Afghanistan. Un'analisi geopolitica

Lucio Caracciolo, direttore della rivista italiana di geopolitica Limes, ospite ieri sera nell'ambito del ciclo di incontri Le serate culturali del Vanini, organizzato dall'omonimo liceo scientifico di Casarano

Quando una scuola parla al suo territorio, diventa un’agenzia formativa, con l'obiettivo di fornire ai suoi allievi, ma non solo, strumenti per un buon confronto e dibattito su temi attuali. Nascono così gli appuntamenti con Le serate culturali del Vanini, organizzate dall’omonimo liceo scientifico di Casarano, sotto la presidenza di Sergio Pagliara, moderatore della serata. Il tema dell’incontro, svoltosi intorno alle ore 18 presso l’auditorium della scuola: “Afghanistan. Un'analisi geopolitica”, con ospite d’eccezione Lucio Caracciolo, direttore della rivista italiana di geopolitica Limes, che ha dedicato il suo ultimo numero interamente al Paese asiatico: “Afghanistan addio!” Accurata la descrizione del territorio preso in esame, l’Afghanistan appunto,“uno tra i paesi più poveri del mondo” -ha precisato il relatore- “ma il maggior produttore di oppio al mondo. Made in Europe, però, le vie di smercio delle droghe. Un'economia, quella afghana, quindi, retta sul narcotraffico e sui proventi di guerra. Con un popolazione al novanta per cento analfabeta o semianalfabeta. Paese di cui, non importerebbe a ad alcuno, se non fosse per la nostra presenza militare e per quella della Nato, stanziatesi lì, ormai, dal 2001”. Una presenza pacifica però, una lotta al terrorismo, non una guerra, un’invasione legittima per omologare una parte del mondo “non allineata”, altrimenti pericolosa. Questo almeno quello che di questa “presenza pacifica” ci viene raccontato, perchè anche quando una guerra è in atto, sempre meglio non dirlo. Lucio Caracciolo si è poi addentrato nel discorso con un’attenzione particolare ai recenti fatti internazionali, che hanno visto proprio l’Italia protagonista, con l’attacco al centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah e il sequestro di membri dello staff nazionale e internazionale, tra i quali i nostri Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani. Ad aprire il dibattito su questi temi Giulia Tenuzzo, assessora alle Politiche giovanili di Casarano, che ha chiesto al giornalista un suo personale parere, un’interpretazione sulla vicenda. Cauta la risposta di Caracciolo: “Non mi sono fatto una reale idea di quello che sta accadendo. Di certo posso dire che sarebbe meglio ormai parlare di “rapiti” e non di “prigionieri”. E che noi riavremo i “nostri” solo in cambio di qualcosa”. Altri gli interventi e le considerazioni personali su un tema che ha suscitato l’interesse e la voglia di saperne di più, sia gli studenti, che gli stessi professori hanno dato vita, infatti, ad un dibattito molto ricco. Tante le domande, i chiarimenti chiesti, ma anche i dubbi non sciolti, perché la guerra fredda si sarà anche conclusa, ma degli spifferi gelidi si avvertono ancora. E fanno paura.

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