Abusi su una ragazzina col consenso del padre. A giudizio

Lecce. I genitori ed un conoscente sono già stati condannati in via definitiva. Il processo nei confronti del 62enne di Tricase si aprirà il 18 maggio

LECCE – Un uomo di 62 anni originario di Tricase, A. C., è stato rinviato a giudizio con l’accusa di concorso in violenza sessuale su una minorenne. Si tratta dell’ultimo troncone giudiziario di una squallida storia di infanzia violata, degrado sociale e familiare, avvenuta nel basso Salento. Vittima una ragazza che dall’età di otto anni è stata costretta a subire violenze e abusi di ogni genere. Per questo madre, padre e un amico di famiglia sono già stati condannati, con sentenza definitiva, rispettivamente a 18 e 21 anni di reclusione con l’accusa di induzione alla prostituzione e concorso in violenza sessuale. I fatti si sarebbero verificati fino all'agosto del 2005. La posizione dell’ultimo imputato era stata stralciata per un problema di natura procedurale. Oggi, per lui, il gup Vincenzo Brancato ha disposto il rinvio a giudizio nel processo che si aprirà il 18 maggio prossimo davanti ai giudici della prima sezione penale. Un processo su cui peserà, inevitabilmente, anche la sentenza dell’altro giudizio, già confermata in Cassazione a dicembre scorso e acquisita agli atti. Anche il 62enne, un altro amico del padre, avrebbe partecipato in maniera diretta alle violenze la fanciulla. Secondo l’accusa avrebbe prima piantonato la cantina dove un complice abusava della ragazzina, oggi 21enne, per poi costringerla a subire atti sessuali e palpeggiamenti. Una pratica che per l'accusa si sarebbe ripetuta ogni volta che si recava a casa della ragazza. Poi, nella sua abitazione, in un paesino vicino ad Ugento, avrebbe anche tentato di violentarla (un rapporto interrotto solo per l'arrivo della moglie) d'accordo col padre della vittima. Un progetto solo rimandato e portato a compimento alcune settimane dopo. Per i genitori, quella ragazzina diventata troppo in fretta donna, era solo una merce di scambio da offrire ad amici e creditori. Chiunque poteva approfittare di lei. La ragazza, assistita dall'avvocato Anna Grazia Maraschio, si è costituita parte civile.

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