Una piazza, due progetti approvati

Lecce. E’ un caso unico in Italia: entrambi i progetti per la riqualificazione dell’area “ex Massa” sono validi. I lavori sono partiti. Ma quale progetto seguiranno? Spetta al Comune sbrogliare la matassa e sceglierne uno. Con ricorsi del Tar all’orizzonte

di Andrea Gabellone LECCE – Dal 7 marzo scorso, in piazza Tito Schipa hanno preso il via i lavori per la realizzazione del nuovo Centro direzionale e del nuovo mercato coperto nell'area “ex caserma Massa“. Fin qui tutto nella norma, per un piano di riqualificazione che la città aspettava da tempo. C'è, però, un'anomalia unica nel suo genere che caratterizza questo nuovo cantiere leccese: l'esistenza di due progetti definitivi, entrambi depositati all'Ufficio Protocollo del Comune nei giorni scorsi, uno il 14 e l'altro il 22 aprile. A cosa è dovuta la singolarità di questa situazione? Quale disegno si sarà preso in considerazione, visto che le ruspe sono già a lavoro e la valutazione dei progetti non è ancora nemmeno iniziata?

piazza Tito Schipa_plastico Francia

Il progetto di Francia Nei fatti è andata così. Nel 2005, il Comune di Lecce ha indetto un bando per la realizzazione in “project financing” di un parcheggio interrato, un mercato, un centro direzionale e per la riqualificazione dell'intera aerea di Piazza Tito Schipa. Il project financing, nello specifico del caso, prevede che la ditta vincitrice del bando gestisca quegli spazi per i successivi 99 anni (ad eccezione del mercato).

piazza Tito Schipa_progetto Francia 2

Francia. Veduta di piazza Tito Schipa da via Nazario Sauro Ad aggiudicarsi il bando fu la ditta “De Nuzzo costruzioni” con un progetto firmato da Sergio De Nuzzo e dall'architetto Gianni Francia, che ha superato il vaglio dei tecnici comunali, del Consiglio comunale e anche un lungo contenzioso giudiziario prima di arrivare alla fase di progettazione definitiva.

piazza Tito Schipa_progetto Francia 3

Francia. Piazza Tito Schipa, veduta prospettica Ed è a questo punto che scoppia il caso: la De Nuzzo, a detta dell'architetto Francia, “dimostrava di voler apportare sostanziali modifiche al progetto preliminare tali da snaturarlo sul piano formale (architettonico), nonostante esso fosse stato decretato vincitore dal Consiglio comunale (sovrano) proprio per la qualità ed i caratteri stilistici, formali e materici legati, tutti, ad un dettagliato preventivo particolareggiato, quale base ineludibile di contrattazione con il Comune”.

piazza Tito Schipa_il prospetto_Francia

Francia. Il prospetto Da qui, due progetti definitivi diversi per lo stesso preliminare e per una sola realizzazione. Francia da una parte, con l'idea originaria e strutturata in trent'anni di studio sull'area “ex caserma Massa”, e la De Nuzzo dall'altra, con un disegno, secondo Francia, rimaneggiato e poco fedele a quello iniziale.

piazza Tito Schipa_sezione_Francia

Francia. Una sezione del prospetto Lo stesso Francia, in una lettera alla dirigente ai Lavori Pubblici di Palazzo Carafa Claudia Branca spiega: “Ho proceduto alla redazione del definitivo, da solo ed a mie spese, per profonde incomprensioni con il committente fino alla completa rottura del rapporto di collaborazione nella redazione del medesimo […] e, comunque, mi rendo conto che Lei, trovandosi davanti due progetti (caso unico – Lecce – che forse farà testo in Italia parlando di Legge Merloni), si troverà nel sano imbarazzo di doverli esaminare ambedue, onde relazionare nel merito ed informare la città che da troppi anni si aspetta la soluzione al problema”. E per quanti anni ancora piazza Tito Schipa rimarrà in questo limbo, tra ruspe, chioschi e parcheggiatori abusivi?

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