“Biomasse. Il referendum non s'ha da fare”

Rispondendo al Pdl, Giovanni Pino, presidente della Commissione Affari Istituzionali del Comune di Casarano, spiega che l'indizione del referendum sulle biomasse non è competenza comunale

“Il referendum consultivo sulla centrale a biomasse è inammissibile”. Lo sostiene il presidente della Commissione Affari Istituzionali, Giovanni Pino, rispondendo alla nota del Pdl che aveva accusato la maggioranza di aver trovato un escamotage per impedire lo svolgimento della consultazione referendaria. Il presidente dell’organismo in seno al Consiglio comunale, che da aprile scorso sta predisponendo il relativo regolamento, in un comunicato stampa ha affermato che è il Testo unico per gli enti locali (Tuel) a obbligare i comuni a svolgere referendum di esclusiva competenza locale (art. 8 comma 4). In sostanza, il presidente della commissione sostiene che un regolamento comunale deve sottostare alle condizioni imposte dalla legge, in questo caso dal Tuel, e che quindi, nella circostanza dell’impianto a biomasse della potenza di 25 MW, il Comune di Casarano non potrebbe indire un referendum perché l’autorizzazione per simili impianti spetta alla Regione e non al Comune. Il consigliere Pino precisa che l’opposizione era al corrente da subito della bozza. E’ probabile, quindi, che abbiano chiesto un parere, come succede in questi casi, a loro esperti di fiducia. “Mi pare doveroso puntualizzare – scrive Pino – che, per quanto riguarda la partecipazione e il coinvolgimento, i gruppi politici sia di maggioranza che di opposizione non possano lamentare alcunché. Gli articoli ‘incriminati’ della bozza erano presenti già dalle prime sedute di approfondimento della bozza”. “Quanto al presunto ‘escamotage’ adottato non si sa da chi – prosegue la nota – va riportato quanto contenuto dall’art. 46 comma 2 dello Statuto Comunale che recita: “Sono ammesse al referendum le materie di esclusiva competenza comunale”; va ricordato, a scanso di equivoci, che lo Statuto Comunale è una emanazione del Tuel che disciplina tutte le procedure e competenze in materia amministrativa. Detto in altri termini: non si può invocare la modifica dell’articolo 46 dello Statuto Comunale, poiché lo stesso Tuel, all’art. 8 comma 4, dispone che i referendum come quello in questione ‘devono riguardare materie di esclusiva competenza locale’”. Per essere ancora più preciso, nella nota il presidente cita un paio di pareri del Ministero dell’Interno sull’argomento. Infine, Pino sottolinea che durante l’espletamento del mandato “di non aver mai e in nessun caso agito sotto pressione da parte né dell’Amministrazione, né di alcuno. Ho invece operato secondo i criteri della trasparenza, della condivisione e del coinvolgimento delle parti politiche e soprattutto nel rispetto della normativa vigente. Nessun tentativo di strumentalizzazione c’è stato – conclude la nota – da parte di chicchessia nei confronti della Commissione e del suo presidente”.

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