Contro le discriminazioni. La Regione fa 'rete'

Bari. Promosso, con un Protocollo di Intesa, un modello di prevenzione e contrasto che prevede il coinvolgimento delle autonomie locali e del Terzo Settore

La “Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea” approvata il 14 novembre 2000 vieta “qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle, l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali”. La Regione Puglia si mette al passo e promuove un modello di rete antidiscriminazione che prevede il coinvolgimento delle autonomie locali e del terzo settore. E' stato, infatti, approvato lo schema di Protocollo d'Intesa fra Regione Puglia, Anci, Upi, Consigliera regionale di Parità e Commissione Pari Opportunità per realizzare interventi di prevenzione e contrasto che siano coerenti con i bisogni territoriali. I soggetti coinvolti costituiranno un centro di coordinamento regionale per promuovere ogni azione utile di confronto e concertazione per coinvolgere i Centri Risorse Famiglie e i comuni pugliesi raggruppati negli ambiti territoriali sociali. Il Centro di coordinamento regionale porrà in essere le seguenti azioni: – formalizzazione della rete dei nodi (provinciali e locali) antidiscriminazione esistenti e costituendi grazie ad una manifestazione d’interesse che verrà pubblicata a cura della Regione; – mappatura dei territori: identificazione degli interlocutori chiave da coinvolgere a livello istituzionale e associativo e delle risorse locali da attivare nei processi di dialogo a livello territoriale; rilevazione e analisi delle buone prassi; – gestione di eventuali criticità segnalate dagli sportelli (nodi territoriali) in raccordo con l’Unar e organizzazione di tavoli tematici sulla discriminazione che coinvolgeranno decisori politici, rappresentanti regionali, provinciali e comunali delle politiche sociali e delle pari opportunità, Consigli Territoriali per l’immigrazione, rappresentanti delle realtà associative e degli enti impegnati contro la discriminazione; – organizzazione delle attività di formazione sulla discriminazione, che vedranno coinvolti esperti dell’Unar, a favore degli operatori pubblici e privati che andranno a gestire e sviluppare i nodi provinciali e territoriali. Il Protocollo ha validità di 12 mesi a partire dalla sottoscrizione, salvo proroghe.

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