Lecce. Rischiano il posto di lavoro 227 dipendenti dell’azienda sanitaria leccese. La Cgil ha organizzato la manifestazione davanti alla Prefettura
LECCE – Un sit in davanti alla Prefettura a sostegno dei 227 lavoratori della Asl di Lecce a rischio licenziamento. Ad organizzarlo, ieri, la CGIL Lecce decisa a sensibilizzare la cittadinanza sulle conseguenze che produrrà la sentenza della Corte Costituzionale del 23 febbraio scorso. La Corte è intervenuta dopo il contrasto fra il Governo nazionale e la Regione, che aveva consentito l'incardinamento dei lavoratori negli organici della Asl di Lecce. Alla manifestazione hanno partecipato decine di lavoratori della sanità, personale medico, paramedico, amministrativo che rischiano di perdere il posto di lavoro. Una parte di essi, insieme ad una delegazione di rappresentanti sindacali ha incontrato la sub commissaria, dott.ssa Lupo, che ha potuto così ascoltare in quale situazione kafkiana versino 150 dei 227 lavoratori a rischio licenziamento. I 150 sono in organico nell’Azienda sanitaria leccese in virtù di una procedura di mobilità, perché sono in realtà titolari di un rapporto di lavoro in altre strutture sanitarie della regione o persino di fuori regione. E a restare vittima di quella che la CGIL definisce una “diatriba politica”, non saranno soltanto i lavoratori, ma anche i servizi sanitari offerti perché i tagli all'organico non consentiranno – avvertono Antonella Cazzata, segretaria confederale della CGIl e Simone Longo, segretario della FP CGIL – “il mantenimento dei livelli minimi di assistenza sanitaria”. “La CGIL Lecce – si legge nella nota diffusa al termine del sit in – chiede che sia ricercata tempestivamente una soluzione politica a ogni livello e che la direzione dell’Asl di Lecce si attivi per evitare le conseguenze che il licenziamento dei lavoratori andrà a produrre direttamente sugli interessati e sui servizi”.
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