Guagnano. I carabinieri hanno denunciato quattro responsabili. Rispondono di numerosi reati relativi a procedure non regolari di macellazione e vendita
GUAGNANO -– Pasqua si avvicina ed aumenta la domanda di carni ovine e caprine (in particolare di agnelli) e la città di Guagnano non sfugge alla regola. Solo che in questo caso qualcuno aveva deciso di saltare le procedure relative ai controlli sanitari sul bestiame, alla sua macellazione, alla relativa conservazione; regole indispensabili a garantire la genuinità delle carni e dei sottoprodotti, quali le frattaglie. Il risultato sono 18 quintali di materiale abusivamente prodotto, per un valore di oltre 10.000 euro, pronto per essere venduto nella zona o ancora in fase di macellazione. In una comunità così piccola, però, era assai difficile che la cosa non si conoscesse in giro, tanto da farne arrivare notizia anche ai carabinieri. È stato così che gli uomini della Stazione di Guagnano hanno organizzato dei servizi in abiti civili, appostandosi vicino a un locale (sito nella cittadina) da cui qualcuno, nei giorni precedenti, aveva udito provenire belati. Non si è dovuto attendere molto per notare dei movimenti strani, davanti a quello che era un magazzino adibito a deposito di macchinari, celle frigorifere e attrezzature varie. Così attorno alle ore 8.30 i militari sono intervenuti, insieme ai carabinieri del Nas di Lecce e a personale dell’Asl di Lecce ed in particolare dell’Unità operativa di Campi Salentina. E subito è apparsa chiara una situazione irregolare. Il proprietario della struttura (macellaio titolare di un esercizio del Nord-Salento) aveva già pronti per la vendita due capi ovicaprini privi di bollatura sanitaria. Ma in una cella frigorifera ne sono stati trovati altri 55 (del peso complessivo di quasi tre quintali), oltre a casse in plastica con le relative teste ed altri contenitori in cui si trovavano 30 kg di interiora e 65 kg di caglio di agnello. In un locale adiacente c’erano invece attrezzature per la macellazione: piano da lavoro, lavelli, coltelleria, grembiuli, macchinari vari. Vari i capi di imputazione che hanno comportato la denuncia del responsabile alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce: macellazione in stabilimento non riconosciuto, assenza della visita ante-mortem, mancata vigilanza sulle operazioni di dissanguamento, abusivo smaltimento del sangue in rete di fogna pubblica, congelamento con attrezzatura non idonea. Ma non è finita lì. Perché infatti qualche ora dopo alla Stazione dei carabinieri di Guagnano è giunta un’altra segnalazione: stavolta, in una piazzetta locale qualcuno aveva notato delle persone trasportare a spalla carcasse di agnelli. Nel luogo indicato dalla segnalazione, oltre a celle frigorifere e attrezzature per la macellazione (abusiva), gli operatori hanno rinvenuto otto capi ovicaprini in fase di dissanguamento ed altri undici pronti per la lavorazione successiva o per la vendita, oltre a parti di carcasse prive di bollatura sanitaria. Sono state identificate tre persone, denunciate anch’esse in stato di libertà alla Procura di Lecce: per loro, oltre ai reati già su descritti, si aggiunge quello ex art. 727 del Codice penale (sgozzamento dell’animale senza preventivo stordimento). Sequestrati tutti i capi e le relative parti, oltre che attrezzature e locali che le ospitavano. Con l’autorizzazione del sostituto procuratore Vincenzo D’Amato, che ha assunto la direzione delle indagini, tutto il materiale biologico sequestrato è stato avviato alla distruzione.