Referendum. Superato il quorum

Risultato al di là delle aspettative. Quorum raggiunto e, sembrerebbe, abbondantemente superato.

13 giugno 2011 ore 16:12 Il Quorum c'è. Attualmente, l'affluenza calcolata si attesta intorno al 57%. ———————————————————- Il quorum è vicino. Si è attestata attorno al 41%, alle 22 di ieri, l’affluenza alle urne su scala nazionale. Un risultato che dà buone probabilità al raggiungimento del numero legale affinché il risultato del referendum abbia valore, il 50% + 1. In Puglia la media dei votanti è stata inferiore a quella nazionale, fermandosi al 35,7%. A Lecce e provincia ha votato il 37,5% degli aventi diritto; la provincia salentina, tra le pugliesi, è stata la più “diligente”. A Taranto il 35,9%; a Brindisi il 34,8%; nella città capoluogo di Regione si è registrata un’affluenza pari al 37,1%; a Foggia, del 31,8%; nella Bat, del 33,9%. Oggi si vota dalla 7 alle 15. Ogni volta che la prima affluenza è stata a due cifre, dicono le statistiche, il quorum è sempre stato raggiunto. 12 giugno 2011 Acqua, nucleare, legittimo impedimento: si vota di Andrea Gabellone Ora, davvero, non ci sono più scuse. Faber est suae quisque fortunae, diceva un antesignano dell'illuminismo; ciascuno è artefice del proprio destino. Non che fino ad ora siano valse regole proprie dell'assoggettamento o della coercizione, intendiamoci, ma il sistema democratico di questo Paese, oggi, non potrebbe sicuramente elevarsi a modello; o per lo meno, alcuni accadimenti ci hanno dimostrato che non è immarcescibile come si pensava.   Questo referendum arriva in un momento delicato, cruciale. Sono tante le ragioni che lo rendono speciale, ma su tutte e al di sopra di qualsiasi disquisizione, c'è l'importanza dei temi che affronta. Dopo un'opera di dissuasione, passata dal silenzio ai tentativi di boicottaggio, il premier Silvio Berlusconi ha voluto giocare la carta dell'astensione. Mai, nella storia della Repubblica, ci si era opposti con questa veemenza ad un voto popolare. La tanto sbandierata sovranità degli italiani è diventato l'incubo di questo governo, tanto da spingere lo stesso Berlusconi a dichiarare che il voto di oggi e domani sarà totalmente inutile. Come direbbe qualcuno, “la paura puzza”, e i nostri nasi la stanno già avvertendo.  Giungere al quorum non è certo impresa da poco, e, come se non bastasse, bisognerà stare attenti al rischio “scheda a”. Sul web, unico mezzo di comunicazione dove si parla liberamente del referendum, da giorni, circolano dei post che informano sul pericolo di anamento del voto dovuto alla composizione fisica delle schede stesse. Queste sarebbero di un materiale simile alla “carta carbone” e, chi andrà a votare, potrebbe incorrrere quindi nella possibilità, tenendole sovrapposte, di marcare una “X” dove non è concesso farlo. Dopo tutto ciò che si è detto e fatto per invalidare questa chiamata alle urne, non stupirebbe se qualche malpensante gridasse al complotto; ma l'importante, come sempre, è essere informati. Di seguito, un articolo di un mese fa con informazioni utili sui quesiti di carattere nazionale. Di Andrea Gabellone Ad un mese dai referendum del 13 e 14 giugno, un silenzio surreale ci giunge dalla televisione di Stato, la quale, pur avendo il dovere di informare la cittadinanza e promuovere un voto consapevole, non ha ancora approvato il testo che garantisce e regola l'informazione durante il periodo elettorale. Approvazione che, secondo la legge, sarebbe dovuta avvenire più di un mese fa. 
Il referendum rispetta, per principio, la sovranità popolare; una sovranità tanto invocata in alcuni momenti quanto temuta in altri. Questa è l'occasione di esprimere la nostra opinione, qualunque essa sia, senza tramiti e su tre temi di grande importanza: la privatizzazione dell'acqua, la produzione di energia nucleare e l'eliminazione del legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei Ministri e dei ministri. 

 // Primo e secondo: a proposito d'acqua 
Il primo quesito propone l'abrogazione dell'art. 23 bis della legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Il governo Berlusconi vorrebbe affidare la gestione del servizio idrico ai privati. 
Il secondo quesito, abrogando il comma 1 dell'art. 154 del decreto legislativo n. 152/2006, propone di impedire ai privati di trarre profitto dalla gestione dell'acqua. Il comitato promotore del referendum spiega che il suddetto comma “consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio”. 
Nel 1995, il vicepresidente della Banca Mondiale, Ismael Serageldin, affermò: “Se le guerre di questo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del prossimo secolo avranno come oggetto del contendere l'acqua”. In altre zone del mondo, dove l'acqua è un privilegio di pochi, è già così. È giusto ricordare che le Nazioni Unite, nel luglio 2010, hanno riconosciuto il diritto umano universale all'acqua. 

 // Terzo: il nucleare 
Il terzo quesito è denominato “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”. Nonostante la preoccupazione del presidente del Consiglio tesa ad avere un voto obiettivo e sereno, magari a qualche anno dalla catastrofe di Fukushima, il referendum dovrebbe svolgersi regolarmente. La Cassazione deciderà al riguardo, prendendo in considerazione sicuramente anche le premure di Berlusconi. Sebbene ci fossimo già espressi nel 1987, rifiutando la costruzione di centrali nucleari sul suolo italiano, torniamo a farlo con due novità rispetto ad allora: i disastri atomici si rinnovano e le energie pulite crescono. Tutto questo, relazionato ad un territorio ricco di sole e vento, e altamente sismico come l'Italia, lascia, seppur sommariamente, indicazioni chiare. Il premio Nobel Carlo Rubbia afferma che “non esiste un nucleare sicuro o a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità per cui, ogni cento anni, un incidente nucleare è possibile: questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali”. Dall'altra, il professor Franco Battaglia, docente di Chimica Ambientale all'Università di Modena, assicura che “l'incidente di Chernobyl non ha causato morti”. Prodigi della scienza. 

 // Quarto: il legittimo impedimento 
Il quarto ed ultimo quesito propone l'abrogazione dell'art. 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l'art. 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante “Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”. Questo è il punto politicamente più caldo tra i quattro. L'abrogazione di questi articoli non permetterebbe più ad alcun membro del Governo di arrecare giustificazioni legate alla propria funzione istituzionale per non comparire in un processo che lo coinvolge. Perché imparzialità della legge è anche restituire ai propri governanti la possibilità di difendersi legalmente, come è concesso a tutti. Perché assumere una carica pubblica deve essere sinonimo di trasparenza, nessuno escluso. Per cominciare a restituire un senso a quella bilancia rappresentata nel simbolo della Giustizia. Perché la legge, come sancisce la Costituzione, è uguale per tutti.

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