Oltre trent’anni di storia del turismo visti attraverso la lente d’ingrandimento dell’Apt. In tre libri sulla storia dell’Ente i mutamenti storici, economici e sociali nel Salento
Trent’anni e più di storia del Salento raccontati attraverso il lavoro dell’Ente provinciale del turismo (attuale Apt). Un’intensa carrellata di informazioni e particolari su fatti e personaggi – dal pionierismo agli anni 60 – che ora rivivono in tre libri di denso racconto scritti da Michele Mainardi e pubblicati da Edizioni Grifo nella collana di studi e ricerche “Geografia dei beni culturali e ambientali di Terra d’Otranto”. I testi, per la verità, sono quattro; l’ultimo, già ultimato e in procinto di andare in stampa, si spinge sino al 1969 ed è incentrato in particolare sul termalismo a Santa Cesare Terme, la regina delle vacanze curative ed emblema delle difficoltà che hanno contraddistinto negli anni il Salento per affermarsi sul mercato delle vacanze. I volumi sono il risultato di una meticolosa ricerca che l’autore ha svolto attingendo scrupolosamente agli archivi dell’Ente: il risultato non è un semplice allineamento di carte, cifre, delibere governative, determine o articoli di giornali dell’epoca (quotidiani e riviste) ma un lavoro compiuto, perché attraverso fonti rigorosamente documentate offre uno spaccato politico-sociale ed economico della comunità salentina e di come essa abbia reagito ai profondi cambiamenti riuscendo ad attraversare indenne i difficili anni del fascismo e della guerra e quelli critici, ma con prospettive nuove di sviluppo, del boom pre-economico e del turismo di massa. “In questi testi – commenta Stefania Mandurino, commissaria dell’Apt – c’è l’anima dei salentini. In essi è rappresentato l’incanto dei luoghi di una terra vocata al bello e dinamica che, nel cercare la sua dimensione in un segmento economico nuovo, si oppone con forza a uno sviluppo invasivo come quello che avrebbe caratterizzato le province di Taranto e Brindisi, entrambe segnate dall’industria pesante. Ma è anche documentato ciò che risulta ampiamente storicizzato: l’isolamento geografico; gli sperperi dei finanziamenti statali legati alla Cassa per il Mezzogiorno finalizzati ad ammodernare la rete infrastrutturale ma anche ad incentivare l’insediamento di nuove realtà ricettive, specie nell’area dei Laghi Alimini; il nascere di un abusivismo edilizio che avrebbe cambiato i contorni paesaggistici di numerose destinazioni. E’, insomma – spiega ancora Mandurino – un lavoro di ricerca importante perché ci aiuta a capire i passi in avanti compiuti nella fatica delle ristrettezze economiche dall’Apt per promuovere e cercare di posizionare le nostre infinite bellezze storico-artistiche ed etno-paesaggistiche in Italia e all’estero, fornendoci tutti gli elementi utili per seguirne il suo divenire: dall’eroismo pionieristico degli anni 30 ai tanti ‘go and stop’, fino al sistema industriale di oggi la cui organizzazione è, per molti versi, figlia legittima dell’impegno di quegli anni”. Sono testi di intense verità scritte e di forte suggestione visiva in cui il fenomeno turistico nel Salento viene indagato con estremo rigore e, spesso e volentieri, col piglio giornalistico del lavoro d’inchiesta. “Non era impresa da poco, infatti, condurre i transalpini o i danarosi tedeschi fino al mare dell’ultima Puglia”; ricorda Mainardi; o, prima ancora, “convincerli a intraprendere l’avventuroso viaggio tra i disagi inevitabili dei primi anni dell’accoglienza”.
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