La Lecce – Melendugno attende il finanziamento

La Regione ha chiesto al Ministero dello sviluppo economico l’accreditamento della somma di 31 milioni di euro per la tangenziale. In caso di non ottemperanza, si rivolgerà all'Avvocatura regionale

Amati scrive al Ministro per lo sviluppo economico L’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile, Fabiano Amati ha scritto una lettera al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere l’accreditamento della somma di € 31.711.060,00, utile per il completamento dei lavori di realizzazione del tracciato stradale compreso tra la tangenziale di Lecce e il comune di Melendugno. L’assessore Amati ha inviato la lettera per conoscenza anche al Ministro per i Rapporti con le regioni Raffaele Fitto, affinchè si faccia promotore di iniziative utili a ottenere l’accreditamento della somma in tempi brevissimi. Amati ha infine fatto presente che se entro 30 giorni a partire dalla data di ricevimento della lettera non verrà ancora accreditata la somma mancante, la Regione Puglia sarà costretta a dare mandato all’Avvocatura regionale di attivare il giudizio di ottemperanza, momentaneamente sospeso, della sentenza del Consiglio di stato del gennaio del 2010 (n. 1460 del 26/01/2010), in base alla quale la Regione Puglia ha diritto di ricevere la somma indicata. Si tratta di un trasferimento residuo di risorse che la Puglia attende ormai dal 2005 in base a quanto stabilito dalla Convenzione ex Agensud (n.266/88), che permetterebbe di realizzare i lavori di completamento della strada. La strada regionale n. 8, i cui lavori di realizzazione hanno un costo complessivo di € 54.891.271,00, attraverserà i comuni di Lecce, Lizzanello, Vergole e Melendugno. Si tratta di un’opera necessaria per il territorio salentino che snellirà e renderà sensibilmente più sicuro il caotico traffico che attualmente si snoda dalla città di Lecce fino alla zona delle località marine della costa orientale e viceversa. La lettera inviata rappresenta la prima iniziativa sull’argomento. Il 14 luglio scorso infatti, Amati inviò alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Economia e delle Finanze, al Comitato interministeriale per la Programmazione economica (Cipe) e al Ministero dello Sviluppo economico, un primo sollecito.

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