AAA manager Asl cercasi, ben vestito e molto pigro

I candidati esclusi al concorso regionale per direttori Asl hanno fatto ricorso: i requisiti richiesti sono assurdi e offensivi

di Paola Ancora La sanità pugliese deve migliorare. Ma un po’, non tanto. Del resto, un rapido miglioramento dei servizi, spesso mediocri quando non scarsi, cui sono abituati tanti pugliesi, potrebbe anche scioccarli! Devono aver pensato questo i componenti della Commissione esaminatrice regionale, tre in tutto, chiamata a selezionare – secondo criteri che il presidente Nichi Vendola ha definito “d’avanguardia” – i nuovi manager della sanità pugliese. Il profilo ideale della figura del nuovo direttore generale stilato dal dottor Fulvio Oirano, dal professor Vittorio dell’Atti e dal professor Roberto Vaccani – questi i commissari – deve avere infatti, fra gli altri requisiti, anche un’“alta propensione all’ascolto, una media-alta propensione all’elaborazione e una bassa tensione alla decisione”. Bassa tensione alla decisione? Non siamo esperti in gestione delle risorse umane, ma chiunque mastichi un po’ di diritto e legga i giornali sa che il direttore generale di una Asl è una figura monocratica, con poteri forse maggiori di quelli di un sindaco, e ha, fra i suoi compiti specifici, quello di decidere e adottare le conseguenti delibere. La domanda sorge spontanea: cosa vuol dire che il direttore ideale deve avere “una bassa tensione alla decisione”? Certamente, se decide meno, avrà più tempo per concentrarsi su ogni singola, sofferta decisione. Ma sarebbe come dire che, se uno pensa meno, allora i suoi pochi pensieri saranno più profondi e ricchi di contenuti. Il criterio in questione, che ha lasciato attoniti anche molti partecipanti alle selezioni, sembra quasi scritto da un nostalgico dei tempi andati. Tempi in cui i vecchi direttori delle Asl non decidevano mai, all’insegna del “mai fare oggi quello che si può rimandare a domani”. E “domani”, puntualmente, arrivava la telefonata giusta dal politico giusto che suggeriva quale primario o infermieri assumere, quando fare i concorsi, da quale società farmaceutica servirsi e come calibrare le gare d’appalto per far vincere l’amico degli amici. Oppure, con quel criterio “dell’alta propensione all’ascolto”, seguito da “bassa tensione alla decisione” si intendeva che sono da preferirsi, ai vecchi direttori in attesa della telefonata del politico di riferimento, dirigenti che abbiano tale e tanto spirito di iniziativa da telefonare loro al numero giusto, per ascoltare e adeguarsi poi alle decisioni prese da altri. Insomma, la giusta legge vendoliana, le attese dei cittadini pugliesi desiderosi d’avere una sanità efficiente e un servizio più attento ai bisogni reali delle persone che non agli interessi dei singoli e delle lobbies, rischia di restare vittima di un vero e proprio non sense. E non solo per la “bassa tensione alla decisione”. I dirigenti delle Asl pugliesi, si legge infatti nell’elenco delle qualità richieste dalla Commissione al direttore ideale, devono avere un’ “eleganza non verbale di tipo alto”. Che cosa significa? Chi stabilisce cosa sia elegante e cosa no? Un dirigente con l’orecchino o il codino sarebbe adeguato? E se non lo è, chi spiegherà a Vendola che la Commissione d’alto profilo cui ha affidato questo importante compito, lo ritiene, in fondo, un po’ “strappone”? E ancora, di criterio in criterio, come va interpretato il necessario “pensiero vincolo basso – pensiero opportunità alto”? E queste sono soltanto alcune delle tante stranezze inserite nel profilo del direttore ideale, in base al quale sono stati selezionati 33 candidati su 200 partecipanti. A partire dal fatto che di tutti questi strani requisiti non c’era traccia nel bando al quale hanno risposto i candidati. Sono stati stabiliti dalla Commissione solo dopo il suo insediamento e, addirittura, ad esami ormai in corso. Alcuni dei concorrenti esclusi hanno, quindi, fato ricorso al Tar. E fra i motivi principali di reclamo ci sono proprio i criteri di valutazione della Commissione, a loro avviso irragionevoli e contradditori. Si sono rivolti alla giustizia amministrativa otto aspiranti direttori. Si tratta di Vito Verrecchia, Michele Petroli, Nicola Rosato, Pompeo Traversi, Antonio Angelillo, Pasquale De Leonardis, Francesco Saverio Ventura e Sergio Martina. I primi cinque hanno dato mandato all’avvocato Anna Maria Angiuli, docente di Diritto amministrativo all’Università di Bari; Sergio Martina è difeso dall’avvocato Flavio Fasano e gli altri tre sono rappresentati dall’avvocato Loredana Papa. Martina, salentino, dirigente del Pd, i suoi motivi di lagnanza li ha illustrati in una lunga lettera al segretario regionale del suo partito Sergio Blasi, lettera che pubblichiamo, in versione integrale, qui di seguito. I ricorrenti hanno chiesto al Tar di Bari l’anamento della delibera regionale n. 2424 del 3 novembre 2010 che ha recepito i lavori della Commissione approvando l’elenco dei candidati idonei alla nomina di direttore generale delle aziende ed enti del servizio sanitario regionale. Il 16 febbraio si è tenuta l’udienza davanti alla seconda sezione del Tar barese, presieduta dal giudice Amedeo Urbano (il giudice salito recentemente agli onori della cronaca perché interessato da indagini della Procura della Repubblica di Bari) e, alla fine di marzo, è stata pubblicata la sentenza con la quale i giudici amministrativi hanno dichiarato la propria incompetenza a dirimere vicende legate al “conferimento di incarichi dirigenziali”, destinate invece al giudice ordinario. Proprio in questi giorni, gli aspiranti direttori generali difesi dall’avvocato Papa hanno ottemperato alla disposizione del Tar di Bari e hanno presentato un ricorso urgente in base all’articolo 700 del codice di procedura civile al giudice ordinario. Invece Verrechia, Petroli, Rosato e Traversi, difesi dalla professoressa Angiuli, e Martina difeso dall’avvocato Fasano, hanno presentato un ricorso al Consiglio di Stato per chiedere l’anamento della sentenza dei giudici amministrativi di Bari e riaffermando la loro competenza a decidere. Le cause in corso, però, non fermeranno le nomine annunciate e che verranno rese pubbliche a breve. Restano i dubbi su requisiti e criteri utilizzati, sui quali forse i giudici amministrativi sapranno fare chiarezza. Non fosse altro che per conoscere l’eleganza dei nuovi dirigenti delle Asl e adeguarsi, al prossimo concorso pubblico. // I commissari, chi sono Il dottor Fulvio Moirano è direttore dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, che lo ha designato quale rappresentante il 19 marzo 2010. Il professor Vittorio dell’Atti è docente di Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Bari. E’ stato scelto dalla Conferenza dei Rettori delle Università di Puglia il 5 maggio 2010. Il professor Roberto Vaccani è docente in “Comportamento manageriale e strutture organizzative” presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano. E’ l’esperto nominato dall’Assessore alle politiche della Salute il 15 aprile dello scorso anno.

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