Passanti ignoranti I

Quando passa una donna… dalla Bibbia al Brasile

“Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira…” forse, per i più giovani, non è più neanche una banale reminscenza scolastica, ma resta un bellissimo sonetto di Guido Cavalcanti. Il passaggio di una donna magica conferisce una vibrazione speciale all'aria, che trema di “chiaritate” e fa sì che gli uomini, ammutoliti da tanta grazia, possano solo sospirare. Il modello è nel Cantico dei cantici, dove la donna avanza e miete vittime come un esercito a vessilli spiegati. Nella sua traduzione latina, “Quae est ista quae progreditur”, fu cantata per secoli in chiesa, dove, grazie a qualche capriola esegetica, la bellissima madonna fu identificata con la Madonna (maiuscola) e musicata da anonimi e arcinoti, come Palestrina. Qui la musica è di Pietro Pace, che era di Loreto e con Maria giocava in casa. Anche Dante, amico di Guido, aveva notato un piacere speciale nell'osservare la donna “quand'ella altrui saluta”. La stessa compiaciuta tristezza dell'essere ignorati rispunta alcuni secoli dopo sulla spiaggia di Ipanema. Ah, la bellezza passa e non è tutta per me… Naturalmente i sessi sono reversibili quando a cantare è una signora, per esempio Ella Fitzgerald, che qui ci prova con uno spettatore di San Paolo.

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