Edilizia, aumentano le imprese. ‘Ma è un effetto della crisi’

Lecce. Luigi Marullo, presidente di Confartigianato Costruzioni, commenta i dati apparentemente in controtendenza. “Chi non ha lavoro si mette in proprio”

LECCE – Aumentano, in Provincia di Lecce, le imprese artigiane del comparto edile. Nel Registro imprese della Camera di commercio di Lecce, ne risultano iscritte 5.572 su 8.067 imprese totali. Pari al 70%. Nel 2010, erano 5.520 su 7.972. A rilevarlo è l'Osservatorio economico di Confartigianato Imprese Lecce, che ha raccolto i dati sul settore delle costruzioni, forniti da Istat, Unioncamere, Banca d'Italia, Inps e Inail. In particolare, le ditte individuali sono 6.804 pari all'89,9%, mentre le società sono 767 e rappresentano il 10,1%, di cui il 3% sono società di capitali, il 6,6% società di persone, lo 0,3% cooperative e lo 0,1% consorzi. Gli occupati nel settore delle costruzioni sono 24.472, di cui 16.503 sono dipendenti e 7.969 indipendenti. Lo stock degli impieghi al 30 ottobre scorso ammonta a 868 milioni e 900mila euro. Il comparto dell’edilizia, in provincia di Lecce, “vale” un miliardo e 244 milioni di euro. Calano, di contro, gli infortuni, che continuano a registrare valori negativi. Nel 2010 sono stati 631, con un calo di 118 incidenti in meno rispetto all'anno precedente. La flessione è del 15,8%. Ma se si considerano i dati a partire dal 2005 la diminuzione è del 33,4%. Il report fornisce un altro dato: le richieste per le detrazioni di spesa sostenuta per le ristrutturazioni edilizie sono state 503 nel periodo gennaio-maggio 2011, mentre nello stesso arco temporale del 2010 erano state 585. “Sono dati sorprendenti – commenta Luigi Marullo, presidente della categoria Costruzioni di Confartigianato Imprese Lecce – in quanto dimostrano una certa vitalità del settore, nonostante l’evidente stato di crisi in cui versa l’intero comparto. Sono dati in controtendenza. Dopo un’analisi attenta, però, si evince che spesso i lavoratori disoccupati del settore, non avendo alternative, sono costretti ad intraprendere la strada dell’impresa individuale”. Ad ogni modo, “l’artigianato, e l’edilizia in particolare, è da sempre portatore di valori e competenze che purtroppo, nella nostra società, si vanno sempre più smarrendo. L’impegno personale – sottolinea – l’assunzione di responsabilità, il coinvolgimento diretto, anche patrimoniale, devono essere valorizzati e posti al centro delle politiche pubbliche. Certo, un impulso al mercato è arrivato con il consolidamento delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, ma per dare slancio al comparto occorre un'inversione di tendenza, a tutti i livelli istituzionali, perché senza investimenti non può esserci crescita”. In particolare, spiega Marullo, “bisogna procedere con la realizzazione di interventi diffusi sul territorio, di opere medio-piccole per riqualificare i nostri centri urbani e le periferie delle città, anche attraverso lavori di sostituzione edilizia. E’ opportuno aggiornare gli strumenti urbanistici, ormai inadeguati ed obsoleti”. Una volta varate le leggi regionali, continua il presidente, “occorre far scaturire un sistema di convenienze per tutti i soggetti coinvolti: dalle collettività ai singoli proprietari, dagli enti locali agli operatori privati”. In occasione della recente manifestazione di protesta, ricorda il presidente, “abbiamo redatto un documento unitario, sottoscritto dalle associazioni di categoria, dalle organizzazioni sindacali e dagli Ordini professionali: Confartigianato costruzioni, Ance, Aniem Confapi, Cna, Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, Ordine degli ingegneri, Ordine degli architetti e Collegio dei geometri”. Nel documento sono contenute sei richieste: la revisione del Patto di stabilità che vincola i Comuni; il recepimento della direttiva europea sui ritardati pagamenti; l’emanazione del decreto attuativo per consentire l’utilizzazione del fondo presso la Cassa depositi e prestiti; una maggiore flessibilità del sistema creditizio; il monitoraggio sull'effettiva destinazione delle risorse messe a disposizione dalla Banca centrale europea; interventi incisivi sugli assetti della pubblica amministrazione per superare i vincoli e le inefficienze della burocrazia.

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment