Omicidio Basile. Colitti senior rinviato a giudizio

Potrebbe slittare l’udienza preliminare, prevista per domani mattina, del processo a carico di Vittorio Colitti, il 67enne accusato, in concorso con il nipote, dell’omicidio di Peppino Basile, il consigliere dell’Italia dei Valori assassinato a Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno 2008. La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Francesca Conte, ha infatti depositato un’istanza al gup del Tribunale di Lecce, Alcide Maritati, finalizzata alla cosiddetta attività di integrazione delle indagini e all’attività probatoria del giudice. Oggetto dell’istanza, in particolare, una perizia grafologica con cui la difesa ha incaricato il professor Maurizio D’Adamo, di accertare se la grafia con la quale è stata scritta la missiva anonima contenuta in una busta gialla recante il timbro di Bari, datata 8 luglio 2010 e indirizzata all’avvocato Conte, potesse essere ricondotta alla stessa mano che ha redatto le dieci lettere inviate da Pio Giorgio Bove a Giovanni Vaccaro, il presunto collaboratore di giustizia che ha fornito con le proprie dichiarazioni (salvo poi ritrattarle) una ricostruzione alternativa dell’omicidio di Basile. Vaccaro si sarebbe adoperato in prima persona per fare un piacere ad un amico, un imprenditore leccese, e “dare una lezione a Basile” e per fare ciò “si sarebbe avvalso di due cittadini extracomunitari preferibilmente albanesi che non avrebbe avuto difficoltà a reclutare”. Nella lettera anonima si faceva, secondo la difesa, chiaro riferimento proprio al Vaccaro, definito “il pentito che ormai non fa altro che trascinarsi appresso il suo cadavere giorno dopo giorno”. Nell’istanza l’avvocato Conte spiega come il professor D’Adamo, per la complessità dell’incarico ricevuto, non sia in grado di consegnare la consulenza tecnica richiesta in tempo utile per l’udienza preliminare fissata per il 18 febbraio, avendo potuto esaminare l’originale della missiva anonima da periziare solamente lunedì scorso. Un ritardo dovuto al fatto che lo stesso incarico di consulenza grafologica è stato conferito dal sostituto procuratore della Repubblica titolare del procedimento, Giovanni De Palma, alla grafologa Elda Verdastro, la cui perizia non è stata ancora depositata in atti. La parola spetta ora al gup, che potrebbe decidere di rinviare l’udienza preliminare al fine di acquisire nuovi elementi probatori a completamento delle indagini preliminari. Sullo sfondo di quelle che appaiono semplici questioni procedurali, ma che potrebbero nascondere nuove verità importanti per l’accertamento della verità e il futuro processuale, si staglia una vicenda sempre più complessa e un omicidio con una verità ancora da tutta da scrivere. Tra meno di un mese, inoltre, dovrebbero essere depositate le motivazioni della sentenza con cui i giudici del Tribunale per i minorenni di Lecce hanno assolto l’altro presunto assassino, Vittorio Colitti junior, dall’accusa di omicidio volontario. Una verità processuale che si riflette inevitabilmente anche sul nonno, attualmente agli arresti domiciliari per incompatibilità con il regime carcerario a causa delle precarie condizioni di salute. Aggiornamenti nelle prossime ore.

//Aggiornamento delle ore 16//
Si aprirà il prossimo 5 maggio, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Lecce, il processo a Vittorio Colitti, il 67enne accusato, in concorso con il nipote, dell’omicidio di Peppino Basile, il consigliere dell’Italia dei Valori assassinato a Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno 2008. Ieri mattina il gup del Tribunale di Lecce, Alcide Maritati, ha rinviato a giudizio il presunto assassino del politico ugentino al termine dell’udienza preliminare. Il giudice dunque non ha accolto le istanze presentate dalla difesa dell’imputato, l’avvocato Francesca Conte, in cui si chiedeva un rinvio dell’udienza preliminare al fine di acquisire nuovi elementi probatori. In particolare una perizia grafologica chiesta per stabilire se una lettera anonima recapitata alla nota penalista leccese sia stata scritta proprio da Pio Giorgio Bove – l’uomo indicato da Giovanni Vaccaro, il presunto collaboratore di giustizia che in un primo momento ha fornito con le proprie dichiarazioni (salvo poi ritrattarle) una ricostruzione alternativa dell’assassinio di Basile – come mandante dell’omicidio. L’avvocato Conte aveva inoltre chiesto al gup che fosse ascoltato il padre della bambina presunta testimone oculare dell’omicidio. L’uomo, infatti, ha già sollevato numerosi dubbi sul modo in cui l’ascolto della figlia sarebbe avvenuto. Nel corso dell’udienza si è inoltre costituita come parte civile la sorella di Basile, Antonia, assistita dall’avvocato Francesco D’Agata. Si apre così un nuovo fronte giudiziario in una vicenda complessa e ancora piena di interrogativi. Lo scorso 27 dicembre i giudici del Tribunale per i minorenni di Lecce hanno assolto l’altro presunto assassino, Vittorio Luigi Colitti, dall’accusa di omicidio. Le motivazioni della sentenza dovrebbero essere depositate nei prossimi giorni. Pochi giorni prima, il 21 dicembre, nei confronti del nonno era stata emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, poi attenuata dal gip negli arresti domiciliari per motivi di salute e confermata dal Tribunale del riesame.

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