Scarlino: Ragazzi, osate di più e fate impresa

L'intervista della domenica. Le aziende che resistono alla crisi. Antonio Scarlino, neo elettore presidente dei Giovani di Confindustria Lecce, racconta la sua formazione, i suoi valori familiari, le idee per il futuro

Trentanove anni, sposato, Antonio Scarlino è vice presidente operativo del Salumificio Scarlino srl, secondo produttore italiano di wurstel e presidente e amministratore delegato della Wommy srl, la nuova società per lo sviluppo in franchising, in tutta Europa, di una originale flotta di Ape car per la vendita di hot dog e beverage. Scarlino ha già ricoperto un prestigioso incarico confindustriale: è past president dei Giovani Imprenditori di Federalimentare, componente di giunta della stessa e presidente del Consorzio Energetico Salentino. Laureato in Economia e commercio all'Università di Modena, ha lavorato due anni nella direzione marketing di Unilever, prima del definitivo rientro nella azienda di famiglia. Lei è un “ritornato”. La sua scelta è stata semplice, dal momento che l’aspettava una florida azienda familiare? In realtà il mio non è stato un ritorno nel senso pieno del termine, in quanto mi ero trasferito al nord solo per motivi di studio. Era da ritenere ‘scontato’, più che ‘semplice’, il fatto che sarei tornato a Taurisano per dare il mio contributo all'azienda familiare. Quando ha capito di voler continuare nell’impresa di famiglia? Non c'è stato un vero momento in cui l'ho capito, perché è stata una mia volontà da sempre: per l'entusiasmo ricevuto ogni giorno da mio padre e per la voglia di riscatto di tutta l'area salentina che lui ha saputo interpretare alla grande. Obiettivamente viviamo un territorio con scarsissime possibilità. Ma il momento di difficoltà si vive al sud quanto al nord. A mio avviso è necessario che ogni giovane non aspetti qualcosa che gli possa derivare dagli altri, ma si scopra quanto più possibile propositivo. Come in parte è successo anche a me, ritengo che l'ambiente vissuto e respirato nel corso degli studi lo aiuterà senza dubbio. Quali garanzie può dare e deve dare la classe imprenditoriale salentina a chi si affaccia al mercato del lavoro? Innanzi tutto esiste, a mio avviso, la necessità di rifocalizzare il modello di business proposto, dove, ad esempio, il rispetto del codice etico rappresenti un momento fondamentale per l'evoluzione del rapporto tra lavoratore ed impresa. Mi piacerebbe, inoltre, che seguendo modelli americani, il dipendente possa e soprattutto voglia partecipare ai risultati economici dell'impresa, ai suoi successi e, qualche volta purtroppo, ai suoi insuccessi. In sintesi è come se l'imprenditore mettesse, oltre all'investimento, la fantasia dell'idea ed il lavoratore, in univocità di intenti, la concretizza. Nell’era dei ‘rottamatori’, è sufficiente la giovane età per garantire ricette innovative per uscire dalla crisi? Secondo me è indispensabile avere rispetto per quello che è stato costruito dai nostri predecessori. Non si può pensare di avere più spazio solo per motivi anagrafici, in quanto devono essere le idee a vincere e non l'età. Io, per esempio, ogni giorno mi sento con uno degli imprenditori salentini “meno giovani”, Armando Pedone, e rimango quasi sempre sorpreso dalla novità del suo pensiero e delle sue idee, che mi arricchiscono quotidianamente. Quali sono le idee che porterà avanti la sua squadra? Abbiamo le idee chiare: orientamento alla formazione e al lavoro; università, ricerca e innovazione a 360 gradi; partnership; Salento digitale e internazionale; rispetto dell’ambiente; attenzione alla legalità ed all’etica; valorizzazione dei talenti e capacità di attrazione di investimenti; promozione strategica dell’economia locale; turismo di qualità; Salento calamita dei creativi e dei talenti a livello internazionale. Suo padre fu un self made man. Quali valori imprenditoriali rimangono ancora oggi validi? I valori, per essere davvero tali, non hanno valenza in un determinato momento storico, ma devono valere per sempre. Dei valori di mio padre mi sono rimasti impressi l'umiltà, la correttezza e la concretezza, la determinazione e l'intraprendenza. La crisi morde ai fianchi tutti i settori. Come sta reagendo la tua azienda? Alla morte di mio padre, dando in anticipo, e con coraggio, una lettura di quello che sarebbe successo sul mercato, abbiamo investito quasi 15 milioni di euro in tecnologia avanzata, per dare alla nostra azienda la possibilità di rispondere adeguatamente alle esigenza del consumatore, sempre di più alla ricerca del miglior rapporto tra qualità e prezzo. I primi grossi risultati si stanno riscontrando già nel corso del 2010, durante il quale chiuderemo con una crescita di oltre il 10 per cento. L'anno prossimo, poi, grazie ad un aumento della nostra presenza sui mercati esteri, al rilancio di politiche di marca ed al definitivo successo del progetto “Wommy” contiamo di raggiungere una crescita del 30 per cento.

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