Piano traffico. Il Pd contro Perrone

Lecce. A detta dell'opposizione, è sufficiente andare a vedere quali delibere sono state approvate in questi ultimi anni per capire che il centro storico leccese non è più pedonalizzato

Di Andrea Gabellone LECCE – Il Partito Democratico di Lecce insorge contro la Giunta Perrone per l'approvazione del Piano traffico nella zona del centro storico. In buona sostanza, si contesta al sindaco l'incapacità di mantenere la città vecchia come una vera e propria isola pedonale. Le critiche del PD partono dal mancato uso delle biciclette: “Abbandonate, attaccate ai loro stalli e senza che qualcuno ci dica come fare a utilizzarle”. Per passare all'alto livello di inquinamento, tra l'altro, non monitorato perché sono state rimosse, nel silenzio, le centraline di rilevamento. Quindi, si analizza la massiccia presenza di autoveicoli nella zona: “Parcheggio selvaggio, transito indiscriminato e residenti assediati dalle auto”. A detta dell'opposizione, è sufficiente andare a vedere quali delibere sono state approvate in questi ultimi anni per capire che il centro storico leccese non è più pedonalizzato, ma è, in realtà, aperto al passaggio di qualsiasi mezzo motorizzato. Il vero problema, però, affermano dal Partito Democratico, verrà con l'attuazione del nuovo Piano traffico, già approvato, ma in attesa di ottobre 2011 per essere realizzato concretamente. “Nel momento in cui il Piano proposto dal Sindaco Perrone andrà a regime – si legge nel comunicato stampa – in conseguenza della riapertura al traffico delle strade del centro storico, centinaia di auto per andare da nord a sud e viceversa attraverseranno le strette strade storiche invece di utilizzare i viali cittadini”. Un esempio per tutti? Viale Cavallotti aperto ai pedoni e via Arco di Prato alle automobili. Dal PD lanciano, infine, un messaggio al sindaco Perrone: “Nei prossimi mesi, verranno attivate tutte le forme di controllo e di mobilitazione per evitare che l’isola pedonale della nostra città sia cancellata definitivamente, la cui cosa non permetteremo mai”.

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