Aumenti della spazzatura? La popolazione neretina dice basta

Nardo’. La tariffa rifiuti aumenta e i cittadini si rivolgono all’associazione dei consumatori AVVOCATIDEICONSUMATORI.

NARDO’. Quest’anno i cittadini neretini hanno visto recapitarsi in casa una TIA, Tariffa Igiene Ambientale, aumentata di oltre il 40% e hanno deciso di farsi aiutare a vederci chiaro. L'obiettivo dell’intervento dell’associazione sarà quello di mettere in atto e contrastare tutte le azioni poste in essere dalla passata e dalla “futura” amministrazione nei confronti dei neretini. Sotto accusa finirà tutto il modo di operare, considerato inopportuno perché va a colpire la collettività in una fase economica delicata come quella che stiamo vivendo. Verrà valutato se il provvedimento che ha previsto l’aumento della TIA è legittimo o meno, se è quindi da ritenersi contra legem, per le stesse procedure attivate che hanno determinato e stabilito i pesanti importi da pagare. Ma questo non è tutto. “In questi giorni”, chiariscono i responsabili di Avvocatideiconsumatori-Nardò Moira Epifani e Monica Raho, “forniremo gli opportuni chiarimenti affinché non siano i cittadini a pagare per le ristrettezze di bilancio di cui soffre il nostro paese per la fallimentaria amministrazione. L’Associazione di Tutela dei Diritti dei Consumatori-Utenti, infatti, sta dedicando alla questione un ricco approfondimento che potrebbe portare ad elaborare uno specifico ricorso nel quale verrebbero raccolte tutte le motivazioni che possano porsi a fondamento della contestazione, che spiegherebbe le ragioni di un atto ingiusto, il quale va ad opprimere la nostra amata Città. Non si sa più dove attaccarsi per far cassa, né si può continuare a tollerare un modo di amministrare che fa ricadere gli oneri della cattiva gestione solo ed esclusivamente sulle finanze di ciascun cittadino neretino”. Ciò che gli avvocati Raho ed Epifani si chiedono è, ad esempio, se sono state rispettate le previsioni di legge che hanno deliberato gli aumenti, se sono state rispettate determinate caratteristiche legalmente necessarie per motivare le tariffe, se gli atti siano stati approvati entro il tempo massimo rispetto ai limiti fissati dalla legge, anche ai fini della deliberazione della proroga, e se chi le ha stabilite, aveva o meno detto potere per farlo. “Valuteremo così”, affermano le responsabili, “se la definizione delle tariffe sia avvenuta in sede di approvazione del bilancio di previsione, perché, dopo tale data, non si potrebbero modificare, per nessun motivo, le predette tariffe, anche nel caso in cui il controllo della gestione evidenzi uno squilibrio nel rapporto tra spese impegnate ed entrate accertate, se realmente si sia fatto di tutto per non incrementare i costi degli automezzi e del personale, se veramente i dipendenti della ditta che a Nardò gestisce il servizio di igiene urbana abbiano avuto aumenti stipendiali e in che percentuale.” Le avvocatesse intendono comprendere su quale programmazione, organizzativa e finanziaria, si basi ora il servizio della Ditta Bianco “anche in considerazione del fatto”, aggiungono, “che Nardò e marine sono, palesemente sotto gli occhi di tutti, tra i paesi più sporchi della Provincia di Lecce. La soluzione a monte parrebbe essere, nelle loro considerazioni, una gara d'appalto e di affidamento dei servizi di igiene urbana al fine di valutare anche quello che altre ditte potrebbero fornire. L’Associazione di difesa dei diritti dei consumatori-utenti propone, inoltre, la costituzione di una commissione paritetica di conciliazione al fine di esaminare, anche in sede di autotutela, le situazioni in cui sono più evidenti i disagi di natura economico-finanziaria (con riferimento ai criteri Isee o altri parametri) per l’anno in corso e a venire, nonché l’istituzione di una commissione di controllo sulle bollette della spazzatura, un organismo “neutrale” di controllo che si ponga l’obiettivo di regolamentare l’incremento delle tariffe sui rifiuti. E ancora la battaglia dell’Associazione non escluderà la mobilitazione popolare e la promozione di cause pilota, nonché la predisposizione di atti di inibitoria per i comportamenti lesivi degli interessi degli utenti.

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