Il gip del Tribunale di Lecce, Carlo Cazzella, ha concesso gli arresti domiciliari a Vittorio Colitti, il 67enne accusato, in concorso con il nipote, dell’omicidio di Peppino Basile, il consigliere dell’Italia dei Valori assassinato a Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno 2008. Il provvedimento è stato firmato in mattinata. Nei giorni scorsi l’uomo era stato sottoposto a perizia medico-legale da parte del dottor Roberto Vaglio su incarico dello stesso gip. Nella sua approfondita relazione Vaglio aveva stabilito che le condizioni di salute di Colitti senior non sono compatibili con il regime carcerario. “Lo stato di salute non appare compatibile con la custodia cautelare in carcere – scrive il gip – ed impone la sostituzione della misura più afflittiva con gli arresti domiciliari presso l’abitazione a decorrere dal momento in cui i sanitari dell’ospedale di Lecce riterranno opportuno dimetter il Colitti”. “Nonostante la gravità estrema del fatto in contestazione- prosegue il dottor Cazzella -, non sembrano profilarsi esigenze cautelari di eccezionale rilevanza che impongono il ricovero in apposita struttura sanitaria”. Il 21 dicembre scorso era stata emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti del presunto assassino. Due giorni dopo era stato il legale di Colitti, l’avvocato Francesca Conte, a presentare istanza di sostituzione della misura cautelare per l’agricoltore ugentino. La Conte aveva sottolineato come l’uomo, già dichiarato invalido al 100 per cento, fosse affetto da gravi patologie cardiache e patologie inerenti all’apparato gastro-digirente. Pertanto la difesa aveva chiesto che al 67enne fossero concessi gli arresti domiciliari. Colitti si trova attualmente ricoverato presso il reparto di cardiologia dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce ma nelle prossime ore potrebbe essere già trasferito a casa.
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