Leone De Castris. ‘La mia ricetta per la ripresa del Salento’

Lecce. L’analisi del presente e le strategie per lo sviluppo. Il neopresidente di Confindustria a tutto tondo sulla situazione economica della provincia

LECCE – Cinquant’anni, sposato, due figli, amministratore delegato dell’azienda vitivinicola di famiglia, la più antica della Puglia, che vanta una tradizione plurisecolare e il primo imbottigliamento sin dal 1925.Tra i primati aziendali si possono citare la creazione del primo Rosato italiano, il famoso Five Roses nato nel 1943. Piernicola Leone De Castris è il primo presidente di Confindustria Lecce del comparto agroalimentare, un settore ‘emergente’ nel Salento. Finora la massima carica dell’associazione leccese era sempre stata garantita dall’alternanza di edili, manifatturieri e metalmeccanici. E’ il segno dell’evoluzione dell’economia in Provincia di Lecce. L’associazione leccese torna in piena attività dopo uno stallo di oltre un anno. Non si poteva completare la transizione dalla precedente presidenza in tempi più rapidi? “Era la prima volta che si adottavano per l’elezione del presidente le norme del nuovo Statuto confindustriale, che prevede una serie di passaggi che hanno necessitato un iter preciso e tempi, purtroppo, non brevissimi”. L’apertura della sua relazione programmatica è dedicata alla crisi esplosa nel 2008. Quali sono le prospettive di ripresa per le imprese della provincia di Lecce? “La crisi sta portando a compimento quel processo di riposizionamento sulle fasce alte e medio alte del mercato dei comparti maturi del Made in Italy. Nello stesso tempo si stanno affermando i settori brain – intensive, come la meccatronica, l’aeronautica, l’energia, la farmaceutica, le nano e biotecnologie, l’ict. Si tratta di valorizzare quei settori che possono dare un vantaggio comparato sui mercati mondiali. Al contempo, turismo, cultura, agroindustria, logistica rappresentano sponde indispensabili perché il nostro territorio possa tornare a crescere riprendendo il proprio ruolo di protagonista nell’economia internazionale”. Nel triennio 2011-2014, lei guiderà un sistema imprenditoriale che pone grandi speranze nel turismo. Possono trarre beneficio da questo trend favorevole anche altri settori? “Sì. Il turismo è uno dei settori più vivaci e dinamici del territorio che incide in maniera proattiva anche sugli altri settori e costituisce un volano fondamentale per l’economia territoriale. Il contributo del comparto all’economia locale è ancora marginale: affinché le ricadute del turismo si esplichino anche sugli altri settori, è necessario pertanto implementare le straordinarie potenzialità artistiche e naturalistiche, oltre che balneari del territorio, insieme alle molteplici opportunità di natura culturale e sportiva”. Per le vicepresidenze ha scelto un gruppo variegato. Dal giovane Ennio Montinaro al veterano Vito Margiotta, al volto nuovo Giuseppe Mazzardo. In più l’esperienza del vicepresidente vicario Enzo Benisi. Mancano però le donne… “Confindustria Lecce ritiene che le donne abbiano un ruolo importantissimo, tant’è che già da qualche anno ha creato al proprio interno il Comitato Femminile Plurale, attualmente presieduto da Stefania Leuci. La rilevanza del ruolo delle donne sarà avvalorata dalla loro presenza nel Consiglio direttivo, organo principe dell’Associazione”. Aree Vaste: da lì passa la capacità dei territori di autodeterminarsi. Ma serve un'accelerata per scongiurare il disimpegno delle risorse. Che cosa farà Confindustria? Si è ancora in tempo a rimodulare i progetti delle Aree Vaste (guardiamo alla Puglia, ma soprattutto a Casarano e Lecce). In quale direzione? “Confindustria Lecce ritiene – così come già messo a punto in sede di confronto con il Comitato Mezzogiorno di Confindustria, le Regioni ed il Governo – che occorra riprogrammare le risorse europee, prestando grande attenzione alle esigenze di sviluppo delle regioni meridionali in un’ottica globale. Infrastrutture strategiche, logistica, diffusione della banda larga di ultima generazione, recupero e sviluppo delle realtà urbane in chiave di sviluppo turistico sono obiettivi indispensabili per la crescita territoriale. Le aree vaste potranno recuperare un ruolo strategico di primo piano se esprimeranno progettualità in tali direzioni. Confindustria Lecce lavorerà affinché ciò sia possibile”. Ad oggi il “sistema imprese” beneficia del 42,50% degli impegni di spesa sul totale del Fesr del PO 2007-2013. Che cosa altro bisogna chiedere alla pubblica amministrazione per sostenere le imprese nella crisi? “Occorre prioritariamente che i Fesr vengano orientati e finalizzati su settori strategici, evitando che si disperdano in aiuti a pioggia. Inoltre, è necessario che i fondi arrivino alle imprese con procedure, tempi e meccanismi che siano compatibili e funzionali alle esigenze dell’attività imprenditoriale. Lungaggini burocratiche, farraginosità dei meccanismi, rischiano di ridurre, se non di vanificare, l’efficacia di tali interventi”. Come valuta il 'Piano straordinario per il lavoro' della Regione? “Apprezzo il fatto che la Regione sia intervenuta per arginare la crisi occupazionale. Tuttavia il problema occupazionale deve essere affrontato impostando politiche di sviluppo che creino le condizioni per una crescita solida e duratura delle imprese, che svolgono una funzione sociale importantissima perché sostengono il lavoro e l’occupazione. Occorre pertanto creare le condizioni per un sistema di lavoro moderno, articolato, responsabile che coniughi le esigenze del mercato con quelle delle imprese e dei lavoratori e che consenta ai giovani di entrare nel mondo del lavoro”. E il Piano per il Sud del Governo? “Il Piano per il Sud va nella giusta direzione della concentrazione delle risorse per il Mezzogiorno e individua settori fondamentali di azione, quali infrastrutture, logistica, sicurezza e legalità, sviluppo, recupero del territorio. E’ fondamentale però creare un meccanismo virtuoso tra Governo, Regioni, territori perché il Piano venga rapidamente attuato. L’alternativa è il disimpegno dei fondi europei, già dal 2011”. Cresce l'autoimprenditorialità dei giovani e delle donne, più per necessità, che per vocazione. Che cosa direbbe loro un imprenditore di terza generazione? “L’attività imprenditoriale non si improvvisa: i giovani, pur cogliendo le opportunità legate ai vari fondi, devono impostare progetti di sviluppo di lungo periodo, accompagnando gli stessi con una buona dose di coraggio, propensione al rischio, spirito di sacrificio e, soprattutto, capitali. Le nostre imprese sono sottocapitalizzate e, spesso, questo ne determina la crisi. Occorre, poi, che l’imprenditore possa contare su collaboratori capaci, ai quali delegare, poiché non credo che un uomo da solo possa fare tutto. L’impresa è fatta di uomini che, come in una barca, devono remare insieme verso la meta”. // L’associazione in numeri Confindustria Lecce conta 500 iscritti più 300 aggregati. E’ il terziario avanzato il settore più rappresentato, seguito da edilizia e metalmeccanica. Dal 7 ottobre Piero Montinari, già presidente dell’associazione leccese, è presidente di Confindustria Bari. Per sette mesi Sergio Goffredo ha traghettato l’associazione verso la nuova presidenza.

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