Dal Salento alla Colombia per proteggere l'ambiente

Gemellaggio tra il popolo precolombiano degli U'Wa e i comitati salentini per la difesa della 'Naturaleza'

“State lasciando morire la 'Naturaleza' del vostro territorio, sotto l'assalto delle torri del vento e degli specchi che desertificano e contaminano la vostra terra. Agite! E’ la vostra Natura, che muore, che ve lo chiede», è questo il monito grave che è venuto l'altro ieri sera ad Alessano da Berito Cobaria, uno dei più carismatici capi spirituali e politici del popolo degli U'Wa, popolazione precolombiana antichissima che vive nelle zone più vergini ed incontaminate delle Ande nella Colombia orientale nel Sud America. L'occasione, il gemellaggio con i comitati salentini per la difesa del territorio e del paesaggio; due giorni di intenso scambio culturale e diplomatico, voluto dal Comitato SS.275, che ha avuto il suo clou, l'altra sera, durante un pubblico convegno ad Alessano a Palazzo Legari, coordinato da Ingrid Simon e Vito Lisi del Comitato. Il popolo degli U'Wa ha un legame con la natura fortissimo, e i suoi massimi rappresentanti hanno portato nel Salento la loro esperienza di resistenza contro l'assalto delle multinazionali del petrolio che volevano trivellare nel loro territorio; lunghi mesi di mobilitazione quotidiana hanno portato, dopo anche la minaccia persino di lasciarsi morire in 5000, alla fuga delle aziende petrolifere estere e nazionali che volevano perforare la loro terra natia. “Il confronto tra quella realtà andina dei vittoriosi U’Wa e quella Pugliese è stato davvero avvilente, – ha commentato Oreste Caroppo, presente all’incontro per il Forum Ambiente e Salute del Salento, durante un toccante colloquio con il capo degli U’Wa, Berito, uomo umilissimo e dal raggiante sorriso, pluripremiato con riconoscimenti internazionali per il suo impavido impegno ecologista e sociale, – la corsa all'accaparramento, al furto sconsiderato delle risorse della terra ha confermato essere ben più grave e catastrofico lo stato del Salento dal punto di vista ambientale; – ha constatato amaramente Caroppo”. “Lì, tra ghiacciai andini e intatte foreste primigenie, progetti fermati per trivellazioni per il petrolio, e per scavi per le estrazioni minerarie, in un clima di minacce mai spente legate agli interessi delle multinazionali e dei narcotrafficanti, e alla guerriglia armata dei ribelli; qui, nel Salento, dopo i disboscamenti scellerati e radicali delle grandi foreste salentine degli ultimi duecento anni, a cui ancora nessuno si preoccupa di porre saggio risanamento con grandi progetti salvifici di vasti rimboschimenti”. “Vediamo oggi le nostre campagne fertili, verdi fonti di vita, venire desertificate artificialmente su migliaia di ettari, condannate alla follia omicida del fotovoltaico nei campi; campi ormai vergognosamente militarizzati dai tanti vigilantes armati assoldati dalle multinazionali dell'energia fotovoltaica per far da cani da guardia ai lager, goulag dei pannelli; ditte che corrono qui perché attratte dagli incentivi pubblici più alti d’Europa per le rinnovabili e che alimentano questa aberrante speculazione, e poi progetti per circa 50 centrali inquinanti a biomasse, trivellazioni in mare e sulla terraferma per l'estrazione del petrolio, discariche di rifiuti ovunque e persino sulle vitali falde idriche, discariche abusive o perfettamente autorizzate dalla Regione, come a Corigliano d’Otranto, inceneritori cancerogeni di rifiuti, la mafia della green economy che ha contaminato le nostre amministrazioni ed il mondo della politica, torri eoliche a centinaia fonti di impressionante elettrosmog, che trafiggono ovunque la terra ed il mare e uccidono tutte le creature del cielo”. E ancora “nuove strade in territori vergini, come il progetto per la nuova SS 275 e la follia della circumsalentina lungo tutto il perimetro del Salento, zone industriali in ogni dove, e così cave, e poi industrie per il cemento, acciaierie, centrali a carbone e gas fossili, progetti di gasdotti, di rigassificatori, e di centrali nucleari e depositi di scorie radioattive, migliaia di chilometri di cavidotti ed elettrodotti e poi centinaia di tralicci e antenne, incendi dolosi dei nostri boschetti relitti, speculazioni edilizie ovunque, inutili centri commerciali e aeroporti ridondanti, tagli scellerati di alberi nelle città, prodotti chimici velenosi in agricoltura, lo spettro degli organismi geneticamente modificati”. “Tutto in assenza di alcuna pianificazione seria e responsabile, tutto senza alcuna vera ricerca di eco-compatibilità, tutto in una striscetta di terra, quale il Salento, in un clima politico-amministrativo incivile da homo homini lupus!”. “Ma come potete voi permettere che vi faccian quello che stanno facendo; – dice nella sua lingua il capo indiano sciamanico – noi non avevamo nessuna paura di morire nella difesa della Natura, noi saremmo morti comunque con la Natura, se si fosse invaso industrialmente il nostro sacro suolo, florido di vita e biodiversità che ci sostiene senza dover importare da fuori risorse alcune, e abbiamo posto perciò i nostri corpi stessi contro l'assalto delle ruspe; qui le ruspe hanno acceso i loro motori e nessuno va lì a spegnerle”. “Noi soffriamo quando una ruspa viola la terra, la ferisce; quando si estrae il petrolio dalla terra, la terra si svuota della sua stessa linfa vitale e muore”. “La 'Naturaleza' ci sostiene, ci da forza e felicità; morta la natura moriamo noi, o comunque viviamo infelici, e dunque ammalati e contaminati” ha detto il capo sciamano degli U'Wa. “Qui da voi l'aria odora di malattia, dovete aumentare la forza della 'naturalezza', la salubrità dell'ambiente; vi stanno contaminando tutto, ma potete farcela, dovete farcela” è il messaggio di sprone e speranza, che dagli U'Wa, chiamati anche “i custodi del pianeta” per la loro saggezza e filosofia naturalistica, è giunto ai salentini durante l'incontro con gli ambientalisti del Forum Ambiente e Salute, che hanno esposto le drammatiche problematiche locali. Sito web: http://forumambientesalute.splinder.com/ 15 luglio 2010 – Dalla Colombia al Salento, per la difesa dei beni comuni Nell'anno della biodiversità, i rappresentanti di una popolazione che da millenni lotta per difendere il loro meraviglioso territorio: sono i colombiani U'wa, 5000 rappresentanti dei guardiani della Terra Giovedì 15 Luglio alle ore 20.30 nella sede di Palazzo Legari ad Alessano, incontro con il popolo colombiano degli U’wa, i Guardiani della Terra. Assieme a loro, Danilo Urrea, rappresentante della Red Vida, e delle associazioni colombiane Justicia y Paz e Censat, impegnate nel cammino referendario per l'acqua pubblica in Colombia. Nell'anno della biodiversità, i rappresentanti di una popolazione che da millenni lotta per difendere il loro meraviglioso territorio: sono i colombiani U'wa, 5000 rappresentanti dei guardiani della Terra. Oggi alle ore 20.30 nella sede di Palazzo Legari ad Alessano, si terrà un incontro con il popolo colombiano degli U’wa, i Guardiani della Terra. Assieme a loro, Danilo Urrea, rappresentante della Red Vida, e delle associazioni colombiane Justicia y Paz e Censat, impegnate nel cammino referendario per l'acqua pubblica in Colombia. L’evento coinvolgerà le forze sociali e le istituzioni impegnate nel nostro Paese nel referendum per l’acqua pubblica e nella difesa del territorio e dei beni comuni. Partecipare per ascoltare l'incredibile testimonianza di un popolo indigeno in pericolo di estinzione, ma che per difendere il proprio territorio ancestrale ha messo in campo tutta la propria forza e saggezza, a rischio della propria incolumità. L’evento – organizzato dall'associazione “Comitato SS. 275” e da “Yaku onlus” – toccherà per la prima volta la Puglia ed in particolare il basso Salento per affrontare tematiche come la difesa dell'ambiente assieme a chi da sempre difende la cultura e le tipicità paesaggistiche del nostro territorio. Riflessioni ed incontri che aneranno le distanze fra gli antichi indigeni U'wa e il popolo salentino che hanno in comune una “visione” del nostro territorio, che lo consideri nella sua interezza. Con i suoi diritti; le sue bellezze; la sua magia. Berito Cobaria, Capo spirituale U’wa e Daris Cristancho rappresentante delle donne U’wa, porteranno la testimonianza di un popolo che da cinque secoli mantiene intatto il proprio territorio tradizionale situato tra le Ande dell’Oriente colombiano, difendendolo dall’aggressione dei colonizzatori prima, dalle multinazionali del petrolio e dello sfruttamento minerario, oggi. Il Planeta Azul: così chiamano le loro montagne dove spicca la vetta sacra del ghiacciaio del Cocuy. E loro sono i guardiani di questa parte del mondo, che per loro è il centro del Creato. Oltre ai due rappresentanti indigeni ci sarà Danilo Urrea, dell’organizzazione colombiana Justicia y Paz, che da anni si occupa di riaccompagnare le vittime di paramilitari e guerriglie – i desplazados – nei loro luoghi di origine. Un percorso di esperienze alla ricerca di un cammino comune per riappropriarci del nostro futuro, per recuperare acqua, giustizia e pace. Per riconquistare i beni comuni come il paesaggio da cui siamo stati tutti “desplazados”. Per informazioni: www.yaku.eu – [email protected]. Documentazione “Berito lo Sciamano” giugno 2010 settimanale Carta www.yaku.eu/download/uwa.pdf “Gli U’wa pronti a tutto” aprile 2010 settimanale Left www.yaku.eu/download/reportageuwa.pdf Galleria fotografica Il territorio degli U’wa www.yaku.eu/download/resguardo.jpg www.yaku.eu/download/resguardo2.jpg Le donne U’wa www.yaku.eu/download/tallermujeres.jpg www.yaku.eu/download/tallermujeres2.jpg www.yaku.eu/download/pescadonne.jpg www.yaku.eu/download/donnefoglie.jpg www.yaku.eu/download/donnefilo.jpg Berito www.yaku.eu/download/berito.jpg www.yaku.eu/download/berito2.jpg Il seme della Sacra pianta della Coca www.yaku.eu/download/semicoca.jpg

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