L'8 Marzo del laicista Salvatore Morelli

Salvatore Morelli e' considerato uno dei padri del pensiero e dell'emancipazione femminile, come elaborato in uno dei suoi libri, “La donna e la scienza”,(ed. Pensa), che dedico' anche alla nota femminista e benemerita della cultura popolare lombarda, Claudia Antona Traversi, coniugata col parlamentare Antona Traversi, eletto nel Collegio di Massafra. Il libro fu in precedenza dedicato alla gallipolina sig.ra De Angelis, moglie del farmacista Greco che lo ospito' da confinato a Lecce nel 1859/60. Il ministro di polizia borbonica, Liborio Romano, di Patu', lo incarico' come direttore dell'Orfanotrofio leccese San Ferdinando in seguito Ospizio Garibaldi, ove fino al 1970 furono educati quei giovani che costituirono la “banda musicale degli Spiziotti”. Degno di menzione un altro suo libro, edito nel 1848; dal titolo Il passato, il presente e l' avvenire di Brindisi. Nato a Carovigno (BR) il 1824, Morelli s' impegno' nelle lotte sociali e condannato ale carceri borboniche (da Maglie, Campi, Manduria, Taranto, Mootola ed altre fino a ischia, Ponza e Ventotene) per 12 anni. Fu duramente torturato perche' rifiutava di richiedere la grazia. Gli distrussero tanti suoi scritti. Salvo' dall'annegamento due bambini, gli spettava la grazia che passo' ad un vecchio detenuto con figli. Avvocato, consigliere comunale a Napoli nel 1863 con Libertini, Mignogna, Fanelli e Poerio. per un voto non passo' la sua proposta di destinare meta' risorse di bilancio per la formazione delle nuove generazioni. Si impegno' per la costruzione della ferrovia da Napoli a Foggia. Fondo' con i mazziniani prima “il Pensiero” e dopo “il Giornale d'Italia”. Eletto alla Camera, nel Collegio di Sessa Aurunca, dal 1867 al 1880, fu il primo in Europa a presentare disegni di legge per il voto alle donne, su cui intrattenne serrati confronti con Sturt Mill che, a sua volta, presento' alla Camera dei Comuni nel 1886 una analoga “petizione”. Il “patriota pugliese”, come ricordato nel convegno internazionale di medicina, tenutosi a Parigi nei primi del '900, per la proposta sulla cremazione, va ricordato per altre iniziative anticipatrici, come il divorzio, la parita' dei sessi e dei figli naturali con i legittimi, il bicognome, l'accertamento della paternita' per le madri nubili, l'affermazione del matrimonio civile, tanto avversato dal papato, l'abolizione del divieto di matrimonio per alcune categorie di lavoratrici, l'accesso delle giovani nei ginnasi, e, unica approvata, la facolta' per le donne di testimoniare. Il “risorgimento della donna” che auspicava Morelli, salutata da Garibaldi come “la piu' grande riforma dell'Italia”, sarebbe stata raggiunta con la loro formazione e funzione educativa, con la laicita' della scuola. Morelli si batte' ancora perche' le materie scientifiche sostituissero il catechismo, per l'abolizione del Ministero della Istruzione Pubblica e il ridimensionamento della legge sulle Guarentigie per evitare il risorgere del potere temporale e l'ingabbiamento dell'impoverito “basso clero”. A poche mesi dalla morte Morelli ripresento', l'8 Marzo 1880, la proposta di divorzio alla Camera che ne approvo' “la presa in considerazione”. “Mori' povero come e' vissuto”, scrisse il giornale romano “Fanfulla” del 24 ottobre 1880. Nel centenario la Gazzetta del Mezzogiorno lo ricordo' come il politico “Alla Camera a pane e cipolla”. Associazioni femministe a Londra, a Milano (dalla Lega Promotrice degli interessi femminili e da A.M. Mozzoni e P. Schiff), a Napoli, (dallo scultore Marassutti) a Roma (al primo congresso donne italiane del 1908) vollero dedicargli delle statue, mai realizzate. L' eccezionale opera di Morelli fu ricordata dallo storico Palumbo, dopo la inaugurorazione della statua a Castromediano, il patriota di Cavallino, anch'egli incarcerato dai Borboni, e per la scomparsa della tipografia di Leonardo Cisaria, come riportato sul Corrierre Meridionale del nov. 1907. I gesuiti lo bollarono come “pazzo”, i conservatori lanciarono campagne scandalistiche, molti amici comuni lo considerarono “utopista e stravagante”. Negli ultimi anni viene ricordato con diverse iniziative addirittura delle Acli, a livello regionale e provinciale, presentando Morelli, consumato anticlericale, come paladino della famiglia, in quanto estimatore del ruolo formativo delle donne. Il suo coerente e forte contributo, culturale e politico resta ancora oggi invocabile, dopo anni di opportunistico, illaico silenzio. Giacomo Grippa (Lecce)

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