La Bat presenta il piano di riconversione. Il sindacato non ci sta

Roma. Prevista la produzione di arredi per aerei, infissi e call center. La Flai Cgil abbandona le trattative e chiede il tavolo istituzionale

La Bat ha presentato a Roma il piano di riconversione per il proprio stabilimento leccese che “si articola prevalentemente attraverso il coinvolgimento di due realtà industriali solide ed in espansione operanti in settori ad elevato contenuto tecnologico. La prima, è leader mondiale nella progettazione, produzione e manutenzione di arredi e dispositivi su misura per aerei, che annovera tra i suoi clienti tutte le principali compagnie aeree e le aziende produttrici di aeromobili commerciali e civili. Il secondo soggetto imprenditoriale, operante nel settore della metallurgia leggera, è una realtà consolidata ed affermata nella produzione d’infissi in alluminio e alluminio-legno, con un percorso di espansione del proprio business nel Sud Italia anche attraverso l’accrescimento della propria capacità produttiva”. “Queste realtà industriali – spiega il comunictao – consentiranno di valorizzare le attuali professionalità e garantiranno sostenibilità e sviluppo economico nel territorio; ciò dando piena continuità lavorativa ed occupazionale a tutti i dipendenti di Bat Italia dello stabilimento di Lecce compresi i lavoratori a tempo determinato. Il mantenimento della piena operatività del sito – prosegue il gruppo – garantirà, di conseguenza, la prosecuzione di gran parte dei servizi ausiliari assicurando così continuità occupazionale anche per i lavoratori operanti nel sito stesso ed impiegati da soggetti terzi. Qualora tra questi ultimi dovessero verificarsi degli esuberi Bat Italia si impegna comunque ad assicurare il loro reimpiego tramite un primario operatore attivo nel settore dei call center che garantirà assunzioni a tempo indeterminato”. Dura la reazione del sindacato Flai Cgil che abbandona il tavolo delle trattative. Che fine avrà fatto l'opzione di portare la vertenza sul tavolo della presidenza del Consiglio dei ministri entro il 10 ottobre? “Riteniamo che a Lecce – dicono dall sindacato – ci siano tutti i presupposti e i margini per continuare con la produzione di sigarette. Per questa ragione tutti gli sforzi del sindacato, insieme alle istituzioni locali, sono stati in questo periodo indirizzati a rendere quanto più rapidi possibili i tempi per la convocazione del tavolo istituzionale” che l'azienda ha rifiutato. “La posizione della Flai, in tutti i suoi livelli – recita la nota – è di proseguire in questa direzione e riteniamo che, così come ci siamo impegnati a fare nei confronti dei lavoratori, ogni iniziativa e ogni energia, in questa fase, vada profusa nell’ambito della convocazione del tavolo istituzionale”. 5 ottobre 2010 – Bat: riparte la mobilitazione a Lecce In attesa di novità di da Roma (entro il 10 ottobre la vertenza dovrebbe giungere a Roma), si moltiplicano le iniziative locali a sostegnno dei lavoratori della Bat e contro la chiusura dello stabilimento leccese. Ieri sera, ad esempio, presso la sede della IV Circoscrizione “Rudiae Ferrovia” in Viale della Repubblica, a Lecce, si è svolto un consiglio monotematico convocato d’urgenza con all’ordine del giorno la situazione relativa alla “British American Tobacco”. Alla presenza di numerosi lavoratori dell’impianto produttivo, preoccupati per i possibili sviluppi negativi della vicenda, il Consiglio presieduto da Carmelo Isola ha votato una mozione presentata dal Consigliere Andrea Errico di solidarietà e di impegno per la salvaguardia del posto di lavoro per tutti i lavoratori dello stabilimento e dell’indotto ed evitare cambi di destinazione d’uso futuri dell’area su qui insiste la manifattura tabacchi di Lecce. Dopo vari interventi di consiglieri, lavoratori e sigle sindacali è stato redatto un documento che approderà all’attenzione del Consiglio Comunale, Provinciale e delle varie Istituzione nel quale si ribadisce: il NO alla chiusura dello stabilimento e tutela dei lavoratori e delle loro famiglie; il NO alla destinazione d’uso diversa degli stabilimenti; e si sollecita la convocazione urgente del Consiglio Comunale e del Consiglio Provinciale per redigere una delibera di impegno da presentare al prossimo Consiglio dei Ministri. Il Presidente Carmelo Isola che, a nome di tutto il Consiglio Circoscrizionale, aveva fatto pervenire il 24 settembre scorso al Prefetto di Lecce ed al Sindaco Paolo Perrone un documento per la salvaguardia dello stabilimento della British American Tobacco di Lecce ha evidenziato la necessità e l’urgenza di intervento perché la chiusura dell’impianto, per localizzarlo all’estero, coinvolge direttamente il territorio sia perché colpisce moltissime famiglie residenti sia perché da decenni i vari stabilimenti della manifattura tabacchi, nello stesso allocati, hanno inciso fortemente nella storia, nello sviluppo e nel tessuto sociale della Circoscrizione. Ha rivolto un accorato invito tutte le Istituzioni affinché con gli strumenti a loro disposizione si attivino per una battaglia che non ha colore o ideologia politica ma è fondata sulla salvaguardia dei diritti della persona e di un territorio. 28 settembre 2010 – Entro il 10 ottobre la vertenza sarà a Roma L'impegno, alla fine, se l'è preso il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano: entro il 10 ottobre la vertenza dello stabilimento Bat di Lecce approderà sul tavolo della presidenza del Consiglio dei ministri. Lo ha detto durante un incontro con le sigle sindacali Cgil Cisl, Uil e Cisal e i 400 lavoratori salentini che rischiano il posto, assicurando il suo impegno. Dal canto loro, i sindacati, sperano che lo stabilimento leccese della Bat non faccia la “stessa fine che hanno fatto i siti nelle altre città italiane”. 27 settembre 2010 – Lettera aperta di Bat all'arcivescovo di Lecce D'Ambrosio Pochi giorni fa, Domenico D'Ambrosio, arcivescovo di Lecce, aveva indirizzato un messaggio (commento n.14) alla Bat in cui chiedeva che “tutte le istituzioni, le rappresentanze politiche, le amministrazioni, i sindacati siano parte attiva e sollecita per avviare, nei limiti di competenze e possibilità, a soluzioni positive la vertenza in atto e che l'azienda receda da una decisione che, a giudicare dalla ufficializzazione della data di chiusura, sembra irreversibile”. A breve giro di posta, è arrivata la risposta dell'azienda, a firma del presidente Francesco Valli: “La volontà dell'azienda è di operare sempre all’interno dei principi della responsabilità sociale, ma anche perché crediamo che il primo capitale da salvaguardare sia la persona nella sua integrità e dignità, così come il Santo Padre ha riaffermato nella enciclica Caritas in Veritate. In questo senso crediamo fermamente che la persona e la sua integrità, siano certamente più rispettate investendo risorse per creare le condizioni ed implementare nuovi piani di conversione sostenibili che rispettino il tessuto sociale e garantiscano la piena occupazione, piuttosto che continuare con attività non più economicamente competitive”. Sarebbe interessante conoscere, in merito, il parere dei lavoratori. La lettera Eccellenza, Mi permetta di esprimerLe la riconoscenza, mia personale e della Bat Italia, per il caloroso ed autorevole intervento nell’ambito della vicenda che in questi giorni interessa la nostra Manifattura Tabacchi di Lecce. Lei giustamente esprime preoccupazione per la decisione della Bat Italia di cessare la produzione di sigarette che, incluso l’indotto diretto, da lavoro a poco meno di 400 persone. Ciò anche in considerazione della crisi occupazionale che investe il nostro Paese ed in particolare il sud Italia, senza ovviamente risparmiare il Salento. Questa preoccupazione è, Le assicuro, anche la preoccupazione di BAT Italia. A tale proposito, mi permetta di sottolineare che la BAT Italia contestualmente all’ufficializzazione della decisione di cessare l’attuale produzione di tabacco lavorato, ha altrettanto fermamente e senza equivoci dichiarato di essere pronta a confrontarsi con le rappresentanze sindacali dei lavoratori, per promuovere insieme e sostenere direttamente un progetto solido e sostenibile di riconversione industriale, che rispetti la vocazione industriale dell’area e soprattutto garantisca la piena occupazione di tutti coloro che attualmente prestano la loro opera nella Manifattura Tabacchi di Lecce. L’impegno di Bat Italia è far sì che non solo non ci sia alcun impatto sociale ma anche che il piano di conversione industriale generi sviluppo e occupazione in linea anche con filiere produttive già presenti nel Salento e nella Regione Puglia, facendo leva sulle professionalità esistenti tra le maestranze e su programmi di riqualificazione professionale, laddove necessari. Bat Italia non è nuova a questo tipo di approccio avendo già negli anni recenti gestito diversi piani di conversione a seguito di ristrutturazioni industriali, piani che hanno sempre garantito continuità occupazionale e sviluppo. Mi preme inoltre sottolineare che la definizione di questo processo richiede collaborazione e determinazione delle parti in causa – azienda e rappresentanti sindacali – e l’assoluta necessità di evitare strumentalizzazioni per interessi particolari. Il solo interesse in questo momento è la continuità occupazionale dei lavoratori. Francesco Valli Presidente British American Tobacco Italia 25 settembre 2010 – Vertice in Prefettura: necessario l'intervento di Roma L'unica prospettiva emersa, oggi, dal vertice istituzionale che si è svolto in Prefettura, in merito al rischio di chiusura dello stabilimento leccese della Bat, è l'unanimità con cui Istituzioni, parti politiche e sindacati chiederanno all'azienda di non abbandonare il Salento. Parola d'ordine dunque mobilitazione, ma basterà?. La notevola portata del problema implica che tale mobilitazione si diriga verso Roma, nel tentativo di coinvolgimento del govero nazionale. All'incontro, intanto, erano assenti il Ministro Fitto e il Presidente della Regione puglia Nichi Vendola. 24 settembre 2010 – La Bat insiste: riconversione dello stabilimento In un comunicato ufficiale, emesso a seguito del vertice svoltosi con i sindacati, oggi a Lecce, la British American Tobacco Italia ha confermato ai rappresentanti dei lavoratori la decisione di cessare le attività di produzione di sigarette insistendo sulla necessità di identificare, attraverso il dialogo con le parti coinvolte, soluzioni di riconversione che consentano di mantenere gli attuali livelli occupazionali. Quindi, “passa la palla” ai sindacati. “Bat Italia auspica, quindi, che le organizzazioni sindacali si dichiarino quanto prima disponibili ad avviare congiuntamente una disamina sugli scenari di riconversione industriale del sito volti a preservare il tessuto sociale ed economico del territorio”. 24 settembre 2010 – Bat: prossima la chiusura dello stabilimento Nulla di fatto nel vertice Bat-sindacati. La chiusura dello stabilimento leccese pare essere inevitabile (oltre che decisa da tempo). La battaglia dei lavoratori sembra giunta al capolinea, anche se, si ripongono le ultime speranze nel tavolo istituzionale, convocato in Prefettura, per domani da Mario Tafaro. 24 settembre 2010 – Bat: indispensabile l'accordo coi sindacati A seguito della decisione di Bat Italia di cessare le attività produttive di sigarette nello Stabilimento di Lecce, l'azienda si sta adoperando per individuare soluzioni di riconversione del sito che rappresentino alternative sostenibili e che garantiscano il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. British American Tobacco Italia Spa, nata nel 2004 dalla fusione con Eti Spa, con un comunicato precisa la sua volontà di individuare soluzioni di natura prettamente industriale e volte a sostenere il tessuto economico e sociale del territorio nel lungo periodo. L’Azienda ritiene fondamentale discutere con le Organizzazioni Sindacali i possibili scenari nel corso dell’incontro che si terrà oggi venerdì 24 settembre a Lecce. L'azienda – prosegue il comunicato – intende quindi avviare un dialogo trasparente, costruttivo ed aperto alle proposte dei rappresentanti dei lavoratori al fine di pervenire ad una soluzione condivisa. Questo è l’obiettivo dell’Azienda che verrà perseguito in linea con i principi di responsabilità sociale che hanno caratterizzato il suo operato nella gestione di situazioni analoghe in Italia e all'estero. 20 settembre 2010 – Manifestano per le strade i lavoratori della Bat Il corteo si è snodato nelle vie cittadine fino alla Prefettura. I dipendenti (o ex dipendenti) hanno bloccato Lecce per diverse ore e protestato contro la chiusura dello stabilimento leccese della Manifattura Tabacchi. Sono almeno 400 le famiglie coinvolte nella grande crisi e il loro futuro resta incerto. Le posizioni sono note. Netto il no dei sindacati e del Pd alla chiusura, ma questa mattina, anche il sindaco Paolo Perrone ha partecipato alla manifestazione. Intanto, il Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, ha scritto una lettera al Prefetto Mario Tafaro (un estratto è al commento n. 10). 18 settembre 2010 – “Cessa la produzione di sigarette, ma è garantita l'occupazione” British American Tobacco Italia ha annunciato i risultati dell’analisi effettuata sul proprio Stabilimento di Lecce. Come già comunicato, alla luce della contrazione dei volumi e del conseguente eccesso di capacità produttiva degli stabilimenti operanti all’interno dell’Unione Europea, il Gruppo British American Tobacco ha avviato una revisione interna per valutare l’efficienza del proprio assetto produttivo. In tale contesto è emerso che i costi complessivi dello Stabilimento di Lecce sono significativamente superiori alla media di quelli degli altri siti produttivi Ue. Il management di Bat Italia, al quale il Gruppo ha affidato il compito di effettuare un ulteriore approfondimento a livello locale, ha confermato i dati relativi ai maggiori costi complessivi dello stabilimento pugliese e l’impossibilità di allinearli alla media europea. Conseguentemente, Bat Italia ha ufficialmente presentato alle organizzazioni sindacali la decisione dell’Azienda di cessare le attività produttive di sigarette presso lo Stabilimento di Lecce e l’impegno di individuare misure intese a garantire la tenuta dell’assetto sociale ed economico del territorio anche attraverso soluzioni di riconversione del sito che rappresentino alternative sostenibili alla produzione di sigarette e che garantiscano il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. Questo obiettivo sarà perseguito attraverso un dialogo costruttivo e trasparente con i rappresentanti dei lavoratori e le Istituzioni locali. Le reazioni Salvatore Arnesano, segretario generale provinciale della Cgil conferma la linea del sindacato: “riteniamo fermamente che la produzione debba restare a Lecce per due ragioni fondamentali”. 1) Lo stabilimento produce utili e non è in crisi. 2) La Bat ha manifestato la volontà di agire con responsabilità sociale. “Per quanto riguarda la competitività -continua – siamo ancora disponibili, come d’altronde i lavoratori hanno sempre fatto per questo stabilimento, a discuterne, senza chiaramente intaccare i diritti dei lavoratori. La riconversione sarà l’ultima strada da percorrere. Siamo pronti a lanciare una mobilitazione generale per tutte le vertenze in corso. Il Partito Democratico di Lecce ha organizza con Cgil, Cisl e Uil un incontro presso il Patria Palace Hotel di Lecce, a cui hanno partecipato consiglieri regionali, provinciali e comunali e alla presenza della vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone e degli Onorevoli Damiano e Bellanova. Nell’ultimo biennio la produzione di sigarette dello stabilimento leccese pare sia cresciuta, con una chiusura in attivo degli utili. Ma il primo settembre 2010 l’azienda ha comunicato che lo stabilimento di Lecce non è competitivo in termini di costi ai volumi di produzione attuali, se comparato con gli altri siti produttivi dell’Unione europea. Allora, che fare? “Questa gravissima situazione di incertezza per i tanti lavoratori – ha ribadito l’on. Teresa Bellanova – sta determinando una condizione di vera emergenza, se si considera che si tratta di lavoratori che hanno prestato disponibilità nei confronti della società anche a lavoro notturno e a straordinari per aumentare la produzione e salvaguardare il proprio posto di lavoro”. “Il PD è con loro” dice Loredana Capone, che ha confermato di essere “pronta a difendere un territorio visto come luogo da sfruttare in vista di incentivi statali”, per poi fare i bagagli e andare laddove “si intravedono nuovi finanziamenti e lavoratori da spremere”. Intanto per lunedì 20 settembre sono previste 8 ore di sciopero seguite, martedì 21, da un'assemblea, in attesa dell'incontro con i vertici dell'azienda che si terrà il 24. A Lecce. 15 settembre 2010 – L'On. Bellanova porta la questione Bat all'attenzione del Governo L’On. Teresa Bellanova (Pd) porta all’attenzione del Governo la vicenda della manifattura tabacchi di Lecce. È stata infatti presentata un interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, per sapere se, vista la gravità della situazione, non intendano intervenire con urgenza sulla Bat (British American Tobacco) per scongiurare una scelta devastante per il territorio salentino e per riaffermare, in tal modo, il mantenimento del sito e della produzione tabacchicola sul territorio salentino e italiano. “Questa situazione gravissima di incertezza per questo ampio numero di lavoratori e le loro rispettive famiglie” afferma la Parlamentare del PD, “sta determinando una condizione di vera e propria emergenza. Se si considera che si tratta di lavoratori che hanno prestato disponibilità nei confronti della società anche a lavoro notturno, a straordinari e quanto altro per aumentare la produzione e salvaguardare in tal modo il proprio posto di lavoro. Va detto, inoltre, che agli stessi la società ha conferito nel giugno scorso un premio di produzione, avvalorandone in tal modo il buon operato”. “Se l’ipotesi di chiusura dello stabilimento Bat, l’ultimo baluardo rimasto dei 22 che tenevano alta la bandiera del tabacco italiano degli ex Monopoli di Stato, dovesse prendere forma” conclude allarmata l’On. Bellanova, “ancora una volta il territorio salentino, assieme ai suoi lavoratori ed alle tante famiglie, sarebbe vittima di una gravissima penalizzazione, pagando un prezzo altissimo, sul piano economico ed occupazionale, che sarebbe difficilmente recuperabile”. 14 settembre 2010 – Niente sciopero, i lavoratori della Bat attendono l'incontro di venerdì Sembrava fosse l'unia via certa e, invece, lo sciopero non c'è stato. I dipendenti della Manifattura Tabacchi Bat di Lecce hanno deciso di attendere l'esito dell'incontro di venerdì a Roma, giorno in cui i sindacati si ritroveranno intorno a un tavolo con l'azienda. Importante sarà conoscere quegli indici negativi che determinerebbero la chiusura dello stabilimento. Solo dopo un eventuale fallimento della trattativa, i lavoratori organizzeranno la protesta e si faranno sentire. Intanto, l'assemblea delle segreterie provinciali di Flai-Cgil, Fai- Cisl, Uila-Uil si è espressa con un comunicato unitario nel quale si afferma che “i lavoratori hanno dato piena fiducia alla propria rappresentanza sindacale rispetto al mandato ocndiviso di salvaguardare l'attività produttiva dello stabilimento”. Sul versante politico Antonio Rotundo (Pd), consigliere comunale a Lecce e Cosimo Durante capogruppo Pd al consiglio provinciale chiedono la convocazione di un Consiglio urgente e congiunto tra Comune e Provincia. 12 settembre 2010 – Manifattura Tabacchi: l'unica certezza è lo sciopero Si è concluso con un a di fatto, l'incontro di venerdì scorso a Roma, svoltosi nella sede della British American Tobacco. Le sigle sindacali presenti (Flai-Cgil, Fai- Cisl, Uila-Uil) sono tornate a mani vuote e il confronto è stato aggiornato al 17 settembre. Ma già domani, i lavoratori si riuniranno in assemblea per far conoscere il proprio dissenso. L'unica certezza resta lo sciopero; bisognerà sono deciderne le modalità di svolgimento. 9 settembre 2010 – Manifattura Tabacchi: domani incontro a Roma Si è svolto ieri, a Bari, nella sede della Regione, il vertice per fare chiarezza sulla vicenda della Manifattura tabacchi di Lecce L'incontro è terminato con un accordo richiesto da Regione Puglia e Provincia di Lecce che vedrà i sindacati e la British American Tobacco, venerdì mattina alle 13 a Roma seduti allo stesso tavolo per fare il punto della situazione. I 500 lavoratori dovranno attendere ancora. Erano presenti anche il Comune di Lecce (con l'assessore alle Politiche produttive Coclite), le sigle sindacali regionali, compresa la Cisal che rappresenta le tre aziende dell'indotto e Confindustria. 3 settembre 2010 – Manifattura Tabacchi. La Bat: nessuna decisione è stata presa In un comunicato, con riferimento alla notizia diffusa circa una possibile chiusura dello Stabilimento di Lecce, “British American Tobacco Italia” (Bat Italia), precisa che nessuna decisione in tal senso è stata presa. “Alla luce della contrazione dei volumi e del conseguente eccesso di capacità produttiva dei suoi stabilimenti operanti all’interno dell’Unione Europea, il Gruppo British American Tobacco ha avviato da tempo una revisione interna tesa a valutare l’efficienza del proprio assetto produttivo. A valle del processo di revisione, è stato deciso di effettuare un’analisi più approfondita dello stabilimento pugliese in quanto sono stati riscontrati costi di produzione maggiori rispetto alla media europea degli altri siti produttivi del Gruppo. In questa fase non siamo in grado di poter anticipare i risultati di questa analisi in quanto il management locale dovrà valutare tutti gli scenari e le possibili alternative prima di poter prendere una decisione. Qualora quest’analisi dovesse avere riflessi sulle attuali produzioni dello Stabilimento, Bat Italia avvierà un dialogo aperto e trasparente con le Organizzazioni Sindacali e con le Istituzioni locali con l’obiettivo di identificare soluzioni che permettano di assicurare la tenuta dell’assetto sociale ed industriale del territorio; ciò garantendo una gestione improntata ai principi di responsabilità sociale che da sempre contraddistinguono l’operato dell’azienda”. La posizione dei sindacati “La Bat deve rimanere nel Salento e continuare a produrre sigarette!” Questo è l’obiettivo che Cgil, Cisl, Uil e le relative federazioni di categoria Flai, Fai e Uila, di concerto con i lavoratori, si sono prefissate al termine della riunione svoltasi presso lo stabilimento dell’ex-Manifattura Tabacchi all’indomani dell’annuncio, da parte della Bat, di spostare la propria produzione in Romania. “Chiediamo al Prefetto di aprire un tavolo istituzionale alla presenza delle Istituzioni tutte (Sindaco, Presidente della Provincia di Lecce, Presidente della Regione Puglia e Ministro per i rapporti con le regioni) per trovare una soluzione al problema di circa 500 lavoratori, in massima parte giovani, e delle loro famiglie”. L’appello è rivolto anche ai parlamentari salentini perché “il territorio leccese non può permettersi la chiusura di uno stabilimento come la ex-Manifattura Tabacchi!” “In questo stesso stabilimento, per un anno intero si è chiesta ed ottenuta la disponibilità dei lavoratori a turni di notte, straordinario e quanto altro per aumentare la produzione dando in cambio rassicurazioni che comunque tale produzione sarebbe rimasta a Lecce privilegiando così questo stesso stabilimento. Un aumento riscontrato dai numeri: nell’ultimo biennio, le sigarette prodotte sono passate da 9 a 13 milioni di tonnellate! Dopo le ferie, questa presa di posizione della Bat e la decisione di spostarsi in Romania!” “Gli impegni assunti dalla Bat con il Governo all’atto dell’acquisto della ex Eti sono terminati e quindi si sente libera anche dal rispettare gli impegni sociali che non potevano essere iscritti nell’accordo ma che andavano e vanno mantenuti”. 2 settembre 2010 – Manifattura Tabacchi chiude. I sindacati non ci stanno La “British American Tobacco” sarebbe intenzionata a trasferire la produzione in Romania. I dipendenti e coloro che lavorano nell'indotto potrebbero ritrovarsi senza lavoro. Ma i sindacati non ci stanno. “Il personale dello stabilimento ha subito in questi ultimi anni, una notevole pressione determinata dalla necessità, prima di sopravvivere alla ristrutturazione italiana, e poi di attrezzarsi per l’inserimento nel cluster degli stabilimenti europei, dando sempre il massimo della disponibilità e dimostrando in ogni momento grande responsabilità”. Questa la posizione delle organizzazioni sindacali che, in un documento, annunciano di essere contrarie a ogni forma di revisione del piano industriale sul territorio leccese. “L’azienda – si legge nel documento – ci ha fatto sapere di non essere competitivi, riguardo al costo, in confronto agli altri stabilimenti in Europa e di voler intraprendere un’analisi locale, della durata di circa un mese, per lo studio di possibili soluzioni alternative alla chiusura”. Si ritengono però assolutamente inaccettabili le motivazioni dell’azienda in quanto si riferiscono a problematiche relative ai costi che non hanno a a che vedere con dipendenti e lo stabilimento perchè, tra l'altro, c'è sempre stata disponibilità “ad effettuare azioni di contenimento dei costi” Del caso sono stati investiti istituzioni e rappresentanti di governo. Il sindaco di Lecce si sarebbe già messo in contatto con il ministro Raffaele Fitto, mentre appelli formali sono stati inviati, tra l’altro, al presidente della Regione, Nichi Vendola.

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