Occupazione. Al Sud senza lavoro 4 donne su 10

Le stime Istat tracciano un’emergenza lavorativa sempre più grave. Giovanni D’Agata sollecita interventi urgenti

La ripresa dalla crisi è ancora lontana. L’emergenza occupazionale si fa anzi sempre più grave. La situazione già critica a livello nazionale è ancora più negativa nel Mezzogiorno d’Italia. E’ ciò che emerge dal dati Istat relativi al mese di febbraio. Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” richiama l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni sui dati resi noti dall’istituto di statistica, sollecitando un intervento urgente in materia di lavoro. “Anche se il governo latita ed è impegnato in ben altro – dice D’Agata – urgono interventi urgenti in campo economico che abbiano concreti effetti sulla ripresa del mercato del lavoro specie quello giovanile che appare il più colpito dalla crisi”. Secondo le indagini dell’Istat, la crescita dell'inattività maschile (+90.000 unità) è di portata maggiore nel Mezzogiorno; quella femminile (+46.000 unità) interessa soprattutto il Centro. Tra gli inattivi cresce soprattutto il numero di quanti cercano lavoro non attivamente (+7,7%, pari a 105.000 unità). I fenomeni di scoraggiamento in senso stretto e l'attesa degli esiti di passate azioni di ricerca di lavoro motivano la crescita del numero degli inattivi. Il tasso di inattività si attesta al 37,8%, due decimi di punto in più rispetto all’anno precedente. Alla sostanziale stabilità del Nord si contrappone pertanto la moderata crescita di disoccupazione del Centro e del Mezzogiorno. Al Sud quasi una donna su due nella fascia tra i 15 e i 24 anni, ossia il 42,4% della popolazione femminile, è disoccupata. In tale area, ancora più rilevante il gap di genere relativo al tasso di inattività che raggiunge nella media del 2010 il 34,4% per gli uomini e il 63,7% per le donne.

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment