Gli ambientalisti: via i pannelli dal Parco di Torre Paduli

 

La nascita di un impianto fotovoltaico industriale in una zona paludosa, tra Supersano e Cutrofiano, fra gli uliveti, fa crescere la protesta

In pieno Parco dei Paduli, tra Cutrofiano e Supersano si sta realizzando tra gli uliveti in una radura notoriamente paludosa, un grande impianto fotovoltaico. La contrada è chiamata “I Russi”.

torre paduli parco

La denuncia è giunta questa volta, oltre che dagli ambientalisti, anche dalle doppiette salentine, dai cacciatori, ormai esasperati per il flagello della devastazione da impianti fotovoltaici ed eolici del territorio salentino, che sta già causando repentine diminuzioni e avvelenamenti della selvaggina nelle aree protette e non.

palude

Quella che si configura è una catastrofe ambientale dalla precise responsabilità politiche e amministrative. Ma adesso è giunto il “casus belli”, la goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai strapieno, un impianto fotovoltaico autorizzato in una palude. “Non pensavamo mai che si potesse giungere, per il business speculativo del fotovoltaico industriale, ad una tale spudoratezza nel non rispetto delle leggi!”, hanno detto i cacciatori che hanno allertato il Forum degli Amici del Territorio di Cutrofiano, impegnati nella difesa del territorio dal flagello delle rinnovabili impazzite; “un impianto in quel luogo calpesta ogni principio di precauzione sanitaria. Il rischio di scariche elettriche nell’acqua è elevatissimo”. La radura dei “Russi”, ubicata negli uliveti alle spalle dell’area di culto consacrata a Padre Pio, che è ubicata sulla strada provinciale Maglie-Collepasso, non lontano dall’incrocio con la strada provinciale Cutrofiano-Supersano, è un paradiso per gli uccelli acquatici: aironi, anatre di varie specie, persino oche, cicogne e gru frequentano gli acquitrini che lì si formano dopo le piogge e che permangono per molti mesi a causa della natura geologica paludosa del sito. Non solo, nel sito vivono anfibi, rane, rospi, e tritoni, i cui habitat son protetti dalla Comunità Europea (Direttiva Habitat), come per il lì vivente Rospo smeraldino (Bufo viridis), e per il Tritone italico (Triturus italicus) rarissima presenza di quella contrada. “Chi ha potuto concedere i a-osta per tale insediamento industriale, che minaccia anche la qualità dell’olio lì intorno prodotto, per l’uso massiccio di diserbanti e non solo, ed in pieno parco rurale e naturale?”, ci si chiede adesso. Il Forum “Amici del Territorio” organizzerà nei prossimi giorni una riunione d’urgenza presso l’oratorio della Chiesa di San Giuseppe, (retta dal parroco Don Mirko Lagna, che si sta battendo al fianco dei cittadini nella difesa della terra), realizzando un presidio a difesa del Parco dei Paduli, minacciato anche da altri intollerabili progetti di fotovoltaico industriale e da un paradossale maxi impianto di ben 20 ettari, con pannelloni alti fino a 5m, che sta suscitando in tutta Italia un’ondata di forte sdegno per il coinvolgimenti di un’associazione nazionale, che si dichiara ambientalista, e di cui stanno emergendo invece preoccupanti coinvolgimenti nel business devastante delle rinnovabili industriali, nel Salento ed in tutta lo Stato. Per l’impianto de “I Russi”, l’obiettivo è chiedere la rimozione dei pannelli, cavi e altri inquinanti apportati ed il ripristino dello stato dei luoghi. Si chiede anche l’urgente intervento dell’Assessore all’Assetto del Territorio della Puglia, Angela Barbanente, che ha seguito la nascita del Parco regionale dei Paduli, definito “fiore all’occhiello” della politica regionale in difesa dell’ambiente e del paesaggio, nonché dell’agricoltura tradizionale e di qualità. Un Parco riconosciuto come progetto pilota per buone pratiche di paesaggio e tutela del paesaggio, nel Pptr, il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, da alcuni mesi entrato in vigore, e dove si definisce assolutamente inconciliabile il fotovoltaico industriale, con distese di pannelli, con la tutela del paesaggio! Un inspiegabile contraddizione!? Alla Barbanente e all’Assessore all’Ambiente della Puglia, l’ex magistrato Lorenzo Nicastro, si chiede di indagare su quanto sia accaduto nei Paduli, al fine di diffidare imprese ed enti autorizzativi, comuni coinvolti in primis, affinché procedano al rapido ritiro delle autorizzazioni concesse e al ripristino dello stato dei luoghi. Allo steso modo si chiede l’intervento urgente dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Dario Stefano, per un’azione di coerenza con le sue recenti dichiarazioni in favore dell’agricoltura pugliese, soprattutto a seguito del grave fenomeno dello sradicamento di vigneti e uliveti (previo loro avvelenamento o bruciatura), avvenuti a Cutrofiano e in tutto il Salento, e che hanno suscitato ondate di indignazione, al fine di un suo intervento urgente volto alla repressione del fenomeno speculativo e all’istituzione di un catasto in cui denunciare e segnalare tali fenomeni (anche già avvenuti nei mesi e rcenti anni passati), al fine di sottoporre a vincoli i terreni interessati impedendone la realizzazione di impianti fotovoltaici (o altri interventi speculativi), e individuare i responsabili di tali incivili ed illegali atti. Si annunciano da parte dei cacciatori iniziative di protesta contro gli enti pubblici preposti alla tutela del territorio, e che stanno invece consentendo la distruzione al fotovoltaico e all’eolico del territorio. Ambientalisti e cacciatori per la prima volta si trovano uniti dalla stessa parte della barricata. L’emergenza è tale che non vi è tempo per le diatribe storiche tra i due opposti schieramenti. Nessuno dei due vuole la scomparsa della selvaggina dal territorio salentino, e quanto sta avvenendo, con il flagello della deturpazione fotovoltaica del suolo, rischia di avere il triste esito di comportare la quasi totale scomparsa di numerose specie selvatiche animali e vegetali dal Salento; un’estinzione locale di massa in nome della Green Economy! Solo pochi mesi or sono in un convegno sul Parco dei Paduli e sulla Foresta Belvedere, in una bella masseria restaurata non lontano da località “I Russi”, il professore Silvano Marchiori, biologo, docente e direttore dell’Orto Botanico e del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed dell’Università del Salento, aveva ammonito: “il modo più rapido per fare scomparire una specie animale o vegetale e distruggerne l’habitat”. E quel monito che preoccupa, si può essere certi, non è rimasto inascoltato.

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