Svastiche disegnate nella sede del sindacato. Universitari oggi a Roma per partecipare alla manifestazione promossa dalla Fiom
Gli studenti universitari di Lecce partecipano alla manifestazione promossa dalla Fiom di oggi pomeriggio a Roma dal titolo “Si ai Diritti, No ai Ricatti – Lavoro Bene Comune”. “Governo e imprenditoria – si legge nelc omunicato dell'Udu – intendono ridiscutere in toto il valore del lavoro: intendono ridiscuterne le tutele, i diritti e i salari. Intendono precarizzare il futuro di milioni di lavoratori e dei giovani che al mondo del lavoro ancora si devono ancora affacciare. Intendono porre ricatti nelle fabbriche costringendo i lavorati a scegliere se lavorare con meno diritti o essere mandati a casa. Intendono umiliare e distruggere la vita di operai, docenti, dipendenti pubblici e privati, studenti e ricercatori. La giornata di domani è un passaggio della fase di mobilitazione iniziata lo scorso 8 ottobre con più di 300 mila studenti in 90 piazze d’Italia per difendere i beni comuni sotto attacco dalle manovre di politica, banche ed imprenditoria; in primis cultura, formazione e lavoro. Da denunciare il clima di tensione costruito intono alla data di domani, vogliono far passare il messaggio che studenti e lavoratori sono i violenti, e non si accorgono della disperazione e la frustrazione che esiste tra milioni di cittadini italiani che chiedono esclusivamente dignità lavorativa e che il nostro paese non sia più soggetto agli interessi di pochi, ma che lo sviluppo economico ricominci guardando alle esigenze di tutti”. L'Udu, infine, denuncia un episodio avvenuto ieri mattina vicino l’aula dei rappresentanti Udu nella Facoltà di Economia.

“Due soggetti non identificati – raccontano i rappresentanti dell'Udu – ma riconducibili al gruppo dei naziskin hanno strappato manifesti e disegnato delle svastiche sulla porta d’ingresso all’aula.

Forse, dopo due settimane le iniziative promosse in difesa della nostra Università e del nostro territorio, le nostre rivendicazioni hanno infastidito qualcuno. A questi episodi risponderemo sempre con la forza delle nostre idee e dei nostri sogni, lottando non contro qualcuno ma affinché nelle scuole e nelle università l’istruzione permetta a tutti l’emancipazione. Perché come dicono i Sud Sound System 'E’ l’ignoranza che crea la violenza'”. 15 ottobre 2010 – Studenti senza volto e incatenati contro la riforma Ieri, alle 16, gli studenti universitari e i ricercatori si sono ritrovati in Ateneo per protestare contro le politiche del governo Berlusconi e contro la presentazione (poi slittata) del ddl Gelmini alla Camera dei deputati. Dopo il raduno, mascherati e simbolicamente incatenati, hanno percorso le strade del centro storico di Lecce con uno striscione che recitava “Università in smantellamento”, fino a giungere sotto la prefettura di Lecce, simbolo del governo nazionale sul territorio.

“La protesta odierna – fa sapere l'Udu – si muove su un doppio piano politico: in primis è per noi importante che tutte le componenti civili della società (commercianti, famiglie, lavoratori) prendano coscienza dei risvolti negativi che questi provvedimenti governativi avranno, non solo sull'università, ma su tutto il territorio; in secondo luogo è altre sì importante continuare la nostra battaglia per difendere il carattere pubblico del sapere e soprattutto per riprenderci il nostro futuro, il diritto all'istruzione, il diritto al lavoro”. A Piazza Sant'Oronzo ha poi avuto luogo il vero Flash Mob, attorno a un bidone, dove ricercatori e studenti hanno simbolicamente bruciato i loro curriculum al grido “Noi non moriremo precari”. Intanto a Roma, sotto Montecitorio, mentre in Parlamento veniva rinviata la discussione sul ddl Gelmini, molti universitari hanno dato vita a un presidio. “Noi non ci fermiamo. Le mobilitazioni continuano, e assieme agli studenti medi, ai ricercatori e alla Fiom invaderemo le strade della capitale per partecipare alla manifestazione nazionale del 16 ottobre e il 17 parteciperemo a un'assemblea nazionale di tutto il mondo della conoscenza, per programmare le prossime iniziative di questo 'caldo autunno'”. Il video della protesta http://www.youtube.com/watch?v=rHF18GuCsSU 14 ottobre 2010 – Università smantellata: la mobilitazione continua Dopo la manifestazione dell'8 ottobre la protesta degli studenti universitari continua contro il Ddl Gelmini la cui discussione alla camera è stata momentaneamente sospesa. Lecce conta una popolazione di quasi 30.000 studenti universitari (6.000 dei quali fuorisede) e nel caso di un'università in dissesto sarebbe tutta l'economia salentina a risentirne. Il sindacato studentesco Udu di Lecce, per manifestare ancora una volta il proprio dissenso contro il Ddl, ha deciso di proporre un nuovo singolare modo di protestare, il “flash mob”. Questo pomeriggio, con partenza alle 17, la popolazione studentesca, i rappresentanti della didattica (ricercatori, dottorandi) e i lavoratori precari scendono per le strade della città inscenando una protesta mascherata. “Ci raduneremo nell'Ateneo – fanno sapere dal sindacato – e dopo, con una maschera al volto, simbolicamente incatenati e con uno striscione che recita “Università in smantellamento”, attraverseranno tutto il centro storico di Lecce fino alla prefettura dove avrà luogo un presidio”.

Nelle facoltà, invece, la protesta continua a seguire il suo corso: sopra le porte di ogni edificio è già stato collocato del nastro bianco e rosso tipico dei cantieri in costruzione, e verranno affissi dei volantini recitanti la scritta “Università in smantellamento”.

Inoltre il 16 e 17 ottobre gli studenti universitari leccesi partiranno con un pullman diretto a Roma per partecipare il 16 alla manifestazione nazionale della Fiom contro le manovre prese dal governo sul lavoro, e il 17 per partecipare all'assemblea nazionale alla sapienza in cui si decideranno le modalità per proseguire il “caldo autunno” a livello nazionale. 8 ottobre 2010 – Studenti in piazza a Lecce per l'AltraRiforma Questa mattina a Lecce tutto il mondo della conoscenza è sceso in piazza per manifestare il proprio dissenso contro il Ddl Gelmini, la legge 133 del 2008 e in generale contro il progetto di distruzione dell'istruzione pubblica che si sta verificando nel nostro paese.

Studenti medi, universitari, dottorandi, accademici, docenti, ricercatori, precari della scuola e dell'università sono scesi in piazza tutti insieme, in un corteo che ha visto la partecipazione di oltre tremila persone, formando un fronte compatto di tutte la parti sociali che fanno parte del mondo della conoscenza, dando un segnale chiaro e deciso a chi in parlamento deciderà il futuro dell'istruzione pubblica italiana.

Il corteo si è poi concluso con un'assemblea tenuta nell'aula magna dell'ateneo, dove hanno preso parola le varie componenti scese in piazza. L'assemblea ha deciso di proseguire l'autunno di conflitto rigettando totalmente la riforma di scuola e università che il Governo sta portando avanti, ovvero un rifiuto totale al Ddl Gelmini e alla Legge 133.

E' stato lanciato il progetto dell'AltraRforma di scuole e università, per proporre un alternativa di una riforma che provenga dal basso e non sia imposta dall'alto e da chi non vive scuola e università.

Inoltre è stato approvato il manifesto “Io Voglio Potere – Saperi contro la Crisi” (in allegato), perché è necessario in questo momento storico unire le rivendicazioni del mondo dell'istruzione a quelle del mondo del lavoro, per mettere su una vertenza generazionale per il futuro.

E' stata convocata per martedì 12 ottobre un'altra assemblea per stilare un documento programmatico-organizzativo allargato dalle sigle che hanno aderito all'appello della mobilitazione di oggi, Udu, Uds, Adi, Zei, Rete29Aprile, Flc e Coordinamento Precari Scuola e Università, anche ad all'associazione Tha Piaza e ad altri collettivi studenteschi. Infine è stato deciso di aderire alla mobilitazione di sabato 16 ottobre lanciata dalla Fiom a Roma e all'assemblea studentesca nazionale di domenica 17 ottobre all'Università la Sapienza. 4 ottobre 2010 – Azione Universitaria manifesta contro blocco lezioni “No lezioni, no tasse. Studenti incazzati” questo è lo slogan dello striscione che questa mattina una 50 di studenti di Azione Universitaria hanno srotolato dinanzi al rettorato di Lecce, mentre, a breve distanza l'Udu svolgeva la prima delle sue assemble pubbliche per spiegare i motivi della protesta contro la Riforma dell'Università. “ll Senato Accademico ha deliberato il blocco delle lezioni e lo slittamento dell’inizio del nuovo anno accademico. Il rettore ha chiesto ai docenti di andare nelle aule a spiegare che tutto ciò è una forma di protesta contro la riforma Gelmini e per difendere i ricercatori – spiega Luca Ammendola di Azione Universitaria. Dicono che vogliono difendere i ricercatori, invece pensano solo a difendere i loro privilegi. Il vero problema che 'scotta' per i docenti è che con questa riforma si metterà fine allo status di 'ricercatore tuttofare', che si adopera a fare tutto ciò che gli viene chiesto, tranne ricerca. Nonostante la pioggia – ha continuato Ammendola – abbiamo voluto dare questo segnale. La devono smettere di prenderci in giro e far pesare le loro incompetenze su di noi. Bloccano le lezioni e ci aumentano le tasse. E’ un paradosso: paghiamo per non seguire le lezioni, loro invece lo stipendio a fine mese lo prendono comunque. La nostra protesta continuerà in questi giorni, manderemo al Ministro l’elenco dei docenti che non si presenteranno alle lezioni chiedendo la sospensione dei loro stipendi”. “L’Università di Lecce di certo, non è uno degli Atenei più virtuosi d’Italia – quanto dichiara Massimo Fragola PdL Lecce. In passato, ci siamo trovati sulle cronache dei giornali per buchi in bilancio spaventosi e spese assurde. E oggi vengono a raccontarci che il min. Gelmini è il lupo cattivo che vuole distruggere l’università? L’Università Italiana è stata già distrutta dallo sciacallaggio compiuto in questi anni con il proliferare di miriadi di corsi di laurea, molti dei quali per lo più inutili e dalle mani bucate di molti rettori e consigli d’amministrazione che hanno sperperato denaro pubblico, denaro preso dalle tasche degli studenti e dalle loro famiglie. Prima di intraprendere ogni forma di protesta sarebbe opportuno che questi signori, si facessero un esame di coscienza, se ne hanno una”. “Gli studenti fanno bene a ribellarsi alle scelte scellerate degli atenei che da una parte bloccano la didattica, dall’altra aumentano le tasse – dichiara da Andrea Volpi coordinatore nazionale di Azione Universitaria. E’ opportuno porre fine, una volta per tutte ai privilegi della casta universitaria. Il percorso avviato dal min. Gelmini deve andare avanti ed è per questo che vogliamo la calendarizzazione della riforma subito. Un ulteriore rinvio, sarebbe difatto, una sconfitta per tutti quei giovani che credono nel cambiamento”. 4 ottobre 2010 – Udu Lecce: il calendario della mobilitazione per l'AltraRiforma Negli ultimi giorni sia nei Consigli di Facoltà sia nel Senato Accademico dell'Ateneo Salentino si è deciso il rinvio delle lezioni come segnale di sostegno alla protesta di studenti e ricercatori contro il Ddl Gelmini, dopo che quest’ultimi hanno deciso di non prendere più insegnamenti che fino ad ora avevano svolto gratuitamente e volontariamente. Per questo motivo l'Unione degli Universitari di Lecce insieme alla Rete29Aprile organizza nell'Università del Salento, cosi come si sta facendo nel resto d'Italia, nei giorni 4, 5 e 6 ottobre assemblee di facoltà aperte a tutti gli studenti ed, in generale, a tutto il mondo accademico.

L'obiettivo delle assemblee è illustrare i motivi per i quali si contesta il Ddl Gelmini, il Decreto Legge 180 e la Legge 133 che compongono la cosiddetta Riforma dell'Università e creare confronto con gli studenti universitari che in questo momento sono alle prese con i problemi del rinvio delle lezioni, dall'aumento delle tasse e dai pochi servizi a loro disposizione. L'Udu ambisce a realizzare “un movimento che possa incidere realmente nella vita politica di questa paese, che possa rimettere al centro la questione dell'istruzione pubblica e di qualità, e possa lottare per un'AltraRiforma dell'università che provenga dal basso e da chi l'università la vive quotidianamente”. Il calendario – Lunedì 4 ottobre Facoltà di Lettere, Beni Culturali e Scienze della Formazione: Aula Magna ore 9 – Codacci Pisanelli – Martedì 5 ottobre Facoltà di Ingegneria: Aula Y2 ore 11 – Corpo Y Facoltà di Lingue: Aula SP4 ore 10 – Sperimentale Tabacchi – Mercoledì 6 ottobre Facoltà di Giurisprudenza: Aula Magna ore 10.30 – Edificio “Li Tufi” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. ed Economia: [da definire] – Ecotekne – Venerdì 8 ottobre, gli studenti medi, universitari, ricercatori, insegnanti, dottorandi, accademici, precari della scuola e dell'università scenderanno in piazza per manifestare il dissenso. A Lecce, il corteo avrà inizio alle ore 9, dal piazzale antistante la stazione ferroviaria e terminerà al Palazzo “Codacci-Pisanelli” nel quale si terrà una grande assemblea di tutto il mondo della conoscenza salentino. 2 ottobre 2010 – Riforma Gelmini: gli studenti si mobilitano L'Unione degli Universitari di Lecce in collaborazione con la Rete29Aprile ha indetto per i giorni 4-5-6 Ottobre delle assemblee pubbliche nelle facoltà per spiegare i motivi della protesta e preparare un autunno di mobilitazione. La riforma del governo prevede l'esautorazione del carattere pubblico delle università italiane trasformandole in fondazioni private; impone una governance poco democratica che accentra il potere nelle mani dei rettori estromettendo la componente studentesca dalle decisioni, infine sminuisce il ruolo della ricerca precarizzando la figura del ricercatore. che prevedeva il taglio ai fondi del Ffo delle università italiane, molti atenei, in particolare quelli del mezzogiorno si trovano in disperate condizioni economiche, che porteranno al taglio del diritto allo studio, dei servizi agli studenti e all'aumento delle tasse, cosi come è già accaduto nel nostro Ateneo. Per questi motivi si è creato un fronte comune tra studenti e ricercatori. Quest'ultimi hanno già da tempo manifestato il loro disaccordo rifiutando di portare avanti l'attività didattica fino ad ora svolta a titolo volontario, causando in questo modo lo slittamento della data d'inizio delle lezioni nelle facoltà. In Senato Accademico, quindi, è stato approvato un documento all'unanimità che demanda alle facoltà la decisione sulla data di inizio dell'attività didattica. 30 settembre 2010 – L'Ateneo salentino al fianco dei ricercatori Nella seduta di oggi, 30 settembre 2010, il Senato accademico dell’Università del Salento ha deliberato di “invitare le Facoltà a spostare l’inizio delle lezioni dell’anno accademico 2010/2011 di un periodo congruo per tutti i corsi di studio per consentire il superamento delle attuali difficoltà; di modificare il calendario accademico spostando in avanti tutte le date di inizio e fine dei periodi didattici e delle sessioni d’esame; di sollecitare tutti i docenti a spiegare agli studenti nei primi giorni di lezione le ragioni della protesta e dare lettura della presente mozione anche nelle sedute di laurea”. In premessa, è stata confermata “piena solidarietà ai ricercatori” ritenendo “improrogabile la determinazione di avere dal Governo risorse aggiuntive al Fondo di finanziamento ordinario in modo che esso sia stabile (intorno a 7,2 miliardi l’anno) e incrementato percentualmente (almeno del due per cento) di anno in anno”. Il Senato accademico, inoltre, “sollecita il Governo a rendere noti e certi i tempi e le entità dei finanziamenti i cui tagli a tutt’oggi, indiscriminati e insostenibili, stanno compromettendo l’autonomia, la funzione pubblica e il ruolo stesso dell’Università”. Con specifico riferimento ai ricercatori, il Senato “riconosce che hanno ampiamente contribuito a garantire la qualità e il funzionamento degli atenei e ritiene essenziali le loro competenze scientifiche e didattiche per il mantenimento di un’offerta formativa coerente e qualificata” e “chiede che nel Ddl in discussione alla Camera venga inserito un emendamento che preveda per la progressione della carriera di ricercatori e associati concorsi (almeno 12mila a professore associato) da espletare nell’arco di 5/6 anni secondo le modalità di una “rigorosa valutazione del merito”. Si è infine deliberato “un pacchetto di iniziative e di momenti pubblici di mobilitazione, con il duplice obiettivo di rafforzare l’unità e la coesione dell’Università del Salento contro i provvedimenti penalizzanti e iniqui, nonché di aggregare istituzioni e cittadini nella condivisione delle ragioni dell’agitazione a salvaguardia del ruolo strategico dell’Università pubblica nello sviluppo culturale, sociale ed economico del nostro Paese”.
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