Gallipoli. La Cassazione ha giudicato abusivo il villaggio. I bungalow realizzati all’interno, però, potrebbero non essere abbattuti. Dipende dall’esito dell’appello avanzato al capo dello Stato da parte dei soggetti condannati
Una speranza che i circa 200 bungalow in muratura che costituiscono il villaggio-fantasma della Praia del Sud, a Gallipoli, non vengano demoliti c’è, ma è appesa ad un filo. Un filo sottile che resiste solo sul piano amministrativo, in seguito al ricorso che i soggetti condannati dalla Corte d’Appello (sentenza confermata dalla Cassazione) hanno avanzato al capo dello Stato Giorgio Napolitano. Sul piano amministrativo ma non su quello penale in quanto la Corte di Cassazione l’ha giudicato inammissibile considerando abusivo l’intero complesso turistico-ricettivo. La sanzione per abuso edilizio ha accumunato nella condanna a 5 mesi di carcere Flavio Fasano, che nel 1990 da sindaco rilasciò la concessione edilizia; l’amministratrice della società proprietaria dell’albergo, Ada Pelloni; il titolare dell’impresa costruttrice Paride De Masi; il direttore dei lavori Franco Carriero. Giuseppe Cataldi, tecnico comunale, è stato giudicato responsabile anche di falso in atti d’ufficio. La demolizione dei manufatti non è sancita solo dalla sentenza della Cassazione. Anche il Comune ha emesso un’ordinanza, in osservanza ad una sentenza del Consiglio di Stato (che a sua volta ribaltava una precedente sentenza del Tar, che aveva riconosciuto valida l’autorizzazione paesaggistica regionale). La controversa storia del villaggio “Praia del Sud” inizia nel 1990, quando l’imprenditore Berlucchi acquista 30 ettari di terreno a sud della Baia verde destinandone 10 a campeggio. La variante urbanistica funzionale a tale insediamento viene approvata dalla Regione, ma la concessione viene rilasciata dopo l’entrata in vigore della legge regionale 30/1990, che prevede tra l’altro vincoli di inedificabilità a meno di 300 metri dal mare e di 200 metri dai corsi d’acqua (distanza non rispettata dalla struttura rispetto al canale dei Samari), fatte salve le zone oggetto di piano particolareggiato già acquisito dalla pubblica amministrazione. Il progetto della Praia del Sud “passa” quindi al Comune e alla Regione, che lo approva subordinandone la costruzione al rilascio della concessione edilizia. I giudici non sono stati dello stesso parere ed hanno considerato abusivi, e pertanto da abbattere, tutti gli insediamenti previsti nel perimetro interessato. Articolo correlato: De Masi e Fasano: condanna definitiva (28 gennaio 2011)
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding