Il gup del Tribunale di Lecce, Nicola Lariccia, ha condannato all'ergastolo Gianpaolo Monaco, accusato dell'omicidio di Antonio Giannone, il 25enne ucciso con due colpi alla testa il 6 aprile 2009
Ergastolo, è questa la condanna emessa a seguito di giudizio abbreviato nei confronti di Gianpaolo Monaco, 34enne leccese detto “coda”, accusato dell'omicidio di Antonio Giannone, il venticinquenne ucciso con due colpi alla testa il 6 aprile 2009 nei pressi dell'appartamento della sua compagna. Il gup Nicola Lariccia ha escluso le aggravanti del delitto di mafia e dei futili motivi, respingendo al tempo stesso le attenuanti richieste dalla difesa dell’imputato. Dietro l'omicidio del 25enne leccese, detto “Palla”, freddato con 2 colpi di pistola in via Terni, nel popolare quartiere della 167 leccese, ci sarebbe stata una vendetta. Giannone, infatti, sarebbe stato ucciso per vendicare il pestaggio operato dallo stesso ai danni di Mirko Monaco, fratello del presunto assassino. Giampaolo Monaco, già collaboratore di giustizia, era evaso, qualche giorno prima dell'omicidio, dalla località segreta in cui risiedeva. L’uomo fu poi arrestato a Bologna, dagli agenti della squadra mobile di Lecce in collaborazione con gli agenti emiliani, il 4 maggio del 2009. Dopo la cattura rese piena confessione dell’omicidio. Monaco, elemento vicino al Clan Cerfeda e ritenuto da fonti investigative uno degli elementi più pericolosi della Sacra Corona Unita, era in possesso di una carta d’identità falsificata, di una tessera sanitaria intestata ad altra persona, di schede telefoniche, apparecchi cellulari e denaro contante. E’ proprio su questo aspetto che vertono le ulteriori indagini della Procura di Lecce, scoprire cioè quali siano stati i fiancheggiatori e chi lo abbia aiutato nel pianificare e metter a segno il piano omicida. Nell’ambito della stessa inchiesta è già stato rinviato a giudizio Franco Venturi, accusato dallo stesso Monaco di avergli procurato l'arma e offerto protezione durante la latitanza. Per Venturi, il cui processo si aprirà il 15 luglio in Corte d'Assise, l'accusa è di concorso in omicidio. Il suo legale, l'avvocato Ivano Serlenga, ha sempre sollevato numerosi dubbi sull'attendibilità delle dichiarazioni di Monaco.