Entrambi erano stati condannati i primo grado a sei mesi di reclusione. La Corte d’appello: “Il fatto non sussiste”
La Corte d’appello di Lecce ha assolto, perché il fatto non sussiste, l’ex dirigente di Omfesa Ennio De Leo (in passato assessore al Bilancio del Comune di Lecce) e il consulente aziendale Gianfranco Napolitano, accusati di tentata truffa in concorso per aver cercato di ottenere agevolazioni con la legge 488 del 1992, che prevedeva l’erogazione di contributi a fondo perduto. Entrambi erano stati condannati in primo grado a sei mesi di reclusione. I fatti risalgono al dicembre 2004, quando De Leo, in qualità di amministratore dell’azienda incaricata della manutenzione dei treni e Napolitano, in qualità di professionista incaricato per la consulenza nella pratica di finanziamento, avevano cercato di ottenere in maniera definitiva l’assegnazione di un finanziamento che ammontava a oltre 228 milioni di lire. Una richiesta che seconda l’accusa era stata avanzata in maniera fraudolenta, “mediante artifici e raggiri”, consistiti principalmente in false informazioni e documenti. Diversa invece l’opinione di giudici dell’appello, che hanno sposato la tesi del collegio difensivo, composto dagli avvocati Pasquale Corleto e Giorgio Memmo per De Leo, e Amilcare Tana per Napolitano.
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