Luigi Preite: ‘Sarò il lavoratore dell’anno’

LA STORIA DELLA DOMENICA. Rappresenta la Puglia al Premio nazionale per il Lavoro indetto da Manpower, la cui fase finale si terrà il 3 febbraio. Luigi Preite, direttore risorse umane del Gruppo Filanto, il suo successo se lo spiega così: “Non ho abbandonato la nave quando sembrava affondare”

Se gli si chiede quali siano i suoi meriti in ambito lavorativo, risponde “la tenacia”. Perché lui, Luigi Preite, per tutti Gigi, 52 anni, nel suo lavoro ha creduto sempre, anche quando sarebbe stato più semplice il contrario. Oggi è il direttore risorse umane del gruppo Filanto, una figura aziendale innovativa e tutt’altro che diffusa, soprattutto nelle realtà meridionali. Ma prima di arrivare su quella poltrona ha fatto la gavetta, “partendo dal basso”, come dice lui, ponendosi ogni giorno un unico imperativo: avere fiducia nel proprio talento. E non solo; anche nell’azienda, sostenendola e difendendola quando era difficile, in piena crisi del settore tessile e calzaturiero, cercando la soluzione giusta quando gli eventi sembravano precipitare. Riuscendo, infine, ad imporre il suo principio: restare nel Salento, puntando sulla realizzazione di un prodotto di alto livello e vincendo la concorrenza facendo leva sulla qualità. I fatti gli hanno dato ragione. Oggi Gigi rappresenta la Puglia alle selezioni nazionali del “Premio per il Lavoro” indetto da Manpower, un premio che vuole riconoscere l’eccellenza delle persone in quanto protagoniste nella creazione del tessuto aziendale, indipendentemente dalla posizione che ricoprono all’interno dell’azienda. E’ stato proprio il Gruppo Filanto ad “iscriverlo” al concorso, presentandolo alle selezioni regionali della categoria “Hr manager” (direttore risorse umane), che ha vinto (le altre categorie sono: operai, impiegati, quadri, dirigenti, Hr manager, lavoratore straniero in Italia, lavoratore italiano all'estero, collaboratori esterni, insegnanti). La motivazione è stata spiegata direttamente Stefano Scabbio, presidente ed amministratore delegato di Manpower: “Quest’anno il Premio per il Lavoro premia l’innovazione, quale fattore determinante e differenziale per il successo nel mercato di riferimento – ha detto Scabbio -. Abbiamo voluto riconoscere l’ingegno, la creatività e lo spirito d’iniziativa delle Persone in azienda che, con il proprio lavoro, sono diventate motore di sviluppo e successo dell’impresa stessa. Quella capacità di innovare, espressa attraverso un prodotto, un servizio, un processo, in grado di generare la crescita di un’azienda e determinare la competitività dell’intero sistema Paese”. Ed ora a Gigi non resta che aspettare ed intanto incrociare le dita, non senza emozione, dato che manca davvero poco perché questa partecipazione si trasformi in un’esperienza della quale andare fieri. La fase finale del Premio si terrà infatti a breve, il prossimo 3 febbraio, a Bologna, dove è prevista una serata evento che andrà in onda sulle reti Rai. Noi abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui, prima di sapere come si concluderà la fase finale del Premio. Dott. Preite, come si è guadagnato la “nomination” al premio nazionale? “Ho creduto nel mio lavoro, nei miei valori di uomo e di lavoratore, nell'azienda che mi onoro di rappresentare ma soprattutto non ho mai voluto abbandonare la nave, anche quando tutti la paragonavano ad un Titanic prossimo all’affondamento. Oggi quella nave spiega vele gonfie e una bandiera salentina, puntando su produzioni di lusso e soprattutto sulla presenza nel territorio salentino. Credo che non possa esistere sviluppo e crescita imprenditoriale, senza crescita e sviluppo umano, quindi non può esistere una buona performance dell'impresa, senza una buona soddisfazione del personale”. Come ha preso la notizia della premiazione? “L’ho saputo dal presidente Antonio Filograna Sergio. Due giorni fa ho ricevuto la pergamena della nomina di vincitore regionale con allegate le motivazioni che hanno portato la giuria a scegliermi sugli altri e ne sono stato davvero orgoglioso”. Quello che ha ricevuto è un alto riconoscimento al suo lavoro nell’azienda e per l’azienda. Ma, in tanti anni, ci sono stati dei momenti in cui ha pensato di “mollare” o che quello in cui stava credendo forse non le avrebbe dato le soddisfazioni che si aspettava? “Io sono una persona che non molla mai, e, come dice la famosa canzone di Sinatra ‘My way’, che ricordo nella versione italiana di Patty Pravo, ‘Ho ingoiato bocconi amari ma, ho saputo sputarli fuori’”. La storia recente di Filanto non è stata facile. Qual è secondo lei il futuro dell’azienda? “Il Gruppo Filanto avrà una lunga vita, basti pensare che il cavaliere Filograna ha 88 anni ed è presente in azienda ogni giorno. Attualmente è in atto un lento ricambio generazionale, al quale voglio dare il mio contributo sostenendo il presidente Antonio Filograna jr a segnare il nuovo percorso produttivo del futuro. E’ vero, non è stato sempre facile ed ora che il periodo nero sembra buttato dietro le spalle, non posso non pensare a tutte quelle persone che nella ristrutturazione aziendale partita nel lontano 1999 e completata nel 2010, purtroppo hanno perso il proprio posto di lavoro. Credo che il riconoscimento che ho ricevuto sia anche merito loro”.

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