Minori migranti. Save the children: ‘Serve un sistema centralizzato di accoglienza’

 

Bari. Obiettivo: estendere a tutto il territorio gli standard qualitativi offerti da alcune strutture ed impedire le fuga dei minori dai centri di accoglienza. Firmato l’accordo Regione-onlus

BARI – Coordinare gli interventi in materia di protezione e accoglienza dei minori migranti, potenziando le capacità del territorio. A questo fine è stato siglato ieri a Bari un protocollo d’intesa tra l’assessorato al Welfare, l’assessorato alle Politiche giovanili, Cittadinanza sociale e Attuazione del programma e la onlus “Save the Children”. Obiettivo dell’intesa è promuovere un sistema centralizzato a livello regionale di monitoraggio degli inserimenti dei minori nelle comunità alloggio del territorio, basato sulle disponibilità di accoglienza e sugli standard offerti. La Regione Puglia e “Save the Children” condivideranno gli strumenti di rilevazione utilizzati nell’ambito delle attività di raccolta dati sulle comunità alloggio, avviata dall’Osservatorio Sociale Regionale, integrando le attività già in corso e potenziando le capacità del territorio attraverso la costituzione di un Tavolo di Coordinamento mirato. La Regione Puglia e la Regione Sicilia sono le prime Regioni d’Italia a sottoscrivere un simile impegno. L’accordo siglato tra Save the Children Italia e Regione Puglia intende rispondere a quanto rilevato dall’ultimo rapporto dell’organizzazione internazionale, “L’accoglienza dei minori in arrivo via mare”, sviluppato nell’ambito del progetto Praesidium V, sulle modalità di collocamento dei giovani migranti nelle comunità del territorio, che risultano privilegiare le strutture con immediata disponibilità di posti e prossime alle località di arrivo, indipendentemente dalle condizioni di accoglienza effettivamente offerte. Manca, infatti, un sistema centralizzato per l’inserimento dei minori, collegato a un sistema per il monitoraggio degli standard di accoglienza offerti dalle comunità. Tale sistema è fondamentale per garantire un’accoglienza adeguata e protezione anche in situazioni di emergenza umanitaria, come quella che anche la Regione Puglia sta affrontando in questi giorni come conseguenza dell’arrivo di migliaia di migranti a Lampedusa, molti dei quali sono stati trasferiti nei Centri per migranti di Bari, Brindisi e Foggia tramite ponte aereo. Tra i migranti arrivati, Save the Children ha già incontrati 26 minori e nei prossimi giorni condurrà colloqui individuali con i migranti nei centri al fine di capire se vi sono altri presunti casi di minore età. Secondo gli ultimi dati forniti dalla Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, sul totale dei minori migranti sbarcati nel corso del 2010, sono 503 quelli arrivati in Puglia (di cui 296 non accompagnati e 207 con genitori), per la stragrande maggioranza provenienti dall’Afghanistan e approdati sulla costa salentina. Questo significa che un terzo del totale dei migranti sbarcati in Puglia nel 2010 sono minori, 285 in più rispetto al totale dei minori sbarcati in Sicilia nello stesso periodo. Talvolta vengono rintracciati in mare a bordo di barche a vela di medie-grandi dimensioni battenti bandiera francese o statunitense, stipati sottocoperta – insieme anche a migranti adulti. In altri casi, sono stati invece rintracciati sulla terraferma, a poca distanza dal porto. A questi bisogna aggiungere 90 minori stranieri non accompagnati rintracciati dalle forze dell’ordine, dai servizi sociali o da associazioni all’interno del territorio pugliese. Si tratta per lo più di ragazzi provenienti dal Bangladesh (il 58% sul totale dei collocamenti nel 2010) che hanno raggiunto la Puglia prevalentemente nascosti all’interno di tir, auto o furgoni, riuscendo a superare i controlli alla frontiera. // Le fughe dai centri di accoglienza Gli sbarchi in Puglia, a differenza di quelli in Sicilia, sono aumentati sensibilmente rispetto al 2009, a testimonianza della ricerca da parte dei migranti di nuove rotte, soprattutto dall’Asia. Rotte caratterizzate, per quanto riguarda i minori, da viaggi sempre più lunghi e sempre più rischiosi. Anche in Puglia, come in Sicilia, si rilevano infine alti tassi di fuga dei minori una volta collocati nelle comunità. Tassi che, nel corso del 2010 hanno raggiunto la quota allarmante del 93% nelle comunità che ricevono i minori giunti a seguito di sbarchi (ubicate soprattutto nella provincia di Lecce). Analizzando i dati relativi alle fughe, le percentuali più elevate si registrano nelle comunità che offrono meno servizi, soprattutto di mediazione culturale e accesso all’istruzione e al lavoro, che rimangono tra le maggiori carenze registrate nell’ambito dei servizi offerti dalle comunità. Raffaela Milano, responsabile dei Programmi Italia e Europa di Save the Children Italia, ha spiegato che “in Puglia solo il 50% delle comunità ha un servizio di mediazione culturale strutturato e solo il 30% si appoggia a consulenti legali specializzati in materia di diritti dei minori. L’assenza di mediatori culturali nelle comunità leccesi risulta un fattore cruciale, poiché sin dall’arrivo del minore è indispensabile informarlo sulle opportunità offerte dalla legge italiana e sui vantaggi derivanti dall’intraprendere un percorso d’integrazione rispetto alla fuga con il gruppo di connazionali”. // La qualità dei servizi Quanto alla qualità dei servizi resi dalle comunità d’accoglienza pugliesi, le strutture monitorate da Save the Children sono mediamente in grado di offrire standard di accoglienza elevati in termini di condizioni abitative, di professionalità degli operatori e di offerta di servizi. Tramite la firma del Protocollo d’Intesa siglato oggi a Bari, Regione Puglia e Save the Children si impegnano ad estendere questi modelli virtuosi a tutto il territorio. Articoli correlati: Minori migranti. Accordo Regione – Save the children (16 febbraio 2011)

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