Secondo Lorenzo Nicastro, l’intento di coniugare “le ragioni dello sviluppo economico a quelle dell’ambiente e del diritto alla salute” è stato realizzato, ma molto è ancora da fare
L’assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, ha tirato le somme del suo primo anno di attività. Il bilancio è racchiuso nell’intento – portato a termine – di coniugare “le ragioni dello sviluppo economico a quelle dell’ambiente e del diritto alla salute”. Il 2010 si è rappresentato, per l’assessorato, come un anno rilevante per la tutela dell’ambiente attraverso la gestione del ciclo dei rifiuti, l’innalzamento degli standard di esercizio degli impianti industriali presenti sul territorio regionale, l’integrazione dello sviluppo sostenibile in ogni settore economico e sociale, l’ampliamento della partecipazione nei procedimenti amministrativi ambientali, la bonifica delle aree contaminate. Ma la vera “bussola” per le scelte dell'amministrazione è stata l'integrazione delle politiche ambientali nei vari settori economici e programmatici della Regione Puglia. Infatti, nel corso dell’anno, è stata strutturata l’autorità ambientale della Regione che, attraverso i propri pareri su tutti gli interventi ammessi a finanziamenti pubblici, prova a condizionare le scelte economico – strutturali garantendo l’integrazione del principio dello sviluppo sostenibile. Accanto a tale attività sono stati sviluppati specifici progetti ambientali per aumentare il livello di conoscenza, tutela e valorizzazione del territorio: il rilevamento sistematico degli ulivi monumentali, il progetto di ricognizione e costruzione del catasto regionale delle cavità carsiche e la realizzazione di infrastrutture leggere nei parchi regionali (centri visite, ciclovie, sentieri) rappresentano strumenti utili per aumentare il livello di conoscenza e consapevolezza e per costruire un'idea sostenibile di sviluppo. A completamento, l’attività dell’assessorato è stata volta al rafforzamento della comunicazione orizzontale delle politiche ambientali. In particolare è stata completato la ristrutturazione e riorganizzazione del portale (http://ecologia.regione.puglia.it) al fine di garantire l’accesso al pubblico delle informazioni e offrire la possibilità di intervenire con proprie osservazioni nei procedimenti di autorizzazione nel settore ambientale. Nel consuntivo generale, Nicastro ha ricordato, molteplici attività Rifiuti – il protocollo di solidarietà con la Regione Campania per lo smaltimento dei rifiuti in Puglia (v. anche “No ai rifiuti campani in Puglia“) – il piano – rifiuti sostenibile da parte delle amministrazioni locali Aria – il monitoraggio del benzoapirene nelle aree tarantine. Il riferimento è alla situazione critica nel rione Tamburi (a ridosso dell’Ilva), dove sono stati segnalati sforamenti nel corso del 2008 e del 2009. Attraverso un percorso partecipato con Arpa, le istituzioni del territorio e con i gestori degli impianti industriali maggiormente impattanti, è stato definito un piano di risanamento della qualità dell’aria a Taranto che parte dal campionamento diagnostico del benzo(a)pirene attraverso la realizzazione di una rete di stazioni di rilevamento di inquinanti presenti nell’aria. Il monitoraggio è stato avviato a ottobre 2010. Il governo regionale ha inoltre approvato uno specifico disegno di legge sul contenimento delle concentrazioni di benzo(a)pirene in atmosfera. La promulgazione di tale legge è necessaria per garantire che la riduzione delle concentrazioni al valore di 1 nanogrammo/m3 sia conseguita nel più breve tempio possibile e non si debba attendere il termine del dicembre 2012 individuato dal legislatore nazionale. – contrasto alla concentrazioni di polveri nel Comune di Torchiarolo. Il riferimento e alle emissioni dei camini domestici da cui si genera, a causa della combustione della legna, un significativo quantitativo di polveri sottili – uso di tecnologie innovative e poco impattanti. È il caso del bando nell’ambito del programma regionale per il contenimento delle emissioni dei gas serra in attuazione del protocollo di Kyoto con cui sono finanziati, per circa 1,7 milioni di euro, interventi nel settore del traffico urbano per l’impiego di combustibili alternativi e interventi per la promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili Nel quinquennio 2005 – 2010, per la Regione Puglia sono stati introdotti importanti misure per la riduzione dell’inquinamento da sostanze nocive. Ecco gli interventi previsti nei prossimi cinque anni: – Implementazione del monitoraggio delle ricadute e dei possibili danni causati da emissioni di sostanze nocive. – Rafforzamento del ruolo di Arpa Puglia attraverso azioni anche di carattere economico a sostegno dell’attività tecnico scientifica che ARPA come braccio operativo della Regione Puglia svolge. – Introduzione di nuovi strumenti normativi per la limitazione di ulteriori sostanze nocive per l’ambiente e la salute dei cittadini. – Definizione di accordi di programma con le imprese per il miglioramento dell’efficienza dei sistemi produttivi e l’introduzione di tecnologie pulite. – Delocalizzazione degli impianti in aree industriali. – Attuazione del Piano Regionale della Qualità dell’Aria al fine di migliorare la vivibilità delle zone individuate come a maggior pressione ambientale. – Realizzazione del Centro regionale della qualità dell’aria a Taranto presso l’Ospedale Testa che si porrà quale centro di eccellenza a livello nazionale. – Completamento delle procedure di Autorizzazione Integrata Ambientale per gli impianti esistenti in modo da imporre le migliori tecnologie disponibili. – Attuazione della Legge Regionale Rischio Incidenti Rilevanti al fine di prevenire eventuali incidenti. Procedure – i controlli nelle aziende a rilevante rischio di incidente. la Regione ed Arpa, pur in assenza degli accordi di programma tra Stato e Regione, hanno definito le modalità per dare avvio alle attività di controllo dei sistemi di gestione della sicurezza degli impianti soggetti al d. lgs. 334/99, la cosiddetta legge Seveso. – la procedura Aia (autorizzazione integrata ambientale) per i complessi industriali più grandi. Tale attività garantisce condizioni di esercizio degli impianti in conformità alle migliori tecniche disponibili ed è significativa a fronte della procedura di infrazione in corso da parte della Comunità europea verso l’Italia per mancato adeguamento degli impianti alla normativa comunitaria. – la legge regionale 13/2010 “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 12 aprile 2001, n. 11 (Norme sulla valutazione dell’impatto ambientale)“, con la quale è stata ridotta da 10 ad 1 MW la soglia limite per la quale assoggettare gli impianti fotovoltaici alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Tale norma consente una valutazione ambientale più rigorosa di impianti industriali che occupano una superficie ampia di territorio e, pertanto, rende meno semplice l’insediamento di tali impianti. L’effetto di tale norma è quello, tra l’altro, di semplificare la realizzazione di fotovoltaico strutturale consentendo così il passaggio alla fase 2 dell’energia solare in Puglia: la solarizzazione degli edifici ed una attenzione sempre maggiore verso i processi di autoproduzione e autoconsumo. Il pacchetto di tali atti regolamentari è stato completato nel corso del mese di dicembre con l’approvazione del regolamento pugliese sulle aree non idonee alla realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo complessivo di questa legislatura è aggiornare il quadro normativo ferme restando le deleghe alle province in materia di Via e Vas (Valutazione Ambientale Strategica) Bonifica – i 30 milioni stanziati per 19 progetti di bonifica delle aree vaste Siti industriali dimessi, discariche abusive, abbandoni incontrollati di rifiuti hanno per anni ingenerato una intollerabile pressione sul suolo e le falde acquifere, compromettendo spesso la qualità di queste matrici ambientali. Dopo 9 anni la Regione ha aggiornato il “Piano delle Bonifiche”, identificando le criticità e definendo delle procedure per la quantificazione del rischio associato alle aree contaminate. La Programmazione 2007 – 2013 consentirà di mettere in campo, nei prossimi 5 anni, circa 64 milioni di euro per la caratterizzazione e la bonifica dei siti inquinati regionali. Le aree industriali sede di aziende di stato per decenni sono quelle che hanno risentito più gravemente della pressione antropica: la complessità e criticità ambientale di queste aree le ha inserite nell’elenco dei siti più contaminati d’Italia, definiti Siti di Interesse Nazionale. Tre dei quattro Siti di Interesse Nazionale (Sin) sono ubicati nelle grandi aree industriali di Manfredonia, Brindisi e Taranto, cui si è poi aggiunto il sito dell’azienda Fibronit che produceva amianto nel cuore della città di Bari. Per il Sin Fibronit a Bari, sono ormai in fase conclusiva le indagini integrative previste nel progetto di messa in sicurezza permanente del sito, già approvato dal Ministero dell’Ambiente nel 2008. Nei prossimi mesi si potrà procedere alla progettazione esecutiva dell’intervento e all’avvio del cantiere che consentirà di trasformare in parco urbano la vecchia industria di fabbricazione dell’amianto. Su Manfredonia, su cui insiste una procedura di infrazione comunitaria, si è provveduto in pochi mesi ad avviare il cantiere per le discariche pubbliche Conte di Troia, pariti Rsu e pariti Liquami. Le attività di bonifica si concluderanno entro un anno. Liquidati € 41.050.577,65 Per il Sin di Brindisi è stato sottoscritto un Accordo di Programma che prevede l’impegno degli Enti Locali e del Ministero dell’Ambiente ad eseguire l’intervento di bonifica della falda, evitando al contempo la migrazione delle acque sotterranee verso il mare con conseguente peggioramento della qualità dei sedimenti marini. Desta forte preoccupazione la possibilità del taglio dei fondi FAS da parte del Governo nazionale, parte dei quali (65 milioni di euro) erano previsti per la complessiva azione di risanamento dell’area a maggior criticità ambientale. Impegno di € 10.000.000,00; liquidazione di € 350.000,00 Sul Sin di Taranto (sito ex Yard Belleli), un Protocollo d’intesa tra Regione, Autorità Portuale Enti Locali e Ministero, ha finalmente consentito di dare un percorso certo alle attività di dragaggio dei fondali marini antistanti il porto con il duplice obiettivo di risanare aree marine pesantemente inquinate da anni di scarichi industriali e consentire l’approfondimento dei fondali per rilanciare le attività portuali dello scalo Jonico. Concessione di finanziamento € 10.468.320,00 La grande sfida che attende la Regione ed il territorio di Taranto nei prossimi anni è l’avvio delle ingenti attività di risanamento dei terreni e della falda che non può prescindere dalla presa di coscienza del Governo nazionale della grave crisi del territorio, riattivando il programma di risanamento e reindustrializzazione delle aree industriali dimesse. Fonti alternative 2005 – 2010: la Regione Puglia è diventata la prima regione in Italia per produzione di energia elettrica da fonti eoliche e solari. È stata la prima regione in Italia a dotarsi di un piano energetico ambientale regionale e di un sistema di regole che ha favorito lo sviluppo delle fonti alternative. Nei prossimi cinque anni: – Riduzione delle emissioni in atmosfera causate dalla produzione di energia da carbone. – Piena attuazione delle previsioni del Piano energetico ambientale regionale con riferimento al raggiungimento degli obiettivi percentuali di produzione di energia da fonti rinnovabili. – Sviluppo delle produzioni finalizzate all’auto-consumo. – Sviluppo di una specifica filiera per la dotazione energetica di aree protette ed isole minori. La Puglia, capofila del Poin energia, gioca un ruolo nel Mezzogiorno d’Italia assolutamente importante. Considerato che il settore edilizio rappresenta un terzo dei consumi totali, ci si pone l’obiettivo di solarizzare gli edifici pubblici – Sviluppo della produzione di idrogeno e solare termodinamico, nuove frontiere delle fonti alternative, coerenti con uno sviluppo socio-economico fondato sulla valorizzazione delle risorse endogene e sul rispetto stringente dei criteri di sostenibilità. – L’opzione nucleare risulta incompatibile nella definizione del mix energetico regionale. – Sviluppo dell’eolico off-shore in acque profonde. – Anche la ricerca idrocarburi nel mare di Puglia, regione in cui l’economia della pesca e del turismo sono fondamentali, è incompatibile con la linea programmatica. Inoltre vanno considerati i rilevantissimi l’impatti ambientali connessi alla realizzazione ed all’esercizio delle piattaforme petrolifere, nonché alla attività di desolforizzazione che verrebbero eseguite in loco, stante l’elevato tenore di zolfo degli idrocarburi adriatici. Contrasto alla realizzazione di opere industriali impattanti e in antitetiche alle reali vocazioni economiche del territorio, ricorrendo ai tribunali amministrativi per difendere le proprie posizioni. È il caso, in particolare, dei ricorsi contro le trivelle a mare sul quale il Tar Lecce, aderendo alle posizioni della Regione, ha eccepito le autorizzazioni concesse dal Ministero dell’Ambiente, anandole. Mentre sono ancora in corso i contenziosi inerenti l’autorizzazione alla centrale “Enipower” di Taranto e al rigassificatore di Brindisi della “Britsh”, entrambi impugnati dalla Regione Puglia. Programma quadro tutela e risanamento ambientale (Fondi Cipe) Totale Impegno 24.768.320,00 €; liquidazione 4.605.500,00 €. 1) Bonifica area industriale ex Matra del Comune di Statte: liquidazione € 1.748.234,77 2) Caratterizzazione del Porto interno di Brindisi: liquidazione di € 2.857.264,83 3) Comune di Bari Gasometro: impegno € 10.000.000 4) Completamento Mise area Euro Ecology Taranto: impegno € 4.300.000,00 5) Messa in sicurezza delle aree comprese nel territorio di Bari e Modugno Zi (Falda) 6) Rinnovo Accordo con Arpa Puglia Cnr e Irsa con Forze dell’Ordine, per tutela ambientale 7) Costituzione Gruppo lavoro per la redazione Piano Regionale per il Risanamento da Amianto 8) Piano delle Bonifiche (in fase di approvazione definitiva) 9) Finanziamenti di 36 progetti di risanamento siti degradati a valere su fondi ecotassa. Attività ordinaria di approvazione piani di caratterizzazione, analisi di rischio progetti di bonifica e messa in sicurezza Articoli correlati Differenziata nei capoluogo. La Regione delibera (17 gennaio 2010) Regione Puglia. Obiettivo: ciclo dei rifiuti (17 gennaio 2010)
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