Un Paese per donne?

Bari. Se la Puglia dimostra di tenere in conto le questioni di genere, l’Italia no. Oggi in Fiera il “punto” sul fatto e sul da farsi

BARI – “E' un Paese per donne”? E’ il significativo interrogativo che dà il titolo al convegno organizzato per le 10.30 di oggi presso il padiglione numero 152 della Regione Puglia alla Fiera del Levante. “L’iniziativa – ha spiegato l’assessora al Welfare Elena Gentile – si propone di socializzare dati, punti di riflessione sul processo pugliese sulle questioni di genere, assolutamente in controtendenza rispetto a quello che accade a livello italiano. C’è però il vulnus della rappresentanza nelle istituzioni: ecco perché le donne hanno presentato un progetto di legge per introdurre la doppia preferenza e il pareggio della presenza in lista. E’ un percorso che non nasce dalle aule consiliari né dalle segreterie di partito”. L’incontro costituisce l’occasione per mettere in luce le questioni ancora aperte verso l’effettiva parità di genere. Durante la conferenza verranno presentate infatti le principali criticità emerse dal Rapporto Ombra e relative alla diffusione e alla applicazione della Convenzione CEDAW (Convenzione per l'eliminazione delle discriminazioni contro le donne) in Italia, al funzionamento del sistema delle pari opportunità, agli stereotipi di genere, alla rappresentanza femminile nella vita pubblica e politica, al lavoro, alla previdenza sociale, alla salute, allo sfruttamento sessuale delle donne, alla violenza di genere in tutte le sue forme, dai matrimoni forzati al femminicidio. Il Rapporto pone particolare attenzione alle discriminazioni subite dalle donne disabili, dalle donne private della libertà personale, dalle donne migranti, Rom e Sinte, dalle lesbiche e transessuali. “Dopo la presentazione, a luglio scorso a New York, del VI rapporto periodico del Governo italiano sull’attuazione della convenzione – ha aggiunto l’assessora – sono state avanzate da parte dell’ONU alcune raccomandazioni che fanno riflettere su quanto ancora, nonostante i passi avanti, sia impervio il cammino per l’uguaglianza di genere nelle sue forme diverse. Con tali raccomandazioni, che riguardano gli ambiti di discriminazione prima elencati, l’ONU chiede al Governo azioni e interventi incisivi, ribadendo che la Convenzione CEDAW, sottoscritta a suo tempo, è vincolante. La Regione Puglia ha dato avvio a una serie di iniziative in linea con la Convenzione Cedaw e che, tassello dopo tassello, modificano l’impianto strutturale e culturale del nostro territorio. Prima fra tutte la legge la L.R. 7/2007, conosciuta come la Legge sulle Pari opportunità”. Durante la giornata, alla quale prenderà parte anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, sono previste le relazioni: “30 anni di CEDAW e la promozione dei diritti delle donne in Italia”, di Claudia Signoretti, Pangea Onlus, Roma, redattrice del rapporto ombra; “La CEDAW e il diritto delle donne alla partecipazione politica”, di Barbara Spinelli del Foro di Bologna, Giuristi Democratici, redattrice del rapporto ombra; “La rappresentanza di genere in Italia e in Puglia”, di Valeria Pellegrino del Foro di Lecce. Gli interventi saranno coordinati da Francesca Laforgia del Foro di Trani, associazione “Un desiderio in comune”, Giuristi Democratici. Al convegno interverranno Serenella Molendini, consigliera di Parità per la Puglia, Magda Terrevoli, presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità, Anna Losurdo, presidente CPO Ordine Avvocati di Bari, Luisa Giorgio, Università di Bari, del Comitato Pari Opportunità. Le conclusioni sono affidate ad Elena Gentile, assessora regionale al Welfare e alle Pari Opportunità. // La Regione Puglia, con un occhio alla CEDAW Promozione dei diritti delle donne e rappresentanza politica L’assessore al Welfare ha proposto una modifica alla legge elettorale che prevede il riequilibrio della presenza percentuale dei due sessi per l’elezione del Consiglio regionale. La modifica introduce emendamenti alla legge 28 gennaio 2005 – n. 2 e prevede che in ogni gruppo di liste nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura superiore al 50%. Inoltre prevede la doppia preferenza: l’elettore può esprimere uno o due voti di preferenza. Nel caso di doppia preferenza, una deve riguardare una candidata e l’altra un candidato della stessa lista, pena l’anamento della seconda preferenza. Servizi di conciliazione vita lavoro In questa ottica si inseriscono gli interventi realizzati per l’infrastrutturazione sociale, dagli asili alle strutture per anziani, ai servizi domiciliari. Di prossima pubblicazione altri nuovi 4 avvisi pubblici che arricchiscono la gamma di servizi per la conciliazione vita- lavoro. Contro la violenza di genere Due leggi e un regolamento regionali, due piani delle politiche sociali e il Programma triennale, con le sue linee guida, definiscono la rete e la distribuzione territoriale dei servizi, gli standard qualitativi per garantire omogeneità, tempestività e qualità nella risposta alle vittime di violenza. Ad agosto 2011 i sei piani di Intervento locale per la prevenzione e il contrasto della violenza su donne e minori presentati dalle Province in raccordo con gli Ambiti territoriali di riferimento. Discriminazioni A seguito della firma del protocollo d’intesa fra Regione (Assessorato al Welfare e Assessorato alle Politiche giovanili, Cittadinanza sociale, attuazione del programma) e UNAR (Ufficio nazionale deputato alla prevenzione e contrasto di ogni forma di discriminazione) a luglio 2010, è stato avviato il percorso per la creazione di un Centro di coordinamento regionale di prevenzione e contrasto di ogni forma di discriminazione che nel suo funzionamento si avvale di un modello organizzativo reticolare. Il Centro opera in sinergia con gli organismi di parità, le istituzioni pubbliche e il terzo settore ed è supportato da UNAR che fornisce gli strumenti conoscitivi e operativi per sostenere la rete sul territorio così da garantire una presenza capillare, omogeneità nella qualità delle informazioni e dei servizi di mediazione e di assistenza legale. Per dar vita alla rete è stato pubblicato, a metà maggio, un avviso pubblico di manifestazione d’interesse che ha raccolto oltre 100 candidature, ora in fase di valutazione finale. Stereotipi di genere È stato istituito l’Osservatorio sulla comunicazione di genere che ha il compito di fornire un supporto scientifico alla Regione in materia di comunicazione orientata al genere, promuovere attività di prevenzione e contrasto agli stereotipi di genere, realizzare nuove iniziative di natura tecnico scientifica, formativa e culturale in questo campo. Confluiscono nell’osservatorio le expertise delle università pugliesi e degli organismi regionali di parità, protagoniste negli anni di una riflessione strategica e di numerosi interventi in questa direzione.

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