Radio Padania: il caso approda in Parlamento

“È concepibile – dice Teresa Bellanova (Pd) che a una emittente radiofonica sia consentito appropriarsi di una fetta del mercato delle frequenze a costo zero e usufruendo di finanziamento statale?”

“È concepibile che ad una emittente radiofonica sia consentito di appropriarsi di una consistente fetta del mercato delle frequenze, non solo a costo zero ma addirittura usufruendo di un considerevole finanziamento statale? È tollerabile l'attribuzione dello status di emittente radiofonica comunitaria ad una radio di partito, le cui trasmissioni sono infarcite di continui attacchi ai meridionali, accusati di essere i responsabili del disastro italiano o di essere disonesti, a differenza dei padani, o, ancora, di avere una sanità sprecona o di essere tutti evasori e così via per tutto il giorno, in un crescendo di epiteti e propaganda antimeridionalista?” Sono questi gli interrogativi che l'On. Teresa Bellanova, del Partito Democratico, ha deciso di sottoporre al Ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, in un'interpellanza depositata alla Camera dei Deputati, nella quale si chiede, di conseguenza, l'aggiornamento delle disposizioni di legge che attualmente consentono la commercializzazione di frequenze acquisite in virtù del regime speciale riconosciuto alle emittenti radiofoniche comunitarie in ambito nazionale. “Penso che questa vicenda” spiega la Bellanova “smascheri, in tutta la loro bassezza, i reali meccanismi con i quali questa destra di governo arpiona il consenso delle forze politiche, così come avviene in questi giorni con i singoli parlamentari. Altro che liberismo, riformismo e meritocrazia, tanto sbandierati nei loro roboanti proclami. Quello che in realtà hanno messo in piedi, è un mercato capillare dei privilegi e dei tornaconto, personali e partitici”. “Ma la cosa più sconcertante è che, in questo come in tante altre fattispecie che abbiamo negli anni denunciato, tutto ciò avviene ad evidente penalizzazione del Sud Italia, nel più colpevole dei silenzi-assensi da parte degli esponenti meridionali del PdL”. “Ma un messaggio – conclude la parlamentare democratica – vorrei lanciarlo anche a quei settentrionali che, in assoluta buona fede, avevano riposto nella Lega le speranze di porre un argine a 'Roma ladrona': anche questa vicenda dimostra come la Lega, invece di combattere quel meccanismo, si sia perfettamente integrata in esso. Ed è sempre alle persone civili del Nord Italia che pongo un quesito: pensate veramente che questa presunta 'rivincita' possa realmente, nel terzo millennio, portare il nostro Paese lontano nello scenario globale?” Il testo Al Ministro dello sviluppo economico, per sapere, premesso che: – come noto, la disciplina in materia di soggetti titolati alla trasmissioni radiofoniche prevede che, le emittenti radiofoniche comunitarie in ambito nazionale siano autorizzate ad attivare nuovi impianti, su basi non interferenziali con altri legittimi utilizzatori dello spettro radiolelettrico e nel rispetto delle normative vigenti in materia di emissioni elettromagnetiche, sino al raggiungimento della copertura di un’area geografica che comprenda almeno il 60 per cento del territorio nazionale e tutti i capoluoghi di provincia; – tale attivazione e l’uso delle relative frequenze, in considerazione della valenza sociale riconosciuta a tali emittenti, e a differenza di quanto previsto per gli altri soggetti, può avvenire senza la previa autorizzazione amministrativa e senza oneri per l’utilizzo di un bene pubblico, quali sono appunto le frequenze radiofoniche; – la concreta applicazione di detta disciplina ha visto il riconoscimento di emittente radiofonica comunitaria in ambito nazionale a solo due soggetti, una delle quali – Radio Padania Libera, società cooperativa con sede in Monza – da tempo si sta dedicando, come dichiarato dal suo stesso amministratore unico, Cesare Bosetti, allo “shopping meridionale” delle frequenze, ovvero in una progressiva occupazione di frequenze disponibili nelle regioni meridionali per poi commercializzarle con altre emittenti; – tale pratica, per quanto compatibile con il quadro normativo nel tempo sedimentatosi, appare suscettibile di qualche riserva critica, dal momento in cui determina un ingiustificato arricchimento e una condizione di oggettiva sperequazione tra soggetti titolari di autorizzazioni radiofoniche; – per di più, ai sensi dell’articolo 1, comma 213, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, le due emittenti radiofoniche comunitarie in ambito nazionale riconosciute si possono avvalere di un contributo annuo pari ad almeno 500.000 euro; – dal 17 dicembre 2010, Radio Padania Libera trasmette dal comune di Alessano, in provincia di Lecce, sulla frequenza di 105,600MHz, così come comunicato con nota acquisita a protocollo dal Comune medesimo, il 22 dicembre 2010; – nonostante i richiamati benefici, che gravano direttamente e indirettamente su tutta la comunità nazionale – quindi, in quota parte anche sulle popolazioni del mezzogiorno -, da quando sono iniziate le trasmissioni, molti ascoltatori lamentano continui attacchi ai meridionali, accusati di essere i responsabili del disastro italiano o di essere disonesti, a differenza dei padani, o, ancora, di avere una sanità sprecona o di essere tutti evasori e così via per tutto il giorno, in un crescendo di epiteti e propaganda antimeridionalista; – una situazione che rappresenta una paradossale e offensiva contraddizione dello spirito che dovrebbe caratterizzare l’operato di tutti i soggetti pubblici e privati, soprattutto, nell’anniversario dell’unificazione della nazione – se non ritenga che vadano aggiornate le disposizioni di legge che attualmente consentono la commercializzazione di frequenze acquisite in virtù del regime speciale riconosciuto alle emittenti radiofoniche comunitarie in ambito nazionale; – come valuti, pur nel pieno riconoscimento della libertà di espressione di ogni soggetto titolare di autorizzazione a trasmettere, la circostanza per cui si possa godere di particolari provvidenze pubbliche e al tempo stesso assumere iniziative che non sembrano coerenti con le peculiari funzioni sociali che dovrebbero caratterizzare le emittenti comunitarie di rilevanza nazionale. 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