Il Tribunale di Maglie ha disposto il sequestro della struttura alle porte di Otranto, che sorge su un'area della Regione Puglia
Il giudice del Tribunale di Maglie, Gabriele Positano, ha disposto il sequestro giudiziario del Camping Idrusa, una tre le più note strutture ricettive di Otranto, situato in uno dei punti più strategici della “città dei martiri”, lungo la strada di accesso al porto e nelle immediate vicinanze dell’antica porta a mare, a due passi dal centro storico della città. Il Camping si sviluppa su un’area, denominata Kanniti, di proprietà della Regione Puglia ed è gestito e condotto in concessione demaniale da uno stesso proprietario da oltre quaranta anni. A richiedere li sequestro è stato il legale degli attuali proprietari, l’avvocato Mauro Finocchito, a seguito di un contenzioso giudiziario sorto tra gli attuali detentori della concessione e una società di possibili acquirenti. Lo scorso inverno, infatti, una società locale appositamente costituita aveva manifestato il proprio interesse all’acquisto dell’azienda, avendo in animo di rimodernare e rilanciare la struttura. L’avvio delle trattative tra le parti, era culminata con la firma di un contratto preliminare con il quale la proprietà si impegnava a cedere il campeggio alla nuova società. L’efficacia del contratto preliminare era stata tuttavia condizionata all’acquisizione dell’autorizzazione da parte della Regione Puglia al subentro della nuova società nella concessione demaniale. In caso contrario il contratto definitivo di compravendita non si sarebbe potuto perfezionare. Con lo stesso contratto preliminare, inoltre, la società interessata all’acquisto era stata autorizzata dal proprietario a presentare eventuali progetti di adeguamento degli impianti e della struttura e a inoltrare istanze per il finanziamento dei lavori previsti. All’improvviso, però, i rapporti tra le parti si erano fatti difficili. In particolare la proprietà lamentava la mancata corresponsione di alcuni acconti previsti e, soprattutto, la esecuzione, da parte della società promissaria acquirente, di interventi ed opere sulla struttura. Ai nuovi soci era inoltre contestato l’essersi di fatto impossessati del campeggio prima ancora che fosse richiesta ed, eventualmente, rilasciata l’autorizzazione al subentro da parte del competente Assessorato regionale al Demanio. Da qui la decisione del proprietario di dare corso alle vie legali. Il Tribunale ha condiviso le tesi dell’avvocato Finocchito, stabilendo che entro i prossimi giorni trenta giorni i legittimi proprietari potranno eseguire materialmente il sequestro e riprendere pieno ed integrale possesso del campeggio. Solo dopo il giudizio ordinario si deciderà l’eventuale la conferma del provvedimento di restituzione o l’eventuale risarcimento dei danni. Per il momento dunque il campeggio torna “all’antica”, sperando che possa restare la meta privilegiata e il punto di riferimento di migliaia di ragazzi provenienti da tutta Europa.
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