Assemblea pubblica, oggi, presso il Castello di Acaya alle ore 18, per informare la cittadinanza del progetto di Tarifa Energia srl
L'associazione “Save Salento – Salviamo il Salento” comunica che l'onorevole Elisabetta Zamparutti e gli altri cinque deputati radicali eletti nelle liste del Partito Democratico, hanno rivolto un'interrogazione scritta (nella sezione politica) al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, nonché al Ministero dello Sviluppo Economico, per chiedere chiarimenti in ordine al progetto di costruzione di 11 torri eoliche di “Tarifa Energia srl” in uno dei territori salentini dal più alto valore naturalistico, paesaggistico, storico e culturale, qual è quello di Vernole e Castrì. Nel ringraziare l'abnegazione e la sensibilità dei sei deputati radicali l'associazione “Save Salento” annuncia che la mobilitazione sul territorio continua, con la convocazione di un'assemblea pubblica per sabato 8 gennaio 2011, ore 18, presso il castello di Acaya, in provincia di Lecce, per informare la cittadinanza di Vernole, Castrì e dei paesi limitrofi della grave minaccia che incombe su quei luoghi, dopo l'autorizzazione da parte della Regione Puglia, il 2 dicembre 2010, del progetto di Tarifa Energia di 11 torri eoliche alte più di cento metri ciascuna, per una potenza complessiva di 22 MW, progetto non assoggettato a Valutazione di Impatto Ambientale. All'assemblea di Acaya si arriva con la costruzione di un fronte nutrito, composto da Save Salento, Forum Ambiente e Salute, Italia Nostra, ReAzione Castrì, l'associazione Tramontana di Melendugno e il Comitato Ambiente e Salute di Calimera. In questi giorni i cittadini di Vernole, Castrì e dei comuni viciniori hanno potuto apprendere di quanto si prepara nelle loro contrade solo grazie ad una campagna di informazione a mezzo di affissioni pubbliche, frutto di un'autotassazione del costituendo fronte anti-eolico. Sono previsti gli interventi dei segretari e dei responsabili delle associazioni ambientaliste, di Marcello Seclì (Italia Nostra), Donato Saracino (Italia Nostra – Save Salento), Salvatore Negro (consigliere regionale Udc), Pasquale Gaetani (assessore alla Gestione e valorizzazione del patrimonio – Provincia Lecce), Antonio De Giorgi, Nicola Sticchi e Marcello Corsano; dunque si lascerà spazio agli interventi dei cittadini. “Continua così – dice l'associazione – la mobilitazione legalitaria e ambientale in surroga alla democrazia e contro l'atteggiamento di segretezza con cui, fino a questo momento, le amministrazioni locali hanno fiancheggiato il progetto, tenendo costantemente all'oscuro la cittadinanza e la società civile, limitando l'evidenza pubblica al solo albo pretorio comunale, senza curarsi di aprire spazi di democrazia, consultazione referendaria e progettazione partecipata quali momento di confronto trasparente su scelte capitali, come appunto quella dell'eolico, destinate ad avere un impatto periodizzante per le possibilità di sviluppo dell'intera area a sud-est di Lecce. Lo stesso Piano regolatore degli impianti eolici (Prie) intercomunale di Vernole-Castrì, che doveva essere un momento di partecipazione pubblica, guarda caso è intercomunale come intercomunale è la dislocazione delle 11 torri. L'iter del Prie di Vernole-Castrì avviato a metà 2009 è postdatato rispetto al progetto delle 11 torri, il cui iter parte invece ad inizi 2007 e su cui le amministrazioni di Vernole e Castrì cominciano ad esprimersi già a partire dalla fine del giugno 2007. Anche se le 11 torri di Vernole e Castrì sono passate in regime transitorio, e dunque senza la necessità di un documento di programmazione quale il Prie, segnaliamo l'ennesimo episodio di una balorda, illogica, incivile e assurda prassi di fare l'abito su misura a questi progetti: prima l'infrastutturazione del territorio e poi la sua programmazione. In più, siamo qui a chiedere che cosa succede a Vernole. Perchè il sindaco Mario Mangione, il 3 dicembre 2010, vale a dire all'indomani dell'autorizzazione unica regionale in favore delle 11 torri, revoca le deleghe all'assessore all'ambiente Marcello Corsano? Esigiamo che il sindaco spieghi in pubblico le ragioni di questa macabra coincidenza. Quali sono le pressioni a cui è sottoposta in questi mesi l'amministrazione e a cui l'ormai ex assessore Corsano si è rifiutato di sottostare?. Strage di paesaggio, ambiente e di democrazia. Questo è il marchio di fabbrica delle 11 torri. Gli aerogeneratori si abbatteranno in una delle aree boschive con gli ulivi più antichi del Salento, presidiata da una moltitudine pulviscolare di antichissime strutture rurali, la cui presenza e il cui valore fondamentale per la storia e l'identità di quei luoghi è comprovato da numerose fonti storiche, anche di carattere parlamentare”. “E' uno spettacolo doloroso vedere la distruzione di questi boschi folti di olivi; il vecchio albero secolare, dal tronco poderoso, viene abbattuto con piccole mine, che si fanno scoppiare la sera sull'imbrunire. Si comprende come i proprietari non sanno decidersi al doloroso sacrificio; pentiti sempre di non averlo fatto 10 anni prima, e spesso indecisi a compierlo oggi”. “Così scriveva Errico Presutti nel volume dedicato alla Puglia dell'Inchiesta Parlamentare sulle condizioni dei contadini nelle province meridionali del 1909 (pag. 170). Proprio come cento anni fa, gli alberi in questione sono sempre quelli della secolare plaga dell'olivo varietà 'ogliarola' che, da sempre, caratterizza lo splendido paesaggio rurale dell'area a sud-est di Lecce, abbracciando le comunità di Cavallino, Lizzanello, Vernole, Castrì, Caprarica, Calimera, Melendugno, Martano e Carpignano. Cento anni fa era la brusca, catastrofica malattia dell'olivo, a minacciare la sopravvivenza di questi possenti alberi. Oggi a minacciare l'identità di questi luoghi non è la brusca olearia ma un'altra più ambigua e sciagurata insidia: 11 torri eoliche tra gli ulivi secolari delle contrade 'Campana' e 'Filandra' di Vernole e Castrì, ulivi che, anche se tutelati da una legge regionale del 2008, di fatto non esistono. Essi sono invisibili perché nessuno si è preso la briga di codificarne la presenza, di positivizzarla: fantasmi dunque, dal momento che dagli studi forniti dalla stessa società interessata alla realizzazione dell'impianto «risulta che nessun elemento arboreo od arbustivo con caratteristiche di pregio o di tutela sarebbe interessato dai percorsi di progetto” (cfr. Determinazione Settore Ecologia 23 luglio 2008, n. 461). Affermazioni più che discutibili, che revochiamo in dubbio per il fatto di aver più volte documentato la presenza di alberi secolari e di strutture rurali tipiche (muretti a secco, furnieddhi) destinati alla soluzione finale a causa del passaggio catastrofico del cantiere, dell'interramento dei cavidotti, dell''adeguamento della viabilità esistente […] con la realizzazione di nuove strade', della realizzazione delle fondamenta che spalerà via 375 metri cubi di terra per ciascuna torre, della 'realizzazione delle opere minori di regimazione idraulica superficiale quali canalette in terra, cunette, trincee drenanti, etc'. Affermazioni che revochiamo in dubbio soprattutto perché rimangono rinchiuse in una balorda visione restrittiva della tutela del bene paesaggistico, visione restrittiva già superata in favore di una approccio sistemico, areale, abbracciato da un Piano paesaggistico territoriale regionale (Pptr) che però rimane artatamente fermo nelle secche del Ministero dell'Ambiente. Il patrimonio degli olivi secolari dell'antica plaga dell'ogliarola fa parte di un sistema paesaggistico, naturalistico, storico e culturale integrato con Le Cesine, le tracce archeologiche e megalitiche, il borgo e il castello di Acaya e gli stessi abitati storici delle frazioni di Vernole. Questo sistema è il fondamento strutturale di un modello di sviluppo sostenibile che si è fin qui radicato soprattutto nelle pertinenze di Acaya, Pisignano e Acquarica, con un forte incremento e sviluppo della ricettività e del comparto agroalimentare. Se cade la plaga dell'ogliarola collasserà il potenziale attrattivo e di sviluppo economico dell'intero sistema integrato dei beni storico-naturalistici del territorio di Vernole. L'amministrazione non ha sviluppato alcuno studio al fine di computare i costi di lunga durata dell'impatto delle 11 torri, accontentandosi di mercanteggiare il disastro ambientale con un pugno di lenticchie: le immoralissime royalties. E tra rassicurazioni di facciata e autorevoli – quanto spiacevoli – silenzi qual è l'impatto sull'ecosistema delle Cesine? Siamo sicuri di voler mettere il futuro di questa importantissima e splendida perla verde nelle mani degli studi necessariamente di parte con cui la stessa società proponente ha garantito al settore Ecologia della Regione Puglia l'assenza di ripercussioni su habitat e rotte migratorie: non si può essere giocatori ed arbitri al tempo stesso! Ma a cadere sotto i colpi di eolico a bruciapelo non è solo il paesaggio, struttura materiale e basamento immateriale in cui sono condensate le potenzialità di sviluppo del territorio. E' anche la democrazia e l'efficacia dei processi partecipativi che su di esso si vuole costruire. Assistiamo esterrefatti ai ripetuti tentativi posti in essere di travestire l'amministrazione comunale di Vernole di una sensibilità ambientale che non ha. Lo stesso Ecomuseo dei paesaggi di pietra di Acquarica di Lecce, il cui scopo dichiarato – e sbandierato in un convegno in pompa magna a pochi giorni dall'autorizzazione unica sull'eolico – era quello di avvicinare i cittadini ai valori del paesaggio, dell'identità e della memoria dei luoghi, rischia di trasformarsi in niente altro che nel simbolo dell'ennesimo abuso ai danni della buona fede e dello spirito di cooperazione emergente dalla società civile. Con una mano si da e con l'altra si toglie!L'ambientalismo si pratica dietro, non davanti le telecamere! No alle 11 torri! Save Salento, il Forum Ambiente e Salute, Italia Nostra e tutte le altre associazioni delle rete chiamano alla mobilitazione generale e invitano i cittadini a partecipare all'assemblea dell'8 gennaio 2011. Chiediamo la revoca del progetto e l'istituzione di un parco regionale della Plaga dell'Olivo Ogliarola, la cui evidenza è storicamente provata da fonti storiografiche e dalla memoria delle popolazioni locali. Diffidano inoltre le amministrazioni locali dal perseverare nell'atteggiamento di rivendicazione del progetto delle 11 torri. Presto o tardi tanto su di esse quanto sui singoli ricadrà la responsabilità morale e storica di aver favorito un simile disastro ambientale e paesaggistico, responsabilità che li vedrà implicati verso le future generazioni”. 8 dicembre 2010 – Pale eoliche fra Castrì e Vernole E' stata pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 180 del 2 dicembre 2010, la determinazione riguardante la richiesta per ottenere l'autorizzazione unica alla costruzione e all'esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica della potenza di 22 MW da realizzarsi nei Comuni di Castrì di Lecce e Vernole, in località Campana e Filandra. E' stata la Società Tarifa Energia srl, con sede legale in Lecce, a richiedere il rilascio del permesso. L'Autorizzazione Unica avrà durata di anni venti, per le opere a carico della società, a partire dalla data di inizio dei lavori più altri nove anni dalla prima scadenza e durata illimitata, per le opere a carico della società distributrice dell’energia. All'impianto è associato un collegamento in antenna a 150 KV alla cabina primaria denominata “Martignano” di proprietà della Società Enel Distribuzione.
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