Bari. Parte oggi il workshop di due giorni su infertilità maschile e femminile. Importanti aggiornamenti sulla legislazione italiana in materia
BARI – Oltre 100 tra medici specialisti, biologi e tecnici di laboratorio di caratura nazionale saranno a Bari, oggi e domani, per prendere parte al IV workshop “Procreazione medicalmente assistita”. L’appuntamento, che si svolgerà presso Villa Romanazzi Carducci, è l’occasione per ascoltare le relazioni dei massimi esperti di infertilità maschile ed infertilità femminile, oltre ad importanti aggiornamenti sulla controversa legislazione italiana sull'argomento. I lavori si apriranno oggi con l'attesissima relazione di Giulia Scaravelli, responsabile scientifica del Registro nazionale procreazione medicalmente assistita dell’Istituto Superiore di Sanità che farà il punto sugli effetti della sentenza della Corte Costituzionale che ha scardinato i paletti della legge 40. Il 1° aprile del 2009, la Suprema Corte infatti ha stabilito che non erano legittime quelle parti della legge sulla fecondazione che stabilivano l'obbligo di trasferire nell'utero della paziente tutti gli embrioni fecondati fino a un massimo di tre. Dopo la sentenza, la scelta è tornata nelle mani del medico che, d'accordo con la donna, deve stabilire caso per caso la terapia migliore, eventualmente anche conservando gli ovociti o gli embrioni in eccesso. Da allora i centri di procreazione assistita hanno potuto lavorare di più e meglio, aumentando del 20% i propri successi, un dato che aumenta nel caso di pazienti al di sotto dei 39 anni. Ora l'esigenza dei medici è quella di definire delle linee guida comuni per la PMA. In primo luogo uniformando l'età “ragionevole” entro la quale la donna può accedere in maniera convenzionata (ovvero a carico del Sistema sanitario nazionale) a questa tecnica. Oggi ci sono Regioni che hanno regolamentato e altre, come la Puglia, dove non esiste ancora un limite massimo d'età per l'accesso a queste tecniche. Nel workshop interverranno esperti del tavolo interregionale per aggiornare i partecipanti. La giornata di domani è invece dedicata al tema dell'infertilità maschile e femminile, con autorevoli relazioni di esperti delle diverse patologie provenienti da tutta Italia. Particolarmente atteso l'intervento di Luca Gianaroli, presidente uscente dell'European Society of Human Reproduction and Embryology, massimo organo europeo in tema di fecondazione assistita. I referenti scientifici del workshop Pasquale Totaro e Yoon Sung Cho, rispettivamente responsabile medico e responsabile di laboratorio del servizio Fivet (Fecondazione in vitro con embryo transfer) presso l’Ospedale privato accreditato con il sistema sanitario nazionale “Santa Maria” di Bari, hanno previsto delle sessioni sull'infertilità estremamente qualificate, con la possibilità da parte dei 100 congressisti di poter rispondere in simultanea ai quesiti posti dai relatori grazie ad un sistema interattivo di votazione elettronica. Ai dottori Totaro e Cho abbiamo chiesto di illustrarci più da vicino la tematica della infertilità. Dottoressa Cho, l’emergere delle problematiche legate all’infertilità dipende più da fattori fisiologici e ambientali o dal fatto che, rispetto al passato, si insiste maggiormente nel tentare di procreare? “Lo ritengo soprattutto legato a fattori sociologici ed ambientali. Direi che per le donne è più sociologico, in quanto queste oggi posticipano un po’ il desiderio di gravidanza perché devono realizzarsi sia nell’ambito della coppia sia dal punto di vista lavorativo e molto spesso arrivano a cercare la maternità attorno ai 40 anni. Il fattore fisico-ambientale è più riscontrabile negli uomini, al punto che nel 2010 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dovuto rivedere il valore della soglia di normalità del liquido seminale, che va sempre a ribassare. Ciò è dovuto probabilmente all’aria che respiriamo o ai cibi che mangiamo. L’infertilità della coppia poi dipende dalla combinazione dei due fattori”. Quanto la componente psicologica influisce sul concepimento? “E’ molto importante ed ecco perché noi presso la nostra clinica offriamo anche consulenza e sostegno psicologico alle coppie che approdano ai temi di fecondazione assistita. Spesso le donne non affrontano con la necessaria sincerità il percorso di fecondazione”. Dottor Totaro, sulla base della sua esperienza, quante volte si riscontra una “responsabilità” dell’uomo o della donna e quante volte invece, in caso di avanzamento dell’età, gli aspetti sono combinati? “L’avanzamento dell’età è il fattore preponderante nella difficoltà a concepire. L’età alla quale oggi si inizia a pensare di mettere alla mondo un bambino è attorno ai 33-35 anni. Ma a quell’età il liquido seminale maschile subisce un processo di invecchiamento e altrettanto avviene per gli ovociti femminili. E poi naturalmente tutte le problematiche legate al tenore di vita di oggi tendono a diventare delle concause dell’aumentata tendenza all’infertilità”. Quali sono le cause più diffuse? “Nella donna certamente l’endometriosi, una malattia sociale femminile. Non è una malattia maligna ma crea delle condizioni a livello pelvico che possono inficiare la funzionalità delle tube e delle ovaie e quindi diminuire la soglia di fertilità. Anche i fibromi femminili possono diminuire la fertilità. Inoltre oggi, per via di una maggiore libertà sessuale, possono aumentare le malattie infiammatorie pelviche che creano danni alle tube”.
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