In Regione si affrontano gli aspetti tecnici del progetto per le strutture di fotovoltaico, eolico e a biomasse realizzate o in iter autorizzativo
“Dopo il drammatico palesarsi dello 'Scandalo Falso – Green', è questo il primo vero banco di prova dell’indipendenza, conseguita o meno, dal Presidente Nichi Vendola, e dalla sua giunta e maggioranza, dalla mala lobby industriale della Green Economy, che, introdottasi con connivenze politiche nel tessuto socio-istituzionale dell’intera Puglia, ha nei fatti paralizzato e impedito ogni esercizio vero di democrazia e il perseguimento del bene pubblico, a livello di enti locali e regionali, negli ultimi anni, dominando e trasformando questi ultimi in strumenti di persuasione occulta della gente (vedi come punta dell’iceberg il 'Festival dell’Energia a Lecce', patrocinato anche dalla Regione), e di deregolamentazione, piegati a interessi privati e fraudolenti”. A parlare sono il “Forum Ambiente e Salute” rete coordinativa di comitati, movimenti e associazioni a difesa del territorio pugliese e della salute dei pugliesi, congiuntamente all’associazione “Save Salento – Salviamo il Salento” in prima linea nella difesa della legalità. Gli ambientalisti esprimono anche i ringraziamenti più vivi ai gruppi politici della Regione – Sel, Pdl, Udc, Idv – che hanno fatto propria la proposta dell’“Anagrafe Pubblica” di tutti gli impianti fotovoltaici, eolici e a biomasse realizzati o in iter autorizzativo a affermano che, la loro convergenza “getta ulteriore discredito su quei pochi che ancora non stanno ottemperando alle loro responsabilità, tentando di tenersi fuori dal problema, senza intervenire a difesa dell'ambiente e dei cittadini tanto vessati da questo scandalo”. Lo strumento dell’anagrafe dovrà riguardare tutti gli impianti d’energia rinnovabili presenti, già autorizzati costruiti in costruzione o ancora non realizzati, e quelli in iter autorizzativo, con riferimento ai progetti ovunque realizzati o previsti, sulla terraferma o in mare, e di qualsiasi potenza, d’eolico, biomasse e fotovoltaico, di tipologia “industriale”, termine che significa destinati alla vendita prioritaria dell’energia prodotta e non per autoproduzione e autoconsumo in loco dell’energia, ma anche per questi ultimi, al fine di stanare frodi e falsi, l’anagrafe dovrà estendersi a tutti gli impianti di potenza superiore o uguali a 5 kW. Lo strumento dell’anagrafe nasce al fine di fornire ai cittadini, ma, anche e soprattutto, alle forze dell’ordine e agli stessi amministratori e funzionari, gli strumenti ed i dati per comprendere come sia stato possibile giungere a questo punto disastroso, con autorizzazioni rilasciate e leggi regionali adottate, che hanno consentito la distruzione, in uno sconvolgimento inenarrabile ed inaudito, di tutto ciò che si associa e si connatura nella memoria collettiva al termine Puglia, i suoi paesaggi naturali e rurali, la sua biodiversità, la sua cultura, la sua salubrità, la sua economia agro-silvo-pastorale e turistica d’eccellenza vere fonti genuine di ricchezza per i cittadini. L’anagrafe deve poter essere consultata via internet liberamente dai cittadini in ottemperanza e rispetto della Convenzione Europea di Aarhus, sottoscritta dall’ Italia. L’anagrafe nasce anche, dunque, per divenire uno strumento urgente per l’autoriflessione delle istituzioni, per un’autodiagnosi al fine di individuare le proprie falle ed i punti deboli del sistema istituzionale pugliese, ad ogni livello di potere, da quello esecutivo, a quello legislativo fino a quello giudiziario, al fine di potervi rimediare con urgenza. Gli ambientalisti invitano, infine, la Regione Puglia ad operare a livello nazionale per l’istituzione del “federalismo energetico” delle regioni d’Italia, consistente nella affermazione della impossibilità di produrre in una regione energia elettrica in quantitativi superiori al locale fabbisogno, in maniera da avviare depotenziamenti e la chiusura delle centrali elettriche industriali in Puglia, da ogni fonte, rinnovabili incluse, fino a raggiungere il tetto corrispondente al locale fabbisogno regionale, e coadiuvare così la graduale sostituzione delle fonti fossili con l’energia prodotta in maniera diffusa con gli impianti solari fotovoltaici istallati sui tetti degli edifici moderni, rompendo alla radice ogni tentativo locale, nazionale o sovranazionale immorale di fare della Puglia, a danno dei pugliesi e della Puglia stessa, colonia energetica d’Italia asservita ad altre realtà extraregionali.
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