Si allunga l’età di pensionamento per le donne della Pubblica Amministrazione: ecco le novità e le alternative
Dal 1° gennaio 2012 la pensione di vecchiaia delle dipendenti della Pubblica amministrazione sarà equiparata a quella dei colleghi uomini, ossia a 65 anni. Il nuovo testo in materia previdenziale, prevede che al primo scalino dell’aumento dell’età anagrafica a 61 anni dal 1° gennaio 2010 faccia seguito, dal 1° gennaio 2012, l’innalzamento immediato a 65 anni. Il nuovo testo sancisce, che in materia di pensioni di vecchiaia, la normativa attuale verrà applicata sia per le dipendenti pubbliche che hanno già maturato entro il 31 dicembre 2009 i requisiti di età (60 anni) e di anzianità contributiva (20 anni) sia per quelle che matureranno entro il 31 dicembre 2011 i requisiti di età (61 anni) e di anzianità contributiva previsti dalla normativa attualmente vigente.In effetti, la nuova normativa non modifica le regole per la pensione di anzianità, che prevedono per le cessazioni dal servizio dal 1° gennaio 2010 l’età minima anagrafica di 59 anni con almeno 36 anni contributivi o 60 anni di età e 25 contributivi, dal 1° gennaio 2011 fino al 31° dicembre 2012 l’età minima anagrafica di 60 anni e 36 anni contributi o 61 anni di età e 35 contributivi, e dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2014 l’età minima anagrafica di 61 anni sempre con almeno 36 anni di servizio o 62 anni di età e 35 contributivi. Per cui le dipendenti pubbliche che hanno versato contributi per un numero sufficiente di anni potranno lasciare il lavoro prima dei nuovo limiti di età previsti per la pensione di vecchiaia, purchè in possesso dei requisiti di anzianità.
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