Sulle vie di Bacco

Una giornata speciale all’insegna del gusto, della cultura e del divertimento. Anche per i più piccoli

di Mariapaola Pinto Una giornata diversa dal solito. Nel vero senso della parola. Quest’anno la manifestazione “Cantine Aperte”, giunta alla sua dodicesima edizione con la partecipazione di 57 aziende pugliesi, di cui ventuno salentine, si è articolata in un vero e proprio viaggio ricco di iniziative ed eventi alla scoperta dell’eclettico e versatile mondo enologico pugliese. L’incontro tra produttori e consumatori, tra passeggiate nei vigneti e visite guidate nel cuore delle cantine, degustazioni di vini e prodotti tipici locali, giochi e intrattenimento all’aria aperta per i più piccoli, si è rivelato un sorprendente mix di gusto, cultura e divertimento. “Quest’anno, ancora più fortemente, abbiamo pensato a ‘Cantine Aperte’ come ad un’occasione che potesse coinvolgere attivamente e dinamicamente tutta la famiglia – ha spiegato Umberto Cantele dell’azienda vitivinicola Cantine Cantele – sfatando il mito dell’evento riservato solo a pochi ‘enocultori’: il senso è quello che dovrebbe animare più in generale ‘Cantine aperte’ come manifestazione, ricevere, accogliere, condividere la cantina e renderla fruibile non solo ai tecnici ed ai più appassionati ma soprattutto alle famiglie ed ai bambini più piccoli, ed in questo noi produttori dovremmo metterci più a disposizione… non solo in occasioni formali (visite di clienti, di operatori, di potenziali buyers internazionali) ma anche nelle occasioni informali, senza prenderci sempre troppo sul serio”… Due le novità del 2010: “Vino e arte”, con la proiezione, in ogni cantina, di un filmato contenente sia le opere finaliste del concorso di etichette artistiche per vini d’autore “Passaporto di Bacco” sia le foto tratte dal reportage “Il rito della vendemmia”; vino, pane e rose”, nuovo e significativo gemellaggio tra l’enogastronomia e la floricoltura pugliesi: varie le tipologie di pane che si sono potute assaggiare in abbinamento col vino e, chi ha acquistato il calice, ha anche ricevuto in omaggio, in collaborazione con il distretto florovivaistico di Leverano, una splendida rosa. E non a caso: la rosa rappresenta spesso un segnale di possibili attacchi di parassiti, nei confronti dei quali bisogna stare sempre all’erta per assicurare la buona salute della pianta e l’eccellente riuscita del prodotto finale. Ma sembra che per i moderni viticoltori ci sia un male peggiore dei parassiti cui fare fronte, come ha segnalato Gianvito Rizzo dell’azienda vitivinicola Feudi di Guagnano: un futuro senza Negroamaro: “Il rischio è quello di non poter riuscire a produrre più il Negroamaro, complici da una parte la crisi economica internazionale, di cui risente immancabilmente anche il settore; il mancato ricambio generazionale tra i produttori salentini che va via via configurandosi; l’installazione sempre più massiccia di impianti fotovoltaici sui fertili terreni coltivati a Negroamaro piuttosto che su quelli pietrosi e improduttivi”.

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