Operazione Moto Gp: corse clandestine, denunce e sequestri

Moto a 300 all’ora in corsa nel traffico sulla Maglie-Gallipoli. Infiltrati, carabinieri e finanzieri stroncano un vasto giro di gare e scommesse clandestine

Sfrecciavano a oltre trecento chilometri orari lungo le strade del Salento, con una provinciale, la 367 che da Maglie conduce a Gallipoli, trasformata in circuito per gare clandestine. Sfide ad alta velocità e altissimo rischio, tra automobilisti inconsapevoli e spettatori scommettitori. A porre fine a questo mondo parallelo delle due ruote e ad un’associazione per delinquere finalizzata all'organizzazione e all’effettuazione di corse clandestine di moto, un’operazione congiunta (denominata Moto GP) dei comandi provinciali di Lecce dei carabinieri e della guardia di finanza. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto della Repubblica di Lecce, Antonio De Donno, hanno avuto inizio nello scorso aprile dopo un lungo lavoro di raccolta di dati e testimonianze. Le ricerche, finalizzate alla scoperta delle gare illegali, sono state condotte anche sul web, specie nei blog e nei siti maggiormente frequentati da bikers e appassionati di moto, dove a fornire dati interessanti sull’organizzazione e le regole di svolgimento, erano spesso dei filmati. Un’indagine delicata e ad alto rischio condotta anche attraverso l’ausilio di due militari abili a infiltrarsi nell’associazione camuffandosi da comuni centauri dotati di moto da strada. I due, dopo aver conquistato la fiducia del gruppo, sono riusciti a partecipare agli incontri come spettatori e a raccogliere tutta una serie di prove e di elementi utili alle indagini. A garantire la sicurezza degli agenti infiltrati erano gli uomini del reparto operativo dei carabinieri, impegnati anche nel filmare e scattare foto durante gli incontri. Le gare erano organizzate nei minimi particolari e si svolgevano solitamente con cadenza settimanale, nei pomeriggi dei fine settimana o dei giorni festivi. Luogo d’incontro una caffetteria di Soleto, da qui il gruppo si spostava sulla provinciale. Quattro i soggetti a capo dell’organizzazione, tutti del brindisino, erano loro ad occuparsi della logistica e delle scommesse. A uno di loro, in particolare, spettava il compito di “bonificare” la strada, percorrendo in auto il lungo rettilineo di circa sei chilometri utilizzato come pista, accertandosi così che non vi fossero controlli o posti di blocco. Altri motociclisti occupavano i cavalcavia della provinciale, fungendo da sentinelle e vedette. A suggellare la sfida di velocità bastava una semplice stretta di mano. Il premio in palio era la moto stessa, bolidi del valore di decine di migliaia di euro. Gli scommettitori, invece, puntavano sulla moto vincente. Un giro d’affari notevole sul quale le indagini sono ancora in corso. Dodici i decreti di perquisizione eseguiti nella mattinata di ieri su disposizione del gip del Tribunale di Lecce, Maurizio Saso. Tutti gli indagati sono stati denunciati a piede libero, il più giovane ha ventinove anni, il più anziano 53. Nove le moto (3 Suzuki 1000, 1 Suzuki 1300, 1 Suzuki 600, 2 Kavasaki 1000, 1 Honda 1000 e 1 BMW 1000) sottoposte a sequestro, tutte rigorosamente modificate per aumentarne le prestazioni e rendere più difficile l’identificazione. Gli investigatori sono in possesso anche di un pc contenente immagini delle gare e istruzioni su come modificare le moto, anche attraverso il pericolosissimo nos, l’ossido di diazoto.

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