Arrestato a Nardò latitante tunisino

A Rosarno si occupava di assumere manodopera extracomunitaria per la raccolta della frutta. Il suo arresto, a Nardò, ha impedito che si costituisse anche nel Salento il giro di sfruttamento di immigrati

Nella serata di ieri i poliziotti del Commissariato di Nardò e della Squadra Mobile di Lecce che da due giorni erano a caccia di uno dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, al termine di lunghissime operazioni di appostamento, anche su stretta indicazione della Squadra Mobile di Reggio Calabria, hanno catturato nei pressi del campo sportivo di Nardò Tahar Ben Rhouma Mehdaoui, nato ad Aouled Mehdi (Tunisia) il 10 marzo 1974, già noto all’ufficio. Da alcuni giorni il tunisino si era trasferito nella città di Nardò forse per anticipare l’organizzazione insieme ad altri suoi connazionali, che lo avrebbero raggiunto in un secondo momento, del lavoro agricolo nei campi, con particolare riferimento alla raccolta delle angurie che avviene a partire dal mese di giugno. Nel corso delle operazioni finalizzate al rintraccio del cittadino straniero, a partire dalle prime ore di lunedì mattina i poliziotti della squadra investigativa del Commissariato e della Squadra Mobile di Lecce hanno setacciato numerosi casolari nell’agro di Nardò ed effettuato altrettanti controlli nei campi ove si stanno svolgendo i lavori agricoli preparatori della raccolta. L’arresto scaturisce dall’operazione denominata Migrantes portata a termine dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Gioia Tauro scattata all’alba di lunedì scorso, a Rosarno con l’esecuzione di una trentina di ordinanze di custodia cautelare in carcere. L'accusa a vario titolo contestata agli indagati è quella di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, alla violazione della tutela del lavoro subordinato ed alla truffa ai danni di enti pubblici. L’indagine ha avuto come punto di partenza la rivolta degli immigrati dello scorso anno con la polizia di Stato che ha cercato di capire il motivo di quella sommossa che risiederebbe nello sfruttamento e nelle condizioni disagiate in cui erano costretti a lavorare gli immigrati. Tahar Ben Rhouma Mehdaoui in particolare, associandosi con altri, con il ruolo di caporale e controllore della forza lavoro straniera ed irregolare, presente sul territorio, era incaricato dell’assunzione di manodopera. Il suo arresto ha stroncato sul nascere l’eventuale tentativo di organizzare anche nella provincia salentina il traffico illecito condotto sinora in Calabria.

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