Ciclo illegale dei rifiuti. Puglia seconda in Italia

Pubblicato il rapporto Ecomafia di Legambiente: in Puglia 609 infrazioni nel 2010, il 10% del totale nazionale

Secondo posto in classifica. Praticamente un piazzamento da prima della classe. Solo che stavolta il record è tutt’altro che positivo. Perché la classifica è quella stilata da Legambiente nel rapporto Ecomafia 2011. E la Puglia è seconda solo alla Campania. Parliamo di ciclo illegale di rifiuti e di 609 infrazioni accertate (il 10,2% del totale nazionale), 616 persone denunciate e 294 sequestri eseguiti. I dati sono stati resi noti nel corso della presentazione del Rapporto alla quale è intervenuto anche il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini. Tra le province pugliesi il record di infrazioni accertate (262) spetta al capoluogo di Regione, dove si rileva una illegalità diffusa e non sempre riconducibile alla criminalità. In totale in Puglia, dal 2002 a oggi, ci sono state 36 inchieste contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, ovvero il 17,9% delle inchieste su scala nazionale. Negli ultimi cinque anni, inoltre, si è registrato un record nel numero di discariche abusive di pneumatici fuori uso sequestrate dalle forze dell'ordine: sono state 258, quasi il 22% del totale nazionale. “La Puglia – si legge nel rapporto – si conferma inoltre base logistica dei traffici illeciti dei rifiuti”. I fronti caldi sarebbero sempre i grandi porti di Bari, Brindisi e Taranto, da dove partirebbero i flussi illegali diretti in Europa ma soprattutto in Cina, India e Asia. Si tratterebbe di rifiuti costituiti principalmente da materiale plastico di scatto, carta da macero, rottami ferrosi, rifiuti elettrici e elettronici che tornano in Europa, dopo una lavorazione illegale, sottoforma di prodotti finiti. Tuttavia, è stato evidenziato nel corso della conferenza, non mancano le risposte istituzionali: la Regione Puglia ha messo in piedi una task force, sin dal 2007, composta da tutte le forze dell'ordine, l'Arpa (Agenzia regionale per l'ambiente) e il Cnr, per monitorare e prevenire i reati ambientali. I risultati ci sono: fino a marzo 2011 sono stati sequestrati 1.337 siti”.

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