Bando per donne nei festivi. Cgil: ‘La Provincia sfrutta il bisogno’

Lecce. Antonella Cazzato spiega perché il sindacato non ha firmato il patto di genere di Palazzo dei Celestini

LECCE – “La leggerezza con cui un assessorato provinciale, che dovrebbe promuovere le pari opportunità, presenta, nel giorno della festa della donna, un bando che impiega, solo nei festivi e tramite pagamento in voucher di sostituzione, le madri disoccupate o inoccupate, ci lascia sconcertati e amareggiati”. Antonella Cazzato, segretaria Cgil, si scaglia contro il bando della Provincia di Lecce per commesse nei giorni festivi e nel week end. “Sconcertati – dice Cazzato – perché la scelta di rispondere così alla richiesta di aiuto da parte di donne, italiane e straniere, che versano in gravi condizioni economiche e occupazionali, è semplicemente una scelta sbagliata. Amareggiati perché la Cgil, a suo tempo, si è opposta con determinazione a questo provvedimento rifiutando di firmare il patto di genere della Provincia. Nonostante questo però, l’assessore alle Pari opportunità ha deciso di andare avanti comunque, mettendo in essere un bando che mortifica i diritti delle donne, non garantendo loro né un lavoro dignitoso, né una retribuzione equa, né tantomeno la possibilità di conciliare vita e lavoro”. Secondo la segretaria Cgil, il bando presentato dall’assessora D’Antini sarebbe tutt’altro che un’opportunità per le donne; inoltre farebbe leva sulla crisi e sul bisogno di lavoro per mettere le donne a cui si rivolge nella condizione di accettare condizioni altrimenti inaccettabili. “In che modo pensa l’assessore provinciale – chiede Cazzato – che queste donne si provvederanno, nel momento in cui dovessero accettare questo tipo di incarico tramite voucher di sostituzione? Cosa faranno quelle donne a cui è rivolto il bando, che sono già in uno stato di bisogno economico, sole, ragazze madri, inoccupate, straniere, se in una singola giornata di lavoro, festiva o domenicale, dovranno anche provvedere a ‘piazzare’ i propri figli”? Cazzato precisa inoltre che la Cgil non ha firmato il patto di genere proposto dalla Provincia di Lecce perché i voucher di sostituzione sarebbero “lavoro a cottimo mascherato”, cioè sfruttamento di chi è in una condizione di bisogno e che pertanto si sottopone anche a condizioni di lavoro inaccettabili. “Un’istituzione, però – conclude – a nostro parere, non può rinunciare al principio di qualità della conciliazione e di tutela della dignità della lavoratrice e della persona, sol perché c’è la crisi”.

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