Poli Bortone annuncia novità sull'inchiesta rifiuti in Puglia

La senatrice ha consegnato il dossier sui rifiuti alla Commissione Speciale per far luce sul caso

Lo aveva chiesto durante un Consiglio straordinario provinciale. Nell'assise dello scorso 13 luglio, la senatrice Adriana Poli Bortone pose la questione “emergenza rifiuti” che interessava una parte del territorio. Poi disse: “L’emergenza rifiuti dura da sedici anni. Le mancate deleghe alle Province in materia dimostrano che è giunta l’ora di aprire il filone Puglia-rifiuti, come è accaduto per la sanità. Porterò a Roma un dossier su questa materia, perché la Commissione Bicamerale possa aprire una inchiesta sui rifiuti in Puglia”. Così è stato. La senatrice ha consegnato il dossier sui rifiuti in Puglia alla Commissione Speciale sui rifiuti, al fine di far luce sul caso. A settembre, il relatore e vicepresidente della Commissione d’inchiesta Vincenzo De Luca, dovrà riferire in Commissione sulla situazione della Regione Puglia e procederà ad una serie di audizioni per verificare l’evolversi della situazione di commissariamento che si protrae da ben 16 anni. “Sarà interessante – afferma la senatrice Adriana Poli Bortone – verificare tutto quanto il sistema degli impianti approfondendo le procedure di appalto senza escludere l’aspetto dei controlli sull’efficienza ed efficacia dell’attuale sistema impiantistico”. 21 luglio 2010 – Emergenza rifiuti: Blasi risponde a Macculi Le Ato sono delle strutture inutili e poco funzionali che impediscono una gestione lineare ed efficiente della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, quindi devono essere eliminate. La pensa così Sergio Blasi, segretario regionale del Pd, e lo riafferma durante una conferenza stampa svoltasi a Maglie, lo scorso sabato. L’aveva ribadito una settimana fa anche il consigliere regionale dell’Udc Salvatore Negro: “che le competenze passino in capo alle Province” aveva aggiunto. La soluzione è puntare sulla differenziata, con la separazione monomateriale e non multimateriale dei rifiuti e sugli impianti di compostaggio per completare il ciclo dei rifiuti. Si innesta, così, la polemica con Silvano Macculi, assessore provinciale al Bilancio e presidente di Ato Le2. Per Blasi, chi ha gestito gli Ambiti territoriali ottimali, non ha saputo presentare un Piano, bloccando la realizzazione di impianti di compostaggio che avrebbero garantito l’abbassamento drastico del costo dello smaltimento. Il Piano Fitto, secondo Blasi, non ha mai previsto alcun termovalorizzatore, stabilendo che sarebbero stati i vincitori dell'appalto per la gara dello smaltimento industriale del ciclo dei rifiuti, a decidere come realizzare lo smaltimento. 15 luglio 2010 – Macculi: “la differenziata costa di più” Durante una conferenza stampa, a Palazzo Adorno, Silvano Macculi, responsabile del Bilancio di della Provincia di Lecce e presidente Ato Le2, affronta il tema dell’emergenza rifiuti, impianti e costi. Si parte con un frecciate per il Pd, e, in particolare, per colui che (Blasi) ha affermato che la differenziata risolverà tutti i problemi. La questione è ben più complicata e costa di più. La Provincia di Lecce e le Ato sono in grado attualmente di recuperare solo il 18% del rifiuto perché la filiera con i suoi vari passaggi non è strutturata bene e, quindi, differenziare costa più del doppio rispetto a quando andava in discarica il 100% del rifiuto, spiega Macculi. “Il problema dipende dal fatto che non ci sono impianti di compostaggio per trattare l'umido presente nei rifiuti nella misura del 55%”. La questione è l'assenza dell’impianto che tratti l’umido. Nel 2005, quando fu modificato il piano rifiuti, bisognava prevedere almeno un certo numero di impianti di questo tipo, uno per ogni Ato. Ma non accadde. Da qui, la presa d'atto che il Piano Vendola 2005, se di Piano si poteva parlare, è fallito (portare appunto la raccolta differenziata in Puglia al 55%) ed è tempo di farne uno nuovo. E' necessario capire come va implementata l'impiantistica, utilizzando i fondi Por e realizzando impianti pubblici o misti. Differenziare inoltre costa di più perchè implica l'utilizzo di più uomini e automezzi. Poi Macculi richiama Vendola alle proprie responsabilità. E gli invia cinque consigli: adempiere agli impegni presi con le Ato saldando i 10 milioni di euro per i maggiori oneri dal 2009 per le emergenze; riunire la commissione ambiente coinvolgendo Anci, Upi, e Asso e Ato per decidere se sopprimere e mantenere le Ato; precisare le competenza in materia di province e comuni; completare il collaudo degli impianti; trasferire la documentazione alla province, mettendole nelle condizioni di esercitare attività di controllo. 12 luglio 2010 – Per l'emergenza rifiuti la soluzione è sopprimere le Ato “Il problema della gestione e dello smaltimento dei rifiuti va risolto a monte con la soppressione delle Ato e il passaggio delle competenze in capo alle Province”. E’ questa la proposta del Presidente del Gruppo consiliare dell’Udc alle Regione Puglia Salvatore Negro. “E’ opportuno – ha continuato il presidente Negro – riflettere sull’utilità delle Ato, meccanismi farraginosi, la cui gestione ha un costo elevato che grava sulle tasche dei cittadini senza produrre servizi adeguati e che si rivelano incapaci, al di là del colore politico di chi le governa, di essere efficaci e concretamente risolutive dei problemi. La gestione da parte delle Province, al contrario, vorrebbe dire economia di risorse”. “A tal proposito – ha ricordato ancora Negro – si è già espresso il legislatore con la legge 244 del 2007, la quale al comma 38 dell’articolo 2 riportava quanto segue: 'Le Regioni, nell'esercizio delle rispettive prerogative costituzionali in materia di organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti […] procedono entro il 1° luglio 2008 […] alla rideterminazione degli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei medesimi servizi secondo i principi dell'efficienza e della riduzione della spesa'. E ancora, ai punti a) e b) si parla di '[…] valutazione prioritaria dei territori provinciali quali ambiti territoriali ottimali ai fini dell'attribuzione delle funzioni in materia di rifiuti alle province' e di 'destinazione delle economie a carattere permanente derivanti dall'attuazione del presente comma al potenziamento degli interventi di miglioria e manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché al contenimento delle tariffe per gli utenti domestici finali'”. “Non va dimenticato – ha evidenziato il capogruppo dell’Udc – che già nella seduta del 13 giugno 2008 il Consiglio provinciale di Lecce, condividendo lo spirito della legge 244, aveva deliberato all’unanimità la proposta di soppressione delle Ato. Proposta che ha trovato poi forti opposizioni da parte della Giunta Vendola. A fronte dell’attuale emergenza che ben fotografa le difficoltà e l’inefficacia di questi organismi, i cui costi gravano sulle famiglie ed i cittadini già fortemente in affanno a causa della crisi economica, auspichiamo che presto possa essere valutata e approvata una soluzione che porti all’abolizione delle Ato”. “Ma c’è un altro aspetto che mi preme sottolineare – ha continuato Negro – e cioè l’incompatibilità tra l’incarico di Presidente dell’Ato Le2 e quello di Assessore provinciale, entrambi ricoperti da Silvano Macculi, il quale si ritrova allo stesso tempo nella posizione di 'controllore' e 'controllato'. Vale la pena ricordare, che nel 2004 l’attuale Presidente della Provincia Antonio Gabellone rassegnò le dimissioni da presidente dell’Ato Le2 non appena fu eletto consigliere provinciale, rinunciando alla sovrapposizione di cariche, proprio per garantire una gestione trasparente, assicurando così una netta separazione di ruoli. Meraviglia, conoscendo la sensibilità del Presidente Gabellone, che non abbia ancora provveduto ad eliminare tale incompatibilità che certo non contribuisce al recupero di credibilità della politica da parte dei cittadini. Quanto al presidente-assessore Macculi, sarebbe ora che facesse anche il mea culpa sul mancato funzionamento dell’Ato Le2, smettendola di scaricare colpe prima sulla provincia di centro-sinistra del Presidente Pellegrino ed ora sulla Regione di Vendola, nascondendo le proprie responsabilità. Spieghi piuttosto – ha concluso Salvatore Negro – come mai non ha funzionato l’Ato Le2, visto che a gestirla è stata lui stesso e come mai a fronte di un aumento della Tarsu non viene corrisposto ai cittadini un servizio adeguato nella gestione dei rifiuti, o come mai non si procede regolarmente allo spazzamento delle strade o alla regolare raccolta del vetro nei Comuni, considerato che a gestire il capitolato d’appalto è stato lui stesso. A questo deve rispondere Macculi invece di scaricare colpe a destra e a manca, senza guardare alle proprie responsabilità”.

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