Brindisi. L’area sequestrata dai militari leccesi si estende per 45mila metri quadrati. Segnalato l’amministratore della società
BRINDISI – Un’area di circa 45mila metri quadrati utilizzata come deposito giudiziario di veicoli, imbarcazioni ed altri beni mobili da una società con sede legale in Brindisi ed operante su tutto il territorio salentino. L’hanno scoperta e sottoposta a sequestro i carabinieri del Noe di Lecce a Brindisi, sulla circonvallazione per Bari.

Al momento del sopralluogo, i militari hanno riscontrato che sull’intera area erano stati stoccati, in assenza di autorizzazione, rifiuti speciali, pericolosi e non, costituiti da autoveicoli demoliti non bonificati, componenti meccaniche e di carrozzeria, pneumatici fuori uso, batterie al piombo, rifiuti lignei e plastici, tutti abbandonati direttamente sul terreno ed in modo tale da ostruire diverse vie d’accesso e di circolazione all’interno del deposito, con possibili conseguenze per la sicurezza della struttura e del personale dipendente. Relativamente agli autoveicoli presenti nell'area, gli accertamenti effettuati hanno evidenziato la presenza di centinaia di mezzi demoliti da anni e mai bonificati, come previsto dalla legge, e da considerare, quindi, a tutti gli effetti, rifiuti speciali. L'amministratore unico della società é stato segnalato, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Brindisi, per ipotesi di reato che comprendono la gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e l'esercizio di discarica abusiva. Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro è pari a circa due milioni di euro. Il Noe ha provveduto ad informare del sequestro anche le autorità amministrative e quelle sanitarie per i provvedimenti di competenza.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding