti nel sottosuolo, contribuisce all’assorbimento delle acque meteoriche attraverso vie sotterranee e all’alimentazione delle falde.

Il Putt Puglia. In evidenza la zona delle doline

Cava Movit a Cutrofiano, le doline L’attività estrattiva potrebbe anche provocare un inquinamento delle falde acquifere attraverso le doline. L’acqua presente nel sottosuolo oggi è considerata di grande qualità; infatti nelle immediate vicinanze è stata richiesta una concessione regionale per l’approvvigionamento di “acqua minerale”, concessa ma decaduta.

Zona relativa all'autorizzaizone all'approvvigionamento di acqua minerale

Il paesaggio tipicamente mediterraneo dei luoghi ha un pregio anche di tipo faunistico considerando la presenza del “Falco pecchiaiolo”.
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