Roma. La proposta presentata dal deputato salentino del Pdl
ROMA – Prima della crisi economica solo gli addetti ai lavori sapevano che cosa fossero. Da qualche anno, invece, fanno parte del parlare quotidiano e dominano i titoli di apertura dei giornali di gran parte del mondo. Le agenzie di valutazione del merito di credito (il cosiddetto rating), nate agli inizi del ‘900 negli Stati Uniti, analizzano la solidità finanziaria di soggetti quali Stati sovrani, enti, governi, imprese, banche e assicurazioni. Il rating valuta l’entità del rischio di credito, cioè, la capacità del debitore di far fronte al rimborso del proprio debito e fa sì che gli investitori possano orientarsi sul mercato e capire se uno Stato, una banca o un’azienda sono in grado di ripagare i creditori. Negli ultimi tempi, però, non poche sono state le polemiche sull’affidabilità delle agenzie di valutazione del merito di credito tant’è che numerosi quotidiani economico-finanziari e importanti economisti hanno affermato che: “Le agenzie di rating hanno avuto una trasformazione. Probabilmente sono diventate dannose per la salute dei listini. Erano nate come strumento di garanzia ma, con il passare del tempo, sono divenute un elemento destabilizzante capace di far perdere milioni di dollari o di euro agli investitori”. Inoltre, ingenera sospetto il fatto che importanti fondi finanziari siano azionisti, a vario titolo, di queste agenzie e ciò rilancia il dubbio circa il reale valore del giudizio di rating e sulla necessità di controlli più stretti. Allo scopo di realizzare ciò il deputato salentino del Pdl Ugo Lisi ha presentato, assieme al collega Rocco Ghirlanda, una proposta di legge per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta parlamentare italiana che valuti l’imparzialità e l’affidabilità delle agenzie di rating. “In questo momento critico per l’economia mondiale è necessario agire con decisione – ha spiegato Lisi -. La Commissione di cui ho proposto l’istituzione potrebbe anche avere funzioni di indirizzo per la stessa Unione Europea, indicando strade alternative come, ad esempio, l’istituzione di un’Agenzia unica europea con capitali pubblici bilanciati”.